Il sindacalismo di base è una galassia vivace e conflittuale che si è data appuntamento oggi in uno sciopero generale che ha molti aspetti e un’aspirazione: quella della convergenza delle lotte. Saranno decine le manifestazioni organizzate dal Piemonte alla Sicilia, nei centri delle città come nelle zone industriali e tra i giganteschi hub della logistica dove questi sindacati sono particolarmente rappresentativi. Senza dimenticare i trasporti, a cominciare da quelli locali dove la crisi è più dura e si continua a scioperare per le condizioni di lavoro proibitive.
Cub, Sgb, Adl Cobas, SI Cobas, Confederazione Cobas, Sial Cobas, Usi, Camere del lavoro autonomo e precario (Clap). Ciascuna sigla ha una storia fatta di lotte e di autorganizzazione. L’Unione Sindacale di Base (Usb) sciopererà il prossimo 13 dicembre. Con il governo Meloni il conflitto è tanto sulle scelte economiche fatte in una legge di bilancio che reintrodurrà tagli e austerità, quanto sul «Ddl sicurezza» che attacca chi fa manifestazioni o partecipa a occupazioni abitative per necessità e chiede un Welfare universale.
Particolarmente duro è stato lo scontro con il vicepremier e ministro dei trasporti Matteo Salvini che ha precettato i lavoratori dei trasporti e ha ridotto la protesta a 4 ore. «Quello che ha fatto la Commissione di garanzia e poi Salvini è un imbroglio – afferma Walter Montagnoli della Cub – La decisione del rinvio del Tar non ha colto il punto. Ha scritto che abbiamo aderito allo sciopero di Cgil e Uil, il che è falso. Il nostro era regolare. Abbiamo trovato la data di oggi, era fattibile per tutti e quasi tutti sono convogliati su questa giornata. Noi manifestiamo in 28 città. Il problema del governo è che non vuole fare apparire questa come una grande lotta di massa e cerca di svuotarla». «Ci sarà un’alta adesione – continua Montagnoli – Per una ragione semplice. In particolare nel trasporto locale la gente non ce la fa più a vivere con stipendi da fame, turni infiniti. Ciò provoca la fuga degli autisti. A Milano non se ne trovano più».
Gianni Boetto ha una lunga storia politica e sindacale che parte da Padova e dal Veneto. Adl Cobas è cresciuta nelle forti lotte della logistica e oggi fa sindacato nelle grandi regioni del Nord Italia. «Abbiamo fatto molte assemblee di preparazione a questo sciopero – afferma – L’impressione è che tra i lavoratori stranieri ci sia la percezione che il governo stia abusando delle condizioni economiche e che il Ddl sicurezza, che abbiamo ribattezzato “Ddl paura”, stia creando malumore». Oggi Adl organizzerà scioperi e parteciperà a manifestazioni nella zona industriale di Padova tra i magazzini Fedex Gls, Sda. Sarà a Vicenza e Verona, lì dove c’è il cuore della produzione e della distribuzione delle merci. E a Venezia con i movimenti e le case occupate.
«Il Ddl sicurezza le tocca sul vivo – sostiene Boetto – È irrinunciabile una politica abitativa in una città desertificata trasformata in un museo dove ci sono solo B&b e alberghi. Bisogna mantenere un presidio sociale, qui c’è un proletariato che vive i problemi di tutti i giorni». Nella protesta confluiranno le ragioni dei 300 lavoratori licenziati dal Fondaco dei Tedeschi, il negozio di superlusso di Venezia. «Il turismo non solo non paga – osserva Boetto – ma rischia di lasciare un nuovo buco nero».
In questi giorni si è tornati a parlare di uno «sciopero sociale» che arrivi a coinvolgere sia i lavoratori della produzione e della distribuzione che quelli dei servizi e del terziario, oltre che le reti sociali diffuse nella sinistra. Una lettera di alcuni centri sociali romani (da Esc alla Torre, da Casale Garibaldi ad Acrobax) ha invitato ad aderire allo sciopero di oggi e a partecipare alla manifestazione che si terrà a Roma il 14 dicembre contro le politiche securitarie del governo. Sono due tappe di un percorso al quale partecipa anche il sindacalismo di base.
«Abbiamo fatto assemblee con i movimenti ecologisti e transfemministe, oltre che con gli studenti nelle scuole», afferma Tiziano Trobia, uno dei coordinatori delle Camere del lavoro precario e autonomo (Clap). In una lettera scritta dalle Clap con Adl, Sial e Confederazione Cobas [pubblicata sul sito de Il Manifesto] è stato rivolto l’invito a creare una «convergenza» e non un «carnevale dell’irrilevanza». «Bisogna mettersi in discussione e insieme in cammino capendo come si restituisce forza allo sciopero – osserva Trobia – Spesso purtroppo è più facile affermare la propria identità. Proviamo a essere conseguenti a ragionamenti che si fanno nel sindacalismo conflittuale».
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