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OPEN SCIENCE/ L’importanza dei dati FAIR e il caso della piattaforma IODH


La ricerca scientifica può essere considerata come uno dei pilastri fondamentali della società moderna, in quanto rappresenta un motore di progresso economico e sociale che amplia la comprensione del mondo e promuove il benessere collettivo.

Oltre alla sua dimensione etica, la ricerca scientifica ha spesso un’impronta pragmatica strettamente legata alle opportunità economiche derivanti dalla proprietà intellettuale. Tuttavia, il sistema di gestione della ricerca accademica presenta inefficienze nella pubblicazione e diffusione e nel riconoscimento professionale dei ricercatori. Da metà degli anni 70, infatti, è in atto un aumento esorbitante dei costi delle riviste scientifiche, che si somma alla perdurante difficoltà nella riproducibilità, ossia nella possibilità reale di replicare molti studi scientifici, accentuata dalla pressione a pubblicare (la cosiddetta necessità di “publish or perish”) che favorisce una produzione scientifica sempre più standardizzata.



Il valore sociale della ricerca scientifica tende ad ampliarsi quando la scienza diventa accessibile a tutti, che è ciò che si pone come obiettivo il movimento della Open Science. L’Open Science (Scienza aperta) è un approccio basato su collaborazione, trasparenza e accessibilità del sapere scientifico, che sfrutta strumenti digitali per rendere i risultati della ricerca disponibili a tutti. La Commissione Europea, nelle raccomandazioni del 31 maggio 2018, definisce l’Open Science come “…un nuovo approccio alla ricerca, basato sulla cooperazione e sull’uso di nuove tecnologie per condividere le conoscenze, migliorando l’accessibilità e la possibilità di riutilizzare i risultati grazie agli strumenti digitali e collaborativi”. All’interno di queste raccomandazioni viene anche definito il concetto di Open Access (accesso aperto): “La possibilità di accedere e riutilizzare i risultati della ricerca digitale con il minor numero di limitazioni possibile”. L’Open Science mira non solo a diffondere il sapere, ma anche a stimolare l’innovazione e l’applicazione sociale della scienza.



Secondo questo paradigma, ogni prodotto della ricerca scientifica dovrebbe essere disponibile gratuitamente e riutilizzabile senza restrizioni. Ciò include non solo la letteratura scientifica, ma anche i dati su cui si basa, i materiali e gli strumenti utilizzati quali appunti di laboratorio, campioni, software, protocolli e codici.

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La Open Science è dunque caratterizzata dai seguenti princìpi:

  1. La conoscenza come bene comune
  2. Un regime di collaborazione e solidarietà tra scienziati, basato sull’equità e l’inclusione
  3. La trasparenza del processo e dei contributi usati per la produzione e la validazione dei risultati scientifici
  4. La messa a disposizione gratuita e con diritti di riuso, in rete, dei risultati della ricerca e della formazione per la società, l’innovazione e una vaga forma di “scienza per il cittadino”
  5. Il (mantenimento del) rigore scientifico, la riproducibilità dei risultati sperimentali, la discussione critica dei dati, delle informazioni e della conoscenza resi accessibili in rete.

Nel giugno 2022 è stato pubblicato, in ottemperanza al Decreto Ministeriale n. 268 del 28 febbraio 2022, il Piano Nazionale per la Scienza Aperta, un documento che mira a gettare le basi per l’adozione completa dell’Open Science in Italia, promuovendo un sistema più aperto, trasparente ed inclusivo, con l’obiettivo di restituire alla comunità scientifica il controllo sulla comunicazione dei risultati della ricerca, generando benefici per l’intera società. Il Piano, che rappresenta una componente chiave del Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) e che si affianca al Piano Nazionale per le Infrastrutture di Ricerca (PNIR), mira a garantire all’Italia un ruolo attivo nei processi di Open Science a livello europeo e internazionale, favorendo una piena integrazione nei principali scenari di cooperazione scientifica globale.



Nell’ambito dei concetti inerenti alla Open Science ricorre frequentemente l’acronimo FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, Reusable), che è spesso associato ai dati di ricerca e rappresenta un insieme di princìpi cardine per la gestione dei risultati scientifici. Sarebbero:

Findable: Le risorse scientifiche (dataset, prodotti scientifici) devono essere facilmente rintracciabili grazie a metadati accurati e identificabili automaticamente.

Accessible: Una volta trovata una risorsa, è essenziale potervi accedere, anche con restrizioni. È fondamentale specificare chiaramente le modalità di accesso.

Interoperable: I dati devono poter essere integrati e utilizzati insieme ad altre fonti o strumenti, facilitando le analisi e l’archiviazione.

Reusable: I dati devono poter essere riutilizzati per replicare esperimenti o rispondere a nuove domande di ricerca, grazie a descrizioni e metadati completi.

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Seguire i principi FAIR, anche parzialmente, aumenta la visibilità e l’impatto delle ricerche, contribuendo a rendere i risultati scientifici più utili ed efficienti per tutta la comunità.

Sebbene l’Open Science promuova la massima diffusione dei dati, non sempre è possibile adottare una licenza completamente aperta. In presenza di vincoli legali o etici, il principio di accessibilità si applica tramite metadati dettagliati, che descrivono come accedere ai dati e quali restrizioni vi si applicano. Ad esempio, può essere necessario identificarsi o richiedere un’autorizzazione, che potrebbe anche non essere concessa. Anche i dati soggetti a limitazioni possono rispettare i princìpi FAIR, purché siano tracciabili, evitando duplicazioni di lavoro e ottimizzando le risorse della comunità scientifica.

Per garantire che i dati siano FAIR, sono necessari i seguenti requisiti:

  1. Documentazione: Fornire contesto e dettagli sui metodi di raccolta e gli strumenti usati.
  2. Metadati: Informazioni descrittive che seguano standard disciplinari, o in alternativa includano file “read me”.
  3. Formati standard: Usare formati interoperabili per facilitare la combinazione e l’elaborazione dei dati.
  4. Diritti di accesso: Chiarire le condizioni di accesso, eventuali limitazioni e periodi di embargo.
  5. Identificatori persistenti: Riferimenti univoci e duraturi, come DOI e ORCID, per individuare e citare risorse digitali.
  6. Licenze: Specificare con chiarezza le condizioni di riutilizzo dei dati.

In tale contesto si segnala la piattaforma IODH (iInformatica Open Data Hub), che si pone come punto di riferimento per la condivisione e l’accesso a dati di ricerca aperti. Sviluppata dal centro di ricerca privato iInformatica, IODH offre un ambiente centralizzato e strutturato dove ricercatori di ogni disciplina possono depositare, scoprire e riutilizzare dataset di alta qualità. La piattaforma è progettata per accogliere progetti di ricerca estremamente diversificati, offrendo uno spazio dedicato per descrivere ogni iniziativa in modo dettagliato. Ogni progetto può essere arricchito da pubblicazioni scientifiche, articoli, report e presentazioni che contestualizzano i dati e rendono pubblici i risultati della ricerca, e da dataset strutturati nella forma di file CSV, pronti per essere analizzati e riutilizzati dalla comunità scientifica, collegati direttamente al progetto di riferimento, facilitando la tracciabilità e la comprensione dei dati.

La piattaforma IODH mira a promuovere una cultura della condivisione aperta e della collaborazione. Difatti, chiunque può contribuire proponendo nuovi progetti, caricando i relativi dati e le pubblicazioni, partecipando così attivamente alla costruzione della piattaforma; chiunque può accedere ed esplorare liberamente il catalogo di progetti, scaricare i dataset e utilizzare i dati per scopi di ricerca e analisi e può altresì riutilizzare liberamente i dati disponibili sulla piattaforma stessa.

Obiettivo che si pone tale piattaforma è quello di facilitare la scoperta e il riutilizzo di dati al fine di velocizzare il processo di ricerca e a ridurre la duplicazione di sforzi, promuovendo al tempo stesso la trasparenza e la replicabilità degli studi scientifici e la collaborazione tra ricercatori di diverse discipline, e offrendo un ambiente collaborativo e inclusivo per la condivisione e la valorizzazione dei dati di ricerca in ottica impatto sociale. La piattaforma è accessibile gratuitamente.

 

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