Protesta al Viminale: Extinction Rebellion contro il Governo con 5 quintali di letame
Protesta al Viminale – Piazza del Viminale, cuore istituzionale del Ministero dell’Interno, è stata teatro di una protesta ad alto impatto organizzata dal movimento Extinction Rebellion. In una mossa provocatoria, gli attivisti hanno scaricato 5 quintali di letame davanti all’ingresso principale del ministero, trasformando l’area in un simbolo di critica verso le politiche climatiche del governo italiano.
Con striscioni che recitavano “L’unica sicurezza che abbiamo è questo clima di merda”, i manifestanti hanno occupato la piazza con tende, accampandosi in segno di protesta contro l’inazione del governo sulla crisi ecoclimatica e la promozione di normative che, secondo loro, mirano a reprimere il dissenso.
l’intero video nel servizio del telegiornale di Umbriajournal tv e di Canale Italia Umbria ch16
Dinamica degli eventi
La protesta, iniziata nelle prime ore della mattina, ha coinvolto un centinaio di attivisti, molti dei quali si sono accampati con tende di tela. L’obiettivo dichiarato era attirare l’attenzione pubblica e politica in quello che avrebbe dovuto essere l’ultimo giorno della COP29, tenutasi a Baku, in Azerbaijan.
Le forze dell’ordine sono intervenute rapidamente, smantellando le tende e sgomberando i manifestanti. Durante l’operazione, alcuni attivisti hanno praticato resistenza passiva, sedendosi a terra e rifiutandosi di lasciare la piazza, mentre altri hanno tentato di arrampicarsi sugli alberi per esporre ulteriori striscioni. Le tende sono state rimosse e sequestrate.
Secondo i presenti, l’intervento delle autorità ha portato al fermo temporaneo di alcuni partecipanti, trascinati via di peso. “Nonostante tutto, rimaniamo non violenti, perché crediamo che sia l’unico modo per far emergere la verità sulla crisi climatica e sociale in atto,” ha dichiarato Paola, una delle attiviste accampate.
Obiettivi della protesta
La scelta del Viminale come luogo della manifestazione non è stata casuale. Gli attivisti hanno voluto evidenziare il ruolo del Ministero dell’Interno nella promozione del DDL 1660, noto come DDL sicurezza, che prevede pene più severe per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate.
Paola ha spiegato:
“Il Ministero dovrebbe occuparsi della sicurezza dei cittadini, ma sta ignorando la vera minaccia: il collasso ecoclimatico. Chiediamo che il governo si concentri su misure concrete per contrastare la crisi climatica e per garantire il diritto al dissenso.”
Contesto climatico ed economico
La protesta arriva in un momento di grave crisi climatica per l’Italia e il mondo intero. Negli ultimi mesi, eventi climatici estremi hanno colpito il Paese da Nord a Sud:
- Emilia-Romagna: alluvioni ricorrenti hanno causato danni stimati in 9 miliardi di euro.
- Sicilia e Puglia: la siccità ha devastato il settore agricolo, con 33.000 posti di lavoro andati persi nel 2024 secondo Coldiretti.
- Catania: piogge torrenziali hanno trasformato strade in fiumi, provocando gravi disagi.
Secondo gli attivisti, il governo italiano non sta affrontando adeguatamente queste emergenze, preferendo investire in combustibili fossili e promuovere l’Italia come hub del gas europeo.
Contraddizioni alla COP29
La critica di Extinction Rebellion si estende anche alla gestione della crisi climatica a livello internazionale. Alla COP29, tenutasi a Baku, la premier Giorgia Meloni ha ribadito l’impegno dell’Italia a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, ma ha anche sottolineato l’importanza del gas come fonte di energia strategica per il Paese.
“Questa posizione è una contraddizione in termini,” ha commentato Davide, un altro portavoce del movimento. “Non possiamo aspirare alla neutralità climatica continuando a investire nei combustibili fossili. È come spegnere un incendio aggiungendo benzina.”
Richieste degli attivisti
Gli attivisti di Extinction Rebellion hanno avanzato richieste specifiche al governo italiano:
- Dichiarazione dello stato di emergenza climatica nazionale.
- Stop immediato alle emissioni climalteranti.
- Protezione della biodiversità e degli ecosistemi.
- Creazione di un’Assemblea dei cittadini per definire politiche climatiche e sociali giuste.
Il tappeto giallo steso sulle scalinate del ministero rappresentava simbolicamente la precarietà del sistema attuale. “Chiediamo un cambiamento strutturale che metta al centro la giustizia climatica e sociale,” ha spiegato Davide.
Critiche al DDL sicurezza
La protesta ha portato nuovamente alla ribalta il dibattito sul DDL 1660, in discussione al Senato. Il disegno di legge prevede un aumento delle pene per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, suscitando preoccupazioni tra giuristi e associazioni per i diritti civili.
“Questo DDL rappresenta un attacco diretto al diritto di manifestare pacificamente,” ha affermato Paola, citando anche i numerosi pareri critici espressi in sede di Commissione Giustizia.
Riflessioni finali e prospettive
Mentre la piazza del Viminale viene ripulita e gli attivisti promettono di continuare la loro mobilitazione, il messaggio di Extinction Rebellion risuona forte: la crisi climatica non è solo un problema ambientale, ma anche una questione di giustizia sociale e democrazia.
Gli attivisti hanno annunciato nuove azioni nei prossimi mesi, intenzionati a mantenere alta l’attenzione pubblica e politica sul tema. “Siamo cittadini e vogliamo essere parte attiva nelle decisioni che riguardano il nostro futuro,” ha concluso Davide.
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