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S&P, ‘nel 2025 rallentamento di Usa e Cina’


agenzia

‘Dalle guerre rischi per il credito, subbugli sui mercati’

Di Redazione |

MILANO, 04 DIC – Con l’allentamento dell’inflazione,
la tenuta dei mercati del lavoro e la robusta spesa per i
consumi che sostengono l’attività economica nella maggior parte
dei mercati sviluppati “ci aspettiamo una crescita costante il
prossimo anno. Prevediamo un’espansione economica globale del 3%
nel 2025, con il rallentamento della crescita negli Stati Uniti
e in Cina (le due maggiori economie mondiali), la ripresa
dell’eurozona e la ripresa dei mercati emergenti”. E’ l’Outlook
per il 2025 di S&P contenuto in un report dal titolo “Global
Credit Outlook 2025: Promise And Peril.”
“Ci aspettiamo un ulteriore allentamento della politica
monetaria, anche se a un ritmo variabile tra le varie
giurisdizioni” scrive Alexandre Birry, Global Head of S&P Global
Ratings Credit Research & Insights. “Ma soprattutto, la discesa
sarà più lenta dell’aumento, con i tassi che si assesteranno
sicuramente a livelli più alti di quelli visti durante la fase
di sostanziale espansione del denaro a basso costo dopo la crisi
finanziaria globale”. S&P Global Ratings prevede un calo delle
insolvenze, anche se ancora a un ritmo più lento rispetto
all’aumento.
“L’aggravarsi delle fratture geopolitiche rappresenta il
rischio maggiore per il miglioramento del panorama creditizio”,
ha dichiarato Gregg Lemos-Stein, Chief Analytical Officer di
Corporate Ratings. “Il protrarsi della guerra tra Russia e
Ucraina fino alla fine del terzo anno, l’intensificarsi del
conflitto in Medio Oriente e la propagazione della
polarizzazione interna in alcuni mercati potrebbero interrompere
i flussi commerciali e di investimento, mettere in subbuglio i
mercati finanziari e costringere i governi ad aumentare le spese
per la difesa in un contesto di bilanci già molto magri”. Nel
lungo termine gli analisti vedono anche “rischi strutturali che
caratterizzeranno il futuro del credito” con “una maggiore
pressione sul credito da parte dei rischi fisici e di
transizione associati al cambiamento climatico, insieme ai
crescenti rischi sistemici derivanti dai cyberattacchi”.

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