Related papers
Studi e materiali di storia delle religioni, 2019
Fra il 1934 e il 1936, Ernesto de Martino redige, in due versione, uno scritto rimasto sinora inedito e intitolato “Saggio sulla religione civile” dove si individua nel fascismo il modello più compiuto di superamento della religione cristiana, e più in generale di qualsiasi sistema religioso esistente. Nel 1997, Eugenio Maria Capocasale rende noto questo materiale nella sua tesi di dottorato, che resta però anch’essa inedita. Il presente saggio intende riproporre ampi stralci del Saggio sulla religione civile e collocarlo all’interno della complessiva produzione demartiniana. Lo scopo principale è mostrare come il saggio, lungi dall’essere il frutto di una fugace adesione dell’autore al fascismo, rappresenta un momento importante nella definizione demartiniana della religione e del suo valore nella società contemporanea. Dagli anni Trenta in poi, la sua idea di religione (anche se non più fascista) resta sempre la stessa. Between 1934 and 1936, Ernesto de Martino wrote, in two versions, a text, which is still unpublished: “Essay on Civil Religion”. In this work De Martino identified Fascism as the best model to overcome Christian religion, and more generally any existing religious system. In 1997, Eugenio Maria Capocasale published this material in his doctoral thesis; however, this dissertation remains unpublished. The present paper aims at providing ample excerpts from the Essay on Civil Religion, in order to place it within the overall De Martino’s scientific production. The main aim is to show how this essay, far from being the result of a fleeting adherence of the author to Fascism, represents an important stage in his process of defining religion and its value in contemporary society. From the 1930s onwards, De Martino’s idea of religion (although no longer fascist) remained the same.
Segni e Comprensione , 2018
The article focuses the function of the «sensibility» in what is named by Ernesto De Martino the soteriological drama of «presence». In De Martino’s early studies on religion, the sacred is qualified as a «technique of the presence towards herself». In this framework, the primacy accorded to technical aspects of the sacred compared to the doctrinal ones highlights the troubled «human genesis» characterizing and giving impetus to the real religious life. Therefore, religious experience represents a protective instrument that operates through the mythical-ritual symbolism. Our hypothesis is that the protective strategy of religious experience finds its main involvement center in the body. For this reason, religion is analyzed here as a technique of the sensibility and the theme of presence is understood in its particular “aesthetic” relevance.
2015
Questo libro raccoglie cinque saggi dedicati a Ernesto De Martino e ad alcuni decisivi temi che la ricerca demartiniana ha sollevato in ambito filosofico, storico e religioso. Al centro della riflessione di Sergio Fabio Berardini vi sono, in particolare, la presenza umana e la crisi alla quale essa è sempre esposta, nonché la dialettica che sottende al suo riscatto. In queste pagine è messa in luce la potenza e la realtà del negativo, nei suoi aspetti logici, psicologici ed esistenziali, e così il ruolo di quelle tecniche simboliche (la magia e la religione) che, accanto a una più laica prassi umana, permettono all’uomo di affermare la propria presenza nel mondo e di mettere in atto un vero e proprio “esorcismo culturale”. Nel compiere questo movimento dietro le orme di De Martino, Berardini si confronta con alcune grandi figure della filosofia: Benedetto Croce, Ludwig Wittgenstein, Martin Heidegger, Karl Marx, et alii. Il quadro che ne esce è quello di un mondo culturale, l’Occidente, che, rimasto orfano di Dio e delle più solenni protezioni metastoriche, è chiamato a ricomporre il proprio orizzonte di senso.
Filosofia Italiana, 2018
Among the several themes of De Martino’s research, a remarkable interest is addressed to the theme of the crisis of western society. The paper focuses on the analysis of the works where De Martino proposes his hypothesis of «umanesimo etnografico» as the cure of ‘civilization and its discontents’.
Archivio di Filosofia, LXXXVI 3, 2018
In this article I will discuss the relationship between the Italian ethnologist Ernesto De Martino (1908-1965) and Rudolf Otto (1869-1937). In particular, my aim is to consider the main Demartinian criticisms of Otto’s Das Heilige. First of all, in De Martino’s opinion the « Holy » is neither an a priori category nor a reality which exists per se, but it is a human product which is useful in order to face and overcome existential and psychological crisis. Secondly, De Martino claims that Das Heilige’s thesis is not valid since Otto’s approach is a Christian theological one, namely it is biased and, therefore, not scientific.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link