Nessuna apertura da Amsterdam, barricate alle frontiere dell’Olanda. «La trasferta del 12 dicembre rimane vietata ai laziali», la conferma di ieri a mezzogiorno della sindaca Femke Halsema al segretario biancoceleste Armando Calveri in call. Martedì pomeriggio era già stata diramata una nota ufficiale dopo una riunione fra il primo cittadino di Amsterdam, il Questore e il Capo della polizia. Datata lo stesso giorno (26 novembre) la comunicazione dell’ambasciata italiana in Olanda sulla sospensione temporanea dell’adesione al trattato di Schengen (sulla libera circolazione in Europa) e il ritorno dei controlli ai confini per i prossimi sei mesi a partire dal 9 dicembre 2024, ironia del destino, tre giorni prima della sfida della Lazio contro l’Ajax. Una decisione che, per carità, era già stata annunciata lo scorso 13 novembre, ma utile a dare ulteriore forza giuridica a un’ordinanza durissima, che sembra più politica che sportiva. Dopo la storia della “Barcaccia” danneggiata in piazza di Spagna dai tifosi del Feyenoord nel 2015, prima della sfida alla Roma, si erano già innescati dei contenziosi non da poco fra Italia e Olanda, con i sostenitori olandesi bloccati successivamente dal ministero dell’Interno per la partita contro la Lazio, appena una settimana prima. Ieri la sindaca Halsema lo ha ricordato, fra le righe, a chi sottolineava come quasi 2.600 tifosi biancocelesti avessero già acquistato i biglietti (in vendita a 35 euro dal 14 novembre), a meno di due settimane dal match contro l’Ajax. Chiuso il settore Ospiti, resta fermo il divieto di assistere a quell’incontro e l’interdizione alle zone limitrofe all’Amsterdam Arena.
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Il pericolo
L’Ajax dovrà procedere al rimborso dei tagliandi, ma la Lazio vuole ottenere anche quello relativo a voli e hotel, da molti prenotati anzitempo. Cinquecento tifosi stanno organizzando una class action tramite l’avvocato Marini (denuncia alla Corte europea dei diritti dell’uomo e alla procura di Roma contro il sindaco di Amsterdam, il capo della polizia e quello del governo olandese), ma altri potrebbero comunque andare ad Amsterdam, e si teme il peggio. L’Olanda infatti non potrà impedire lo sbarco degli italiani, se non si recheranno allo stadio. Ed è questo il pericolo: «Andremo a guardarci la partita nei pub e a regalarci tre giorni di divertimento», scrivono in tanti fra social e radio. La sindaca Halsema lo ha tenuto in conto, Amsterdam sarà blindata dalle forze dell’ordine in lungo e in largo («Siamo pronti a reagire») e la Lazio si sta adoperando «affinché venga riservato a tutti un trattamento adeguato». C’è anche la diplomazia al lavoro. Perché i toni della sindaca Halsema rischiano di aver gettato benzina sul fuoco: «I tifosi della Lazio sono noti per il simbolismo fascista e le espressioni antisemite e razziste. Gli esempi vanno dal saluto hitleriano, lo sfoggio di svastiche e l’abuso dell’immagine di Anna Frank – la nota di martedì – e il rischio di disordini è troppo alto. Lo scorso 7 e 8 novembre Amsterdam era stata sconvolta da violenti incidenti legati alla partita di calcio Ajax-Maccabi Tel Aviv, non possiamo permetterci che accada di nuovo». Il sindaco Gualtieri ieri ha chiamato la sua omologa, ha precisato che «una piccola minoranza di tifosi non può consentire alcuna generalizzazione. La società guidata dal presidente Lotito è sana e da sempre fortemente impegnata ad emarginare queste frange estremiste che danneggiano l’immagine della squadra e della città», e si è reso «disponibile a qualunque forma di collaborazione per rivedere la decisione presa anche per tutelare le migliaia di supporters che hanno già speso soldi per organizzare il viaggio». Lotito ha chiamato la Farnesina, anche il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, lo ha confermato: «Il ministro Tajani ha fatto un intervento e anche io farò una telefonata in giornata al mio collega olandese. Il sindaco di Amsterdam mi sembra che sia testimone non disinteressato di quanto successo solo pochi giorni prima, ma esprimersi in quella maniera nei confronti di cittadini italiani non è nelle regole dei buoni rapporti fra paesi amici e del rispetto».
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La Uefa
La Uefa non ha nessun potere di fronte a decisioni superiori all’ordinamento sportivo, ma il ds Fabiani ci va giù duro anche contro il massimo organismo europeo: «Io e Lotito siamo rimasti allibiti di fronte all’ennesima limitazione della libertà. Ormai le città che non sono in grado di gestire un evento sportivo stilano un reato a consumazione anticipata ovvero prendono un provvedimento prima che si verifichi un fatto. C’è un pregiudizio nei confronti dei nostri tifosi e così non è più calcio. Il divieto di trasferta ad Amsterdam, così come i laziali rinchiusi in tre alberghi a Enschede senza la possibilità di uscire a comprarsi un panino, sono una roba da terzo mondo. La Uefa deve intervenire oppure dal prossimo anno chiami i sindaci per capire le criticità che possono ostacolare o privare le società dei propri tifosi, prima di stilare i calendari, e nel caso si giocherà in campo neutro. Si può anche vietare una trasferta, ma lo si deve fare nei tempi e nei modi giusti. È una ‘barbaritade’ che penalizza sempre la Lazio».
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