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Milano-Cortina 2026, costi e benefici. Il ritorno economico dell’evento


Adesso che si avvicinano le Olimpiadi invernali del 2026 aggiudicate dalla curiosa accoppiata Milano-Cortina, parte il consueto valzer sulle cifre: i costi preventivati che lievitano, le entrate stimate che traballano. Come stanno davvero le cose e soprattutto quali opportunità è possibile cogliere con eventi della portata dei Giochi olimpici invernali che si terrano nel nostro Paese soltanto tra un anno.

Milano-Cortina 2026 quanto ci costi

A Milano verrà edificato ex-novo, con denaro privato (spesa prevista di 61 milioni), soltanto il PalaItalia in zona Santa Giulia, sede del torneo di hockey maschile, mentre quello femminile andrà in scena nel rinnovato PalaSharp a Lampugnano (7 milioni). Secondo i dettagli di un articolo del Sole24Ore.

Pattinaggio figura e short track saranno accolti nel già funzionale Forum di Assago, il villaggio degli atleti a Porta Romana, dove mixando capitali pubblici e privati verrebbero edificate 70 stanze singole e 630 doppie, destinate poi a essere riconvertite in residenze universitarie. Il centro stampa sarà alla Fiera di Rho, la medal plaza in piazza del Duomo.

Un altro villaggio temporaneo per gli atleti (con 60 stanze singole e 540 doppie) sorgerà a Cortina, insieme al centro stampa montano e alla Medal plaza.

L’attuale stadio olimpico cortinese, dopo una ristrutturazione da 4,5 milioni, sarà la casa del curling, mentre l’attuale fatiscente budello sarà ricostruito (42 milioni) per ospitare bob, slittino e skeleton. Senza bisogno di ulteriori investimenti le piste dello sci femminile, già riammodernate per ospitare i Mondiali 2021.

Anterselva sarà la casa del biathlon e in Trentino saranno utilizzati altri 3 impianti: i trampolini di Predazzo, le piste di fondo di Lago di Tesero e l’anello del pattinaggio velocità di Baselga di Pinè, per l’occasione trasformato da outdoor a indoor con la costruzione del tetto (28 milioni).

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Il costo complessivo stimato nel dossier italiano ammonta a un miliardo e 362 milioni, di cui 243 milioni per gli investimenti in infrastrutture sportive e la restante parte per costi operativi.

I tre quarti di questa spesa, quasi un miliardo, saranno finanziati dal Cio, mentre i 4 enti territoriali (Regioni Lombardia e Veneto e Province autonome di Trento e Bolzano che hanno prestato le garanzie) dovranno coprire il resto: la Lombardia dovrebbe garantire 211 milioni, mentre il Veneto e le 2 province 130 milioni.

Importi che comprendono anche i contributi dei privati. Extra dossier la spesa per la sicurezza, interamente a carico dello Stato e stimata in 402 milioni.

Eravamo nel 2019, un’era fa. Poi più che la maionese olimpica è impazzito il mondo, tra pandemia, guerra, costi delle materie prime e dell’energia schizzati alle stelle e una inflazione che non si vedeva da parecchio. Che i costi previsti nella candidatura iniziale fossero destinati ad aumentare, insomma, era nell’aria.

Il DPCM Olimpico di Draghi

Prima di interrompere la propria avventura nel governo emergenziale nato dalla pandemia, Mario Draghi aveva varato il DPCM 26 settembre 2022, dall’eloquente titolo: “Piano degli interventi da realizzare in funzione dei giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026”.

Un testo che non passò, come vuole la sua natura, dal vaglio del Parlamento, in modo da procedere persino più spedito rispetto al decreto legge.

Foto: Ansa

Nella ricognizione operata sotto Draghi, erano 73 le opere da realizzare, di cui 26 da concludere entro il 2026, mentre il resto da far almeno partire entro la data delle Olimpiadi, così da agganciare i finanziamenti per l’evento grazie alla contemporaneità dell’avvio dei lavori (come avvenuto a Milano per la Metro Blu in occasione di Expo).

Il fabbisogno totale indicato era di 2,7 miliardi, di cui 2,2 già stanziati dal governo uscente, attraverso fonti diverse. Guardando ai soldi, serviva mezzo miliardo: l’ultima finanziaria è riuscita a raggranellare 400 milioni, mentre altri 150 sono stati stanziati con fondi interministeriali.

Intanto – annota dopo a quattro anni di distanza Il Sole 24 Ore – i costi sono aumentati. Durante l’ultima cabina di regia il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha dichiarato che 724 milioni verranno riassegnati con riparto dei fondi.

«Considerando appunto i circa 550 già previsti a inizio anno, si evince già da queste considerazioni che ci saranno 170-180 milioni di stanziamenti in più, necessari per coprire quel fabbisogno aggiuntivo di richieste in arrivo dai territori. Istituzioni e imprese lamentano infatti un incremento dei costi tra il 20 e il 30%, su cui pesa soprattutto l’aumento delle materie prime».

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Le opere indifferibili e necessarie per i Giochi invernali sono 73 e la loro realizzazione probabilmente costerà il doppio: 3 miliardi. Alcune strutture funzionali alle competizioni: come il PalaItalia, il Palatrussardi, il Forum di Assago a Milano il nuovo Ovale di Rho o il villaggio olimpico di Milano non risultano nella lista stilata dal governo perché seguite da Fondazione Milano Cortina 2026 e finanziate perlopiù da privati: in caso di costi non preventivati, però, difficile escludere a priori l’intervento dello Stato o delle Regioni.

E già ci sono stati i primi cambi di programma. Venerdì 20 gennaio Giovanni Malagò, il presidente del Comitato olimpico italiano (CONI), ha annunciato che le gare di pattinaggio di velocità delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026 non si terranno a Baselga di Piné, un comune dell’Alta Valsugana, in provincia di Trento.

La rinuncia, scrive il Post, è stata motivata con l’aumento significativo dei costi per ammodernare e coprire l’attuale pista di pattinaggio: l’organizzazione aveva previsto di spendere 50 milioni di euro, mentre secondo l’ultima ricognizione ne servirebbero almeno 75.

Ma il conto – puntualizza la testata di Confindustria – è destinato ad aumentare ancora un po’, visto che qualcosa ancora manca all’appello.

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Per tre opere, infatti, la valutazione degli extracosti non è stata ancora presa in considerazione: ovvero la variante di Cortina, che aveva un costo stimato di 483,7 milioni; la galleria a Ponte di Legno, per cui era stato definito un fabbisogno di 33 milioni e la variante di Vercurago, per cui sono indicati 119 milioni.

Per le grandi opere del Veneto ormai il traguardo si è spostato oltre il 2026: le varianti di Cortina e del Longarone, chiosano dal Sole, non saranno pronte per le Olimpiadi, ma ci si augura almeno di farle partire entro l’avvio dei Giochi.

Giro d’affari olimpico

Alle Olimpiadi corrisponde certamente una spesa considerevole ma anche un impatto economico e un ritorno da non sottovalutare. I 415 milioni di euro di spese dell’amministrazione centrale dello Stato (dei quali 402 per la sicurezza) sono ampiamente compensati dalle maggiori entrate fiscali per lo Stato, stimate in 601,9 milioni.

A certificare questo significativo segno più il saldo sarebbe di 186,9 milioni è una nota di Palazzo Chigi diffusa dal ministero dell’Economia e delle Finanze di Giancarlo Giorgetti.

Foto: Ansa

Per il periodo 2020-2028 si stimavano variazioni positive anche per l’occupazione (nel momento massimo, quello del 2026, ci sono 8500 posti unità lavoro in più).

E sul pil: da 93 a 81 milioni annui. Nel 2022 la ricerca “Sport e Impresa. Una partnership vincente” realizzata dal Luiss Lab of European Economics dell’Università Luiss, e presentata in occasione del XIX Forum Annuale del Comitato Leonardo “Sport e Imprese. What’s Next?” organizzato in collaborazione con Agenzia ICE, Confindustria e Coni, si è focalizzata sul possibile ritorno economico degli investimenti per Milano – Cortina 2026.

Venendo ai numeri, gli effetti interni al settore sono quantificabili in 1.142 milioni di euro complessivi di cui la quota di 1.120 milioni di euro rappresenta l’effetto diretto mentre 22 milioni di euro costituiscono l’effetto indiretto.

L’attivazione globale per i settori collegati direttamente e indirettamente al settore dello sport è valutabile in 1.026 milioni di euro che si ottiene dalla differenza tra effetto moltiplicativo sull’intera economia (2.168) e quello relativo al solo settore sportivo pari a 1.142 milioni di euro. A sua volta, l’attivazione dei settori collegati direttamente e indirettamente può essere scomposta in un effetto diretto ed un effetto indiretto.

Quello diretto è pari a 439 milioni di euro che si ottiene dalla differenza tra effetto diretto complessivo sull’intera economia (1559 milioni di euro) e quello interno al settore (1.120 milioni di euro). L’effetto indiretto è invece pari a 588 milioni di euro, ottenuto dalla differenza tra attivazione indiretta globale sull’intera economia (610 milioni di euro) e attivazione indiretta sul solo comparto sportivo (22 milioni di euro).

Infine, come effetto indotto dell’aumento di domanda finale, si generano risorse, attraverso il moltiplicatore settoriale della spesa delle famiglie, per ulteriori 733 milioni di euro. In sintesi, un aumento di domanda di 1 miliardo di euro del comparto genera come effetto diretto, indiretto e indotto un impatto sull’intera economia pari a 2.901 milioni di euro equivalente ad un fattore di attivazione moltiplicativo di circa 2,9.

L’organizzazione delle Olimpiadi invernali genera indirettamente un impatto sull’occupazione stimolando un incremento di domanda e quindi di produzione per le imprese fornitrici del comparto sportivo.

Le imprese (fornitori di primo livello), a loro volta, acquistano beni e servizi da altre imprese (fornitori di secondo livello) per sostenere la propria domanda. Gli incrementi di domanda per beni e servizi da parte delle imprese fornitrici a vari livelli innescherà un meccanismo virtuoso di aumento dell’occupazione nel sistema economico.

A fronte di una maggiore domanda di beni e servizi pari a un miliardo nel comparto sportivo, possono essere generati nel sistema paese 12.946 nuove unità di lavoro di cui 9,173 internamente al settore e 3,772 nei principali settori economici collegati.

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Quanto all’effetto sui redditi la ricerca prevedeva un aumento di domanda di 1 miliardo di euro del settore sportivo pari a circa 320 milioni di euro totali di cui 225 milioni all’interno al settore stesso.

Tutti numeri che però rischiano di essere prematuramente invecchiati data la corsa dei prezzi collegata alla generale instabilità economica mondiale a sua volta connessa alle crisi geopolitiche. Un tempo in origine per le Olimpiadi si interrompevano persino le guerre: quella in Ucraina invece più andrà avanti e più rischierà di costarci caro.

Impatto economico per Lombardia e Veneto

Il ritorno per le regioni interessate dall’evento olimpico risulta al momento superare i 4,3 miliardi di con la creazione di 36.000 nuovi posti di lavoro. Il valore aggiunto è stato invece di circa 2 miliardi.

Cantieri: la road map olimpica

Sette in tutto gli spazi che la città dedica all’Olimpiade. San Siro dove si terrà la cerimonia d’apertura; l’Arena a Santa Giulia che ospiterà l’hockey su ghiaccio maschile.

Foto: Ansa

Il Villaggio che dopo i Giochi si trasformerà in uno studentato universitario; la Milano Ice Skating Arena (al Forum di Assago) per lo short track e il pattinaggio di figura; il Milano Ice Park in Fiera per l’hockey su ghiaccio e il pattinaggio di velocità; il Mediacenter che ospiterà la stampa e le televisioni di tutto il mondo all’ex Fiera, al Portello. Infine, piazza del Duomo si trasformerà nella Medals Plaza.

Partiamo da Santa Giulia, un palazzetto firmato da David Chipperfield che avrà 16 mila posti a sedere. Ci saranno quattro livelli principali, più due interrati e due mezzanini. Il progetto prevede anche una piazza aperta al pubblico. Sotto la piazza tre livelli di parcheggio cui si aggiunge un garage multipiano di 9 livelli, per un totale di 2.750 posti auto.

L’impianto, realizzato e gestito da Eventim, rispetta ancora i tempi del cronoprogramma, ma è assolutamente vietato accumulare anche un minuto di ritardo. La consegna è fissata a fine 2025. Regna invece un punto interrogativo grande come una casa sugli extracosti. Sia sulla cifra esatta, sia su chi dovrà mettere i soldi che mancano.

Si è passati dai 180 milioni iniziali a una cifra che varia dai 250 ai 270 milioni, a causa dell’aumento delle materie prime e del costo dell’energia. Eventim ha chiesto che a coprire almeno una parte della spesa aggiuntiva siano il Comune, la Regione e il Governo.

Il Villaggio olimpico, realizzato da Coima, viaggia veloce. Verrà consegnato, imprevisti permettendo, con tre mesi di anticipo, a luglio 2025. Sono previste sei residenze con 1.400 posti letto per gli sportivi; nell’area poi ci sarà una mensa; una piazza olimpica con chioschi e che sarà teatro di eventi e iniziative. Anche qui c’è un problema di costi aggiuntivi. Si è passati da 100 milioni a 140.

Tempi rispettati anche in Fiera che ospiterà il Milano Ice Park. La consegna è prevista per fine primavera o inizio estate 2025. Si tratta di una struttura temporanea che occuperà quattro padiglioni del quartiere espositivo. Anche qui gli extracosti hanno giocato un ruolo decisivo, perché all’inizio, le gare dovevano essere ospitate nel vecchio Palasharp rimesso a nuovo.

Non se n’è fatto niente a causa sia dei continui ricorsi al Tar sia per il lievitare dei costi schizzati da 18 a 46 milioni di euro. Da qui la decisione di virare in Fiera.

L’ultimo appunto riguarda San Siro dove il 6 febbraio 2026 si terrà la cerimonia d’apertura. La decisione di Milan e Inter di rinunciare alla riqualificazione del Meazza cancella qualsiasi dubbio sul fatto che la cerimonia si terrà nella Scala del calcio. San Siro nel 2026 sarà ancora vivo e vegeto.

Giochi invernali 2026: Ritorno economico e sostenibilità

Milano Cortina sarà il primo appuntamento sportivo a svolgersi sotto l’egida dell’Agenda 2020 del Cio, che chiede maggiore sobrietà, più rispetto dell’ambiente e adeguata attenzione alle prospettive dei territori interessati.

Alcuni esperti ipotizzano che Milano Cortina possa essere l’evento “più green” del secolo. Forse è una prospettiva troppo impegnativa, ma non è casuale che sostenibilità sia stata la parola d’ordine più pronunciata durante le presentazioni di Losanna, con l’aggiunta da parte del presidente del Coni Malagò e del presidente del Veneto Zaia anche del concetto di un’ampia cooperazione territoriale lungo l’arco alpino che così si può rafforzare.

Il dossier di candidatura dichiara la volontà di incoraggiare specifiche politiche di sviluppo incentrate sulla montagna incluso il miglioramento dei servizi fondamentali per le comunità locali.

Foto: Ansa

Le entrate dovrebbero superare le uscite. Innanzitutto viene il consistente contributo diretto del Cio: circa 900 milioni. Poi i biglietti delle varie gare: 235 milioni (l’ipotesi è quella di vendere 2,5 milioni di biglietti).

Tutt’altro che irrilevante il gettito fiscale aggiuntivo: l’aumento cumulato delle entrate fiscali prodotto dall’evento, scrive l’Università La Sapienza, dovrebbe essere pari a circa 600 milioni di euro.

Infine le sponsorizzazioni (i diritti tv sono del Cio, gli sponsor nazionali e il “merchandising” sul territorio nazionale sono gestiti dal Comitato organizzatore). Complessivamente il monte-ricavi dovrebbe sommare 2,3 miliardi, con un margine di utile.

Sull’occupazione le previsioni sono più ballerine. La Sapienza è prudente: rispetto al tendenziale, osserva l’Università romana, l’organizzazione delle Olimpiadi 2026 produrrà un aumento medio di circa 5.500 unità di lavoro equivalenti a tempo pieno, con un picco nel 2026 pari ad oltre 8.500 unità.

Impatto Olimpiadi invernali sul Nord-Est

Per l’area del nordest si parla di 13.800 contratti che ne nascerebbero, per un totale generale di 35 mila posti di lavoro firmati Milano Cortina, per la cui candidatura si è espresso favorevolmente (a febbraio) l’83 per cento degli italiani.

Gli investimenti e i costi operativi previsti in Veneto, Trentino e Alto Adige ammontano a 1.124 milioni (sul totale di 2 miliardi di cui sopra).

Aggiungendo gli effetti economici indiretti, il valore della produzione realizzata a Nord-Est salirà a 1.461 milioni, di cui 442 milioni rappresentano i ricavi dovuti alle spese in loco da parte dei turisti e degli atleti.

Interessante e amara allo stesso tempo, la differenza di giro d’affari prodotto da turisti e atleti. La Lombardia si attende oltre un miliardo, il Nord-Est appena 442 milioni, con un gettito fiscale a livello di Veneto e Province autonome di 304 milioni, di cui 205 milioni – alle attuali modalità di riscossione del gettito erariale – appannaggio (Irpef e Iva) dello Stato.

 

 

 

 

 

 

 

 


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