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Natale, tredicesima per due milioni di Pugliesi. «Ma un quarto di stipnedio o pensione andrà al fisco»


Le Tredicesime 2024 rendono più felice il Natale degli italiani, ma anche del Fisco. Sono 59,3 miliardi di euro quelli in arrivo nelle tasche di dipendenti pubblici e privati e pensionati secondo le stime prodotte dall’Ufficio Studi Cgia di Mestre: di questi, 14,5 miliardi andranno a finire nelle casse dell’Erario sotto forma di gettito Irpef. Una boccata d’ossigeno in attesa delle festività natalizie per 35,7 milioni di italiani, 16,2 dei quali già in pensione e 19,5 milioni ancora attivi nell’ambito del lavoro subordinato che potranno così contare su un’entrata complessiva di 44,8 miliardi di euro. Tra i quasi 36 milioni di percettori della 13esima mensilità di stipendi o pensioni 2.091.740 sono pugliesi: un dato importante che colloca la Puglia al nono posto su scala regionale con una percentuale sul complessivo pari al 5.9%: nella somma l’addendo predominante è quello dei pensionati, 1.058.250 contro 1.033.490 dipendenti nei settori pubblici e privati. La quota di beneficiari della Tredicesima residenti nel Tacco d’Italia è ben lontana da quella delle regioni capofila come Lombardia, oltre 6,5 milioni di aventi diritto, Lazio e Veneto che pure superano quota 3 milioni. Nella graduatoria delle province con il maggiore impatto del benefit retributivo approntata dall’Ufficio Studi Cgia di Mestre, la prima pugliese è quella di Bari che si piazza al settimo posto.

I numeri

Saranno infatti poco più di 700mila i baresi che riceveranno l’accredito nei prossimi giorni, tra dipendenti (382.308) e titolari di pensione (319.593). Ventiduesima piazza quella conquistata dal dato complessivo della provincia di Lecce: ad avere la Tredicesima saranno in tutto 413.973 persone, con sostanziale maggioranza dei pensionati (228.666) sui lavoratori (185.307). Al 36esimo posto si piazza la provincia ionica, nella quale saranno erogati 300.675 trattamenti, 157.570 dei quali a percettori di pensione. Due posti più in giù nella graduatoria provinciale si piazza Foggia: 294.659 Tredicesime elargite nel coso del mese di dicembre, coi pensionati (152.751) che anche su questo territorio superano la somma di dipendenti pubblici e privati (141.908). Scorrendo la classifica, in posizione di retroguardia si trovano le province di Brindisi, che non va oltre il 58esimo posto, e della Bat, ferma al piazzamento 67. Dati che sono legati, inevitabilmente, anche alla estensione ridotta dei due territori. Nello specifico, a ricevere l’accredito saranno 198.834 brindisini (105.774 i pensionati e poco più di 93mila i lavoratori del pubblico e del privato) e 181.698 residenti nell’area provinciale di Barletta- Andria- Trani dove a godere della Tredicesima saranno 93.896 titolari di trattamento pensionistico, 6mila in più del totale dei dipendenti. A livello geografico, la provincia d’Italia che presenta il più alto numero di beneficiari mensilità “natalizia” è quella di Roma: tra lavoratori dipendenti e pensionati, le persone interessate saranno 2,71 milioni. Seguono Milano con 2,47 milioni di percettori, Torino con 1,4 milioni e Napoli con 1,39 milioni di lavoratori dipendenti e pensionati coinvolti. Rispetto al 2023, calcola l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, l’ammontare netto delle tredicesime che verrà erogato nelle prossime settimane è incrementato di 4,1 miliardi. Quali sono le ragioni? Innanzitutto perché rispetto al 2023 la platea dei dipendenti presenti nel Paese è aumentata di 221mila lavoratori, mentre i pensionati sono cresciuti di quasi 99mila unità. Ancora, va ricordato, che anche il monte salari è salito rispetto all’anno scorso e questo è riconducibile, in larga misura, al fatto che alcuni importanti contratti di lavoro siano stati rinnovati.

Nonostante queste dinamiche positive, però, dovrebbe ridursi di 1 miliardo l’ammontare complessivo della spesa destinata ai regali rispetto allo scorso Natale, scendendo a quota 10 miliardi (-9% su base annua). Un importo che rispetto a 10 anni fa è ridotto di un terzo. Sono sempre più numerosi gli italiani che anticipano l’acquisto dei doni natalizi, ma negli ultimi anni le famiglie hanno diminuito il budget destinato alle spese “accessorie” dovendo affrontare un “caro vita” sempre aggressivo con un aumento dei prezzi di prima necessità spesso galoppante.

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