Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Prestito personale

Delibera veloce

La grande condivisione: più dell’80% degli italiani dice No al nucleare


La transizione energetica s’ha da fare e ormai si è tutti d’accordo, dove ci si divide è su come farla, perché gli interessi in gioco sono tanti, diversi e non con lo stesso potere; di conseguenza non sempre esiste la soluzione unica, soprattutto in Italia, dove ogni territorio ha le risorse ambientali ed energetiche che possono cambiare anche a distanza di pochi km.

QUELLO SU CUI I CITTADINI CONCORDANO sempre di più è che il ritorno a nucleare non può essere una soluzione. L’attuale governo in un’ottica “pragmatica” vede la tecnologia nucleare come parte di un mix energetico equilibrato per migliorare il processo di transizione. Si potrebbe dire che è altrettanto pragmatica e non ideologica la posizione di quell’81% di italiani che secondo la nuova indagine Ipsos “Gli italiani e l’energia” realizzata per Legambiente, Nuova ecologia e Kyoto Club, si dichiara contrario al nucleare per i rischi correlati e i costi nascosti, una percezione che va aumentando in quanto 5 mesi prima erano il 75%. Mentre solo il 18% sarebbe disposto ad accettare la costruzione di un sito a una distanza minima di dieci chilometri dalla sua abitazione.

LA SOLUZIONE DI UNA GROSSA PRODUZIONE energetica non distoglie l’attenzione delle persone dai pericoli insiti nella concentrazione dei rischi ambientali e anche del potere nelle mani di chi si può permettere un tale investimento. “Una soluzione- afferma Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club- anche antieconomica: basta vedere i costi delle ultime centrali nucleari in costruzione in Europa, da Flamanville in Francia a quella di Hinkley Point nel Regno Unito”. Stefano Ciafani di Legambiente inoltre ricorda come secondo i rapporti di una fonte non ambientalista come l’Agenzia Internazionale dell’Energia “ i costi esorbitanti di questa tecnologia rendono i contributo dell’atomo per produrre elettricità nei prossimi decenni sempre più residuale e che le imprese nel mondo stanno investendo quasi esclusivamente in impianti a fonti pulite: lo scorso anno, secondo i dati di Irena, in tutto il mondo, gli impianti a fonti rinnovabili hanno rappresentato l’86% della nuova potenza installata per produrre elettricità, mentre quelli a fonti fossili e gli impianti nucleari hanno contribuito solo per il 14%”. Il nucleare è quindi insostenibile anche economicamente oltre che ambientalmente, mentre per quanto riguarda le energie rinnovabili secondo la stessa indagine l’85% (anche questa una percentuale in aumento) degli italiani le associa al rispetto e alla tutela dell’ambiente mentre dal punto di vista economico, accanto alla consapevolezza dei costi attuali per il 58% del campione vi è la certezza che la transizione è, o almeno sarà, conveniente. Allo stesso tempo secondo i dati di un report realizzato da Legambiente l’Italia va ancora troppo lentamente nella realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili necessari a centrare gli obiettivi fissati al 2030. Negli ultimi quattro anni è stato, infatti, realizzato appena il 23,2%. Mancano ancora all’appello 61,4 GW da realizzare nei prossimi 6 anni, pari a 10,2 GW l’anno: secondo le previsioni nel 2024 saranno tra i 7 e gli 8 GW. Sul dato relativo al 2025 e agli anni successivi rischiano di incidere negativamente il decreto agricoltura, quello ambiente e il dm sulle aree idonee.

LEGAMBIENTE IN PARTICOLARE È CRITICA sul nuovo decreto aree idonee di luglio con cui il Governo delega totalmente le Regioni ad approvare le linee guida su dove realizzare gli impianti su cui il Paese rischia di arenarsi e nelle sue pagelle boccia le troppe restrizioni imposte da Puglia e Sardegna. A questo proposito, è proprio in relazione alla normativa sarda che il Consiglio di Stato la settimana scorsa ha sospeso temporaneamente l’articolo 7, comma 2, lettera c) del decreto ministeriale di giugno, che dava alle Regioni il potere di escludere alcune aree già classificate come idonee; è stata quindi raccolta una richiesta di tutela cautelare avanzata da un’impresa del settore eolico, che intendeva ammodernare i propri impianti sostituendo le turbine con modelli più efficienti e aveva rilevato che la normativa regionale rendeva non idonea l’area su cui aveva precedentemente realizzato l’impianto eolico. In attesa che il Tar decida il 5 febbraio 2025, le Regioni non potranno definire le aree idonee in senso più restrittivo. La questione di quali aree siano da considerare idonee e quali no è resa complessa dalla altrettanto complessa valutazione di quello che per un territorio può essere considerato una generazione di valore oppure no. Non si tratta di volere la botte piena e la moglie ubriaca, come si pensa a volte di chi vuole la transizione ma allo stesso tempo contesta una pala eolica o il campo fotovoltaico, ma di considerare che ogni impianto e ogni territorio hanno una storia a se’ e qualsiasi decisione non può essere decontestualizzata in nome di un imperativo, che sia energetico o paesaggistico. Ciò non toglie che in un Paese servono delle linee guida omogenee che evitino di avere delle regole che cambiano da un luogo all’altro e espongono i progetti a paralisi per controversie fra amministratori locali.

IL MECCANISMO VERSO LA TRANSIZIONE energetica che mette tutti d’accordo è quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili: mettere in rete in una specifica zona geografica piccoli produttori e utilizzatori di energia (cittadini, piccole e medie imprese, associazioni ed enti locali che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta nella comunità stessa) non mostra controindicazioni e ha un forte valore sociale; un’opportunità che è ancora poco conosciuta: secondo l’indagine Ipsos ne è informato solo il 14 %.



Source link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro