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Risorse umane fonte di innovazione


Le persone oggi sono il vero key success factor. “Non si tratta di uno slogan, ma di una constatazione di come sta cambiando il mercato del lavoro e del ruolo che giocano le competenze e le motivazioni nella competitività delle imprese”, dice Marco Longobardi, chief people officer di Fineco. Il quale vede anche un altro passaggio cruciale in atto sul fronte delle risorse umane. “Non basta più concentrarsi sull’attrazione dei talenti; è altrettanto importante la capacità di trattenerli in quanto, pur in un mercato come quello italiano, caratterizzato ancora da tassi elevati di disoccupazione giovanile, c’è una forte competizione per accaparrarsi le figure in grado di far crescere le organizzazioni”.

Oggi la priorità delle persone è assicurarsi un equilibrio tra la vita lavorativa e privata, con la conseguenza che da parte dei candidati c’è una selettività maggiore rispetto al passato. “Il cliché del ‘le faremo sapere’ vede un’inversione dei ruoli: oggi per noi fa parte della normalità sentirsi dire dal candidato che intende prendersi del tempo per esaminare la nostra proposta. Ma viviamo questo cambiamento come un elemento positivo, dato che riteniamo fondamentale la motivazione a iniziare un nuovo percorso insieme”.

C’è anche un’altra novità: il livello retributivo non è più l’unica variabile che guida la scelta di cambiare lavoro; oggi c’è più attenzione all’ambiente di lavoro e alla flessibilità. “Tra i giovani c’è grande interesse a conoscere i valori dell’azienda, le sue politiche di diversity e inclusion, come si comporta nei confronti dei consumatori e tutti quegli aspetti che hanno a che fare con l’universo della sostenibilità”, aggiunge Longobardi. Il quale sottolinea come questo approccio sia trasversale alle figure ricercate, che nel caso di Fineco si orientano soprattutto verso profili altamente qualificati specializzati in ambito quantitativo e di giovani da inserire nel customer care.

“In questo contesto, l’approccio delle aziende deve cambiare, con la consapevolezza che non è più sufficiente limitarsi alla selezione dei talenti, ma occorra impegnarsi per creare un ambiente di lavoro stimolante e inclusivo”, spiega l’esperto. “In particolare, il nostro settore si trova di fronte a nuove sfide, con un quadro regolamentare sempre più rigido e una spinta costante che viene dalla rivoluzione digitale. Senza dimenticare quanto sia importante lavorare per creare, e poi consolidare, una cultura aziendale che consideri la diversity un valore”.

Ma quali sono le azioni messe in campo per raggiungere gli obiettivi? “In primo luogo è fondamentale promuovere la comunicazione affinché tutti si sentano coinvolti”, replica Longobardi. “Abbiamo messo a punto un programma che incentiva la creatività e la sperimentazione”. Tra le altre cose oggi si conclude il ciclo inaugurale di incontri presso la Fineco Academy, la nuova struttura aziendale che si occupa di formazione, durante il quale dipendenti e consulenti finanziari della banca hanno approfondito la conoscenza di tutte le aree aziendali. “Non consideriamo l’innovazione un elemento fine a sé stesso. L’aspetto a cui teniamo di più è la possibilità di avere a disposizione un luogo di incontro per condividere esperienze e idee ma anche uno spazio dedicato alla formazione di dipendenti e consulenti finanziari. L’Academy rappresenta un passaggio importante per lo sviluppo della banca, un ponte tra le attività in sede e la rete di consulenza”, sottolinea.

Nelle scorse settimane a Milano si è svolta “Connect liberiamo il futuro”, iniziativa che ha coinvolto 130 dipendenti, rappresentativi dell’intera organizzazione, che hanno lavorato insieme, “creando interazione tra le persone, rafforzando la comunicazione, uscendo dalla routine quotidiana e immergendosi completamente in un processo di innovazione”, spiega il manager. Un vero e proprio InnovationLab, all’interno del quale sono stati esplorati nuovi scenari e analizzati i traguardi raggiunti. Quindi Longobardi conclude ricordando la certificazione della parità di genere ottenuta lo scorso anno, e verificata nel 2024, che non risponde solo a un impegno etico. “Poter contare su una forza lavoro diversificata consente di favorire l’innovazione e contribuire a creare un ambiente di lavoro stimolante in cui le persone si sentano rispettate ed apprezzate”.

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Per valutare il ritorno anche economico di queste prassi “le metriche sono articolate, ma pensiamo solo all’impatto positivo derivante dal basso turnover, nel nostro caso poco sopra il 2% annuale. Reclutare, formare e integrare nuovo personale è un investimento importante per le aziende”.



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