IMPIANTI
Il prossimo step per migliorare l’experience di gioco è raffrescare i campi nel periodo estivo e mantenere alta l’occupancy della struttura anche quando il caldo diventa estremo. Come riuscirci? Con il sistema Clima ideato da Prima Sport che viene applicato ai loro palloni pressostatici e permette di ridurre sensibilmente la temperatura percepita
È l’effetto che si prova appena entrati nella nuova struttura dello Sporting Club Le Bandiere a Colturano, zona sud est di Milano. Un club pioniere, che ha immediatamente investito su una grande superficie quando per molti il padel era ancora una scommessa, per altri perfino un azzardo «perché sarà solo una moda passeggera». Ai quattro campi all’interno di una bella struttura fissa, ne sono stati aggiunti altri cinque, infilati in un unico pallone pressostatico, made in Prima Sport, società leader nelle coperture sportive, che copre anche un campo da pickleball e una dépandance della palestra. Visto dall’alto faceva già una certa impressione, visto da dentro è immenso. Però, nel padel non sono le misure a fare la differenza ma i servizi che si riescono a offrire. E dunque, cosa mai avrà di diverso questo pallone pressostatico rispetto alle centinaia già montati in tutta Italia da Prima Sport?
Il nuovo sistema Clima che, come suggerisce il nome, prevede un impianto di raffrescamento estivo (e di riscaldamento invernale, of course) che rappresenta la nuova frontiera per un club premium level. Francesco Busa, socio fondatore del centro, è un grande appassionato e un avido giocatore, quindi nella scelta ha optato per la praticità: «Nel periodo estivo ci sono due grandi problemi per noi padelisti incalliti: giocare outdoor non ci piace granché perché sole e vento sono brutti avversari e comunque in certe fasce orarie fa troppo caldo. Con questo pallone pressostatico e il sistema Clima abbiamo risolto entrambi i fastidi».
Tra i club che hanno già applicato il sistema Clima ai palloni pressostatici di Prima Sport ci sono lo Sporting Club Le Bandiere di Colturano (Milano) e il Centro Padel di San Miniato, in Toscana
Raffrescamento è la nuova parola d’ordine di un padel club di livello premium. La soluzione? Il sistema Clima di Prima Sport
Infatti, il pressostatico nasce per risolvere una semplice esigenza: coprire un campo sportivo d’inverno e poi scoprirlo d’estate. «Un giochino costoso – continua Busa – e nel caso del padel anche poco apprezzato. Il padelista vuole giocare indoor perché sono le condizioni ideali per performare al meglio. Il problema è che senza un sistema di raffrescamento, la temperatura diventa proibitiva. Ecco così l’idea di raffrescare la struttura e mantenere il pressostatico montato tutto l’anno». Una rivoluzione pratica di un concetto decennale. Nel tennis, sarebbe impensabile perché l’appassionato adora giocare outdoor nel periodo estivo, nel padel è una soluzione perfetta.
«Studiare un sistema di raffrescamento che funzionasse adeguatamente non è stato facile – ci ha detto Monica de Maria, titolare di Prima Sport -. Si tratta di un tessuto tecnico appositamente studiato per questo obiettivo: l’abbiamo testato su campi di nostra proprietà e finalmente la scorsa estate abbiamo superato tutti i test. Anzi, siamo pure andati oltre le nostre aspettative perché siamo riusciti a far scendere la temperatura percepita di otto, dieci gradi». Un risultato notevole, considerando che Busa nel suo Sporting Club si sarebbe accontentato «di mantenere la temperatura esterna!». Ma il raffrescamento estivo è un servizio che può produrre business? Eccome! Dopo anni di boom e casi statistici ben evoluti, è assodato che un campo da padel outdoor genera circa la metà del fatturato di uno indoor. Così come d’estate si registra un calo sensibile delle prenotazioni, proprio a causa di un clima divenuto sempre più estremo. E se d’inverno è normale affidarsi al riscaldamento, perché d’estate non si dovrebbe fare altrettanto con il raffrescamento? «Indubbiamente – sostiene de Maria -: c’è sempre maggior concorrenza tra i club e serve distinguersi offrendo un servizio sempre più accurato. In più, qui stiamo parlando di offrire la possibilità di giocare in condizioni accettabili per un certo periodo dell’anno, non si tratta di un dettaglio».
«Con questo sistema di raffrescamento che funzionasse adeguatamente non è stato facile siamo andati oltre le aspettative perché siamo riusciti a far scendere la temperatura percepita di otto, dieci gradi» Monica de Maria, titolare Prima Sport
Vien da chiedersi se, lasciando il pallone montato tutto l’anno, perché non affidarsi direttamente a una struttura fissa. La risposta è chiaramente nei costi perché una tensostruttura, che sia in legno o acciaio, richiede un investimento iniziale decisamente maggiore. C’è solo un aspetto che non deve essere assolutamente trascurato e che la stessa de Maria consiglia vivamente: «Prima dell’installazione, bisogna indicare in comune che non vi è intenzione di smontare il pallone d’estate per non avere problemi in caso di verifica. Basta seguire l’iter corretto». L’unico cruccio che rimane in casa Prima Sport rimane lo spirito di emulazione, diciamo così, di vari competitor: «Mi è già successo in passato con altri nostri prodotti, fra due o tre anni potrebbe accadere anche con il sistema Clima: vengono, studiano e poi cercano di copiare. Per questo cerchiamo sempre nuove soluzioni, per stare un passo avanti a tutti, nella consapevolezza che l’originale è sempre meglio della copia».
«Nel periodo estivo ci sono due grandi problemi: giocare outdoor non piace granché perché sole e vento sono brutti avversari e in certe fasce orarie fa troppo caldo. Con questo pallone pressostatico e il sistema Clima abbiamo risolto entrambi i fastidi». Francesco Busa, Sporting Club Le Bandiere
Il riferimento è all’ormai mitico Padel Box di Prima Sport che sta affollando i padel club italiani: «Il primo prototipo era bruttissimo, un Galbanino. Era il 2019 e quando l’ha visto mio padre, che ha cominciato a montare pressostatici nel 1976, non si è trattenuto: ‘Sei pazza, non funzionerà mai!’. L’abbiamo sperimentato in un club di Parma, addirittura per una copertura doppia. Li abbiamo allacciati con una cerniera e, ancora adesso, funziona perfettamente. Nel tempo abbiamo perfezionato ogni dettaglio, compreso un giro a terra che facilita l’azione di montaggio: adesso un Padel Box da quattro campi lo installiamo in sette ore, senza gru e mezzi di sostegno. Alle spalle ci sono anni di studio e investimenti, ma ne è valsa la pena!».
Così come per il sistema Clima che promette di migliorare sensibilmente l’experience di gioco, in una classica situazione di win-win: infatti, per un club i costi energetici per mantenere attivo un pallone pressostatico sono inferiori a quelli di montaggio e smontaggio («Per quanto abbiamo messo a punto un sistema così rapido da non intralciare l’attività del club. E quello faticano ancora a copiarlo» precisa de Maria) e per l’utente la soddisfazione tecnica è decisamente maggiore. Dopotutto, se durante il boom iniziale si riempivano anche i campi all’aperto nelle fredde serate invernali, ora è necessario offrire servizi all’avanguardia per mantenere alta l’occupancy della struttura, con i club che cercano di migliorarsi continuamente. E, in quest’ottica, raffrescare i campi sta diventando un must. E un buon gestore deve prevedere questa necessità.
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