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#9 MUMBLE MUMBLE – by Caterina De Biasio


MUMBLE MUMBLE è una rubrica di Mirror Mirror in cui troverete interviste a persone che lavorano nella moda e ne stanno delineando i confini, ognuno a modo suo. Una volta al mese viene ospitata una persona che stimo, la cui idea di moda si avvicina alla mia. Ci fermeremo e faremo due chiacchiere in un mondo che corre veloce.
Tempo fa un’amica mi raccontava dell’azione politica e femminista del gossip, un po’ per farmi sentire bene perché a me il gossip piace molto, un po’ perché effettivamente è un modo per raccontare la realtà, mettendola in discussione con uno strumento ambiguo, ma capace creare comunità e connessioni. Qui non si farà gossip vero e proprio, ma del gossip ci sarà quel grado di intimità e leggerezza sulle cose di cui la moda oggi ha molto bisogno.

La nona ospite di Mumble Mumble è Saida Bruni. Ho scritto a Saida tempo fa, per un motivo molto pratico: la borsa monogram bianca Murakami di Louis Vuitton. Saida ha un archivio di abiti rari e procede con rigore scientifico per scovare i capi migliori e i prezzi più convenienti. Chi mi legge sa che, come molti altre persone che lavorano nella moda, sono facilmente angosciata dall’affanno in cui versa la moda che ha svariate conseguenze tra cui l’abbassamento della qualità dei prodotti e l’assenza di attaccamento e usura degli abiti che possediamo. Di Saida abbiamo bisogno per la conoscenza profonda delle collezioni e l’attenzione ai dettagli storici e di manifattura dei capi; per la sua capacità di agire fulminea ma anche di aspettare e valutare bene un acquisto. Io e Saida ci siamo conosciute per un motivo molto pratico, forse superficiale, direbbero alcuni: una borsa. Eppure cercando con Saida una borsa rara, spesso troppo costosa, ho capito ancora una volta che la moda dovrebbe essere sempre così: una ricerca attenta insieme a qualcuno, e condividere dettagli, consigli tecnici sul deteriorarsi dei materiali e previsioni sugli andamenti ondivaghi di un’industria un po’ cartomante, un po’ colonnello. Saida ha creato Akhralova, un archivio di abiti preziosi, e qui sotto sempre di abiti abbiamo parlato. E ne parleremo ancora, presto.

Ecco la mia Murakami del 2011.
  1. Se dovessi vivere in un solo abito/look, quale sceglieresti?

    Il mio pigiama scozzese rosso in flanella.

  2. Consigli su come indossare un maglione nero.

    Con gonna Midi in pelle e stivali al ginocchio. Reference: donna karan 1999

  3. Il tuo lavoro in dieci parole.

    Una vera caccia al tesoro ogni giorno, tutti i giorni!

  4. Qual è il tuo ricordo più bello legato alla moda?

    L’ultima sfilata di Ennio Capasa di Costume National.

  5. Cinque pezzi che vorresti avere nel tuo archivio.

    Un abito con cappuccio di Azzedine Alaïa del 1986 indossato in sfilata da Grace Jones.

    Mini papillon di Luis Vuitton by Marc Jacobs del 2004 in pelliccia.

    Un abitino in tulle nero con velo di Dolce e Gabbana del 1998.

    Il cerchietto con le corna luminose di Vivienne Westwood della spring summer 1988( ‘Britain Must Go Pagan’).

    Un abito da sera in chiffon grigio Versace couture, collezione ‘Medieval’, autunno-inverno, 1998.
  6. Qual è l’abito nel tuo armadio che hai consumato di più?

    Le mie tabi di Margiela del 2002.

  7. Qual è un capo d’archivio che secondo te è sottovalutato e che ha più valore di quanto ne diamo ora?

    Molti dei capi della maison Valentino, la mia collezione preferita è la ss 1995, nel mio archivio ho diversi completi di quella annata e sono tutti unici, realizzati con una qualità sartoriale impeccabile.

  8. In questi ultimi anni è fiorito l’ambito del vintage e dell’archivio. Cosa consiglieresti a una persona che vuole lavorare in questo mondo?

    Essere appassionati e pronti a investire tempo nell’apprendere dettagli, immergersi profondamente nel web, cercare ovunque.

  9. Qual è la cosa che tu hai trovato più difficile lavorando in questo ambito?

    Sicuramente la valutazione dell’autenticità. A volte è complicato riconoscere un capo originale, soprattutto quando si tratta di dettagli sottili che possono essere riconosciuti solo grazie a una conoscenza approfondita.

  10. Due consigli per chi vorrebbe utilizzare Vinted ma è spaventato dalla ricerca e non pensa di essere capace di trovare ciò che vuole.

    Su Vinted chi dorme non piglia pesci. I collezionisti e resellers sono sempre online quindi se cerchi qualcosa in particolare devi sempre essere vigile. Un altro consiglio è mettere l’articolo che ti piace tra i preferiti anche se costa una cifra spropositata: ogni tanto capita che i venditori abbassino il prezzo drasticamente perché non riescono a vendere o perché vogliono liberarsi dell’articolo. È una mossa che richiede pazienza, ma può rivelarsi un affare.

  11. Gossip girl o Sex and the City?

    Sex and the city.

  12. Due brand che fanno un buon utilizzo del proprio archivio, e perché.

    Penso che Miuccia Prada, affiancata da Raf Simons negli ultimi anni, ha fatto un utilizzo molto interessante e consapevole degli archivi di Prada e Miu Miu, riportando in passerella alcuni dei capi più iconici delle collezioni passate, come la gonna a pois della SS 2000, che ho nel mio archivio e che è riemersa nelle ultime sfilate, e gli abiti in organza trasparenti delle sfilate del 1995 che sono stati rielaborati nelle recenti collezioni.

    Un altro brand che mi viene in mente è Gucci, sotto la direzione di Alessandro Michele. Anche se non sono una sua grande fan, devo dire che ha fatto un buon lavoro nel rinnovare i pezzi storici del brand. Penso alla borsa Horsebit 1955 e al tailleur di velluto che Tom Ford aveva reso iconici negli anni ’90. Michele è riuscito a mantenerli freschi e attuali, pur rispettando il loro heritage.

  13. Un brand interessante oggi.

    Nel panorama del lusso direi Bottega Veneta, perché ha iniziato ad orientarsi verso pratiche che più sostenibili, quindi spero di poter comparare in futuro la Hop in pelle vegana.

  14. Qual è il tuo pezzo preferito del tuo archivio e perché? Come l’hai trovato?

    Il mio pezzo preferito in questo periodo è il cardigan di Gucci del 2002. L’ho scovato su eBay, e devo dire che è l’unica cosa elegante che ho trovato mentre cercavo il mio “affare del secolo”!

  15. Che libro stai leggendo in questo periodo?

    La vegetariana di Han Kang, regalo di Cami (Camilla Marchi).

  16. Qual è l’immaginario, il film, la sfilata o l’abito o l’artista che per te rispecchia o racconta al meglio i nostri tempi?

    Yayoi Kusama. Credo che rispecchi profondamente il nostro bisogno di introspezione.

  17. Due sfilate/collezioni che dovrebbe essere conosciute e celebrate di più.

    La collezione McQueen A/I 1995 – Highland Rape che ha creato tanto scalpore andando a indagare i concetti di violenza e libertà. Poi c’è Perry Ellis 1993 – by Marc Jacobs, che ha portato il grunge direttamente sulle passerelle, cambiando le regole della moda luxury.

  18. Ci sono mille motivazioni per amare gli abiti del passato e le storie che portano con sé. A te cosa attrae degli abiti d’archivio?

    La loro qualità e la cura nei dettagli. Come quella giacca di Romeo Gigli, in cui McQueen cucì un “fuck you” nascosto nella fodera interna.

Go and find Saida in the web and in the world!!! ಇ.

4ever chit-chatting,

xx C





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