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prova muscolare a Naxos. Ma c’è lo spettro dei Milord della “fuffa”


Risultati, obiettivi e prospettive di rilancio per la Sicilia, l’Italia e l’Europa. La convention di Fratelli d’Italia a Giardini Naxos ha visto in campo i big del partito di Giorgia Meloni in un appuntamento politico dal sapore politico della “prova muscolare”, un segnale da lanciare alle opposizioni che cercano di impallinare un giorno sì e l’altro pure i patrioti ma allo stesso tempo anche una dimostrazione di solidità agli alleati, in una fase in cui la Lega arranca e Forza Italia invece, proprio in Sicilia, cresce e sembra ritrovare lo smalto delle stagioni berlusconiane. In palio, d’altronde, c’è anche la leadership futura nel perimetro del centrodestra siciliano, un derby tutto interno alla coalizione tra Fratelli d’Italia e Forza Italia.

E allora al Delta Hotels by Marriott il confronto con aziende e stakeholder ha richiamato la presenza del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e poi gli assessori regionali Elvira Amata e Alessandro Aricò, c’era anche il ministro ed ex governatore Nello Musumeci, i parlamentari regionali, e i vari deputi nazionali, guidati dall’ex assessore al Turismo, Manlio Messina, l’eurodeputato Ruggero Razza e anche l’ex sindaco di Catania, Salvo Pogliese. Il dibattito ha aperto una finestra internazionale sugli scenari nell’area del Mediterraneo e sulle azioni intraprese e realizzate in questi anni dal governo guidato da Giorgia Meloni e, di riflesso, sulle azioni del governo siciliano poste in essere d’intesa con l’esecutivo romano. I due panel su “FdI e la sfida del governo in Sicilia, continuità e futuro” e “L’Europa torna nel Mediterraneo”, promossi rispettivamente dal gruppo di FdI a Palazzo dei Normanni e dal gruppo FdI-Ecr al Parlamento europeo.

Il focus tematico ha avuto come filo conduttore il tentativo di imprimere una svolta al disastro di decenni che ha sinora interessato in Sicilia nel colabrodo della rete ferroviaria e autostradale, con un gap atavico nelle infrastrutture non semplice da colmare e che richiederà ancora tempo e pazienza. Ma i cantieri sono aperti, le risorse – va detto – sono state stanziate e anche tante, e d’altronde i siciliani ne hanno sempre avuta tanta di pazienza. Aspettando il Ponte c’è molto da fare, non si possono fare miracoli dall’oggi al domani, e i prossimi anni saranno caratterizzati, in particolare, dalla sfida degli investimenti per traghettare la Sicilia dall’era “leoniana” dei treni di C’era una volta il West all’alta capacità, che non significa alta velocità ma sarà già un passo in avanti verso la civiltà nei trasporti sinora negata ai siciliani. E poi c’è il boom che sta vivendo il turismo, che, al netto di tutti i discorsi politici, è anche e soprattutto merito di “Madre Natura” e della resilienza di un’isola che da sempre sa andare oltre i limiti dei suoi conducenti e riesce a rivelarsi più forte dei problemi, mettendo in campo l’eccezionale pilota automatico della sua grande bellezza per attrarre il mondo intero.

Sullo stato di salute della Sicilia sono emersi dati significativi e incoraggianti, da Banca Italia e Svimez, ed è stato rimarcato che la Sicilia ha registrato un incremento del PIL regionale, superando le aspettative e riuscendo ad ottenere una crescita già nel 2023, nell’anno in cui è stato tolto dal centrodestra il reddito di cittadinanza. Capitolo occupazione: i dati qui hanno mostrato un aumento dell’occupazione, con una crescita trainata in primis dal turismo e dall’agricoltura. Sono stati attratti, nel frattempo, nuovi investimenti che consolidano l’imprenditorialità e l’innovazione.

Tante le presenze in sala, con l’adunata dei dirigenti regionali e nazionali del partito e ad assistere c’erano numerosi militanti che hanno gremito il salone del Delta, a testimoniare che il partito di Meloni gode di buona salute in Sicilia, sta resistendo ai “cannoneggiamenti” senza tregua della sinistra che tra polemiche, scioperi ad oltranza e bordate mediatiche a ripetizione tenta in ogni modo di disarcionare il centrodestra, e come detto si è visto anche il “telegramma” dei patrioti agli alleati di Forza Italia con la scritta “Sorpasso, no grazie”.

Probabilmente l’evento ben riuscito a Giardini Naxos ha avuto una sola nota stonata. Oltre agli interessanti interventi dei vari esponenti politici e agli spunti di indubbio livello offerti dal confronto con imprenditori e stakeholder (quelli veri) si è notato anche altro. In questo momento Fratelli d’Italia, più che dalle opposizioni, dovrà guardarsi dall’ombra sempre più incalzante dei “pataccari” che, da più parti in Sicilia, orbitano attorno al partito. Non bussano alla porta, entrano come fosse casa loro. I patrioti se li porteranno a spasso nell’illusione percezione di averne un vantaggio o utilità oppure riusciranno a svincolarsi e vedere il buio oltre la siepe? Anche a Giardini Naxos, d’altronde, si è notata la presenza di qualche personaggio in cerca d’autore, abbigliato da stakholder, tra l’altro già sgamato da queste parti, in marcatura stretta sui vari parlamentari meloniani. Si sa che in questi contesti i professionisti dell‘allattata fanno sentire il fiato sul collo in cambio di qualche lisciata di “pelo”, sono quelli che intortano i politici (non solo quelli di Fratelli d’Italia): all’esterno li incensano, a patto che ci sia corrispondenza d’amorosi sensi, poi voltano l’angolo e nel privato li criticano (o peggio li sbeffeggiano) ritenendoli non all’altezza del compito. Fratelli d’Italia, in questa stagione, viene considerata l’eldorado del finto devotismo all’arrembaggio che, ascoltando le varie relazioni e le disquisizioni sulle risorse disponibili di cui godrà la Sicilia (fondi europei e regionali, per intendersi), già si fa venire la bava alla bocca, sognando montagne di “fuffa” e “picciuli”. Un tempo c’erano i fiumi di parole dei Jalisse a Sanremo, oggi riecheggiano fiumi di saliva da spalmare in giro per la Sicilia, ovviamente non a chilometro zero. Riflessioni politiche e valutazioni di stretta opportunità ad un certo punto, diventano, insomma, d’obbligo. L’ora stringe e la sola di turno non può attendere, si può fare finta di niente e lasciarsi inebriare dall’incenso ma è altrettanto vero che i tempi non sono quelli ideali per affiancarsi con leggerezza ai “Milord della fuffa” e trovarseli accanto rischia, presto o tardi, di tradursi in un boomerang: tanto più per il centrodestra, in una fase, in cui – da chi lo rappresenta a chi lo frequenta -, quest’area sembra avere tutti i riflettori addosso e non solo quelli politici. Pataccari a prua: portarseli dentro casa o tirare il freno è il bivio che diventa una sorta di confine tra l’essere davvero abili o rivelarsi boccaloni. I professionisti della marketta lucidano il piattino: loro ci mettono sempre la vasellina, gli “osservatori” esterni di queste storie invece no.

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