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ALTROCONSUMO * SERVIZI ASL: «RISULTATI MIGLIORI IN EMILIA ROMAGNA (61 PUNTI SU 100) TN-AA E FVG (60) / PAZIENTI PIÙ SCONTENTI IN SARDEGNA (41) – ABRUZZO (44) – BASILICATA (45)»


15.32 – martedì 7 gennaio 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Servizio Sanitario Nazionale e assistenza sul territorio: preoccupante il quadro emerso dall’Indagine Altroconsumo. Il 48% dei cittadini giudica negativamente i servizi dell’Asl, il 39% quelli dei Pronto Soccorso: su entrambi i fronti pesano soprattutto le attese.
Anche il giudizio relativo ai medici di base è in calo (meno 3 punti) per la prima volta dal 2019.

È un quadro preoccupante quello emerso dall’indagine sulla percezione dei cittadini riguardo al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) svolta anche quest’anno da Altroconsumo. L’indagine – condotta tra giugno e luglio 2024 intervistando 6.622 cittadini tra i 25 e gli 84 anni – mostra come la soddisfazione per i servizi forniti dalle Asl sia in netto calo rispetto agli anni precedenti, quella per i servizi di Pronto Soccorso stabile, su livelli comunque insoddisfacenti, mentre anche i medici di base, storicamente apprezzati, stanno mostrando segnali di cedimento.

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Il servizio delle Asl, infatti, è quello che riceve i giudizi più negativi, con il 48% degli intervistati insoddisfatti. I problemi principali riguardano le interminabili liste d’attesa per visite specialistiche, che registrano l’80% di insoddisfatti con un aumento del 19% rispetto al 2019, e i servizi di assistenza domiciliare, con una percentuale di soddisfatti ferma al 14%. Anche la puntualità degli appuntamenti e i servizi infermieristici ambulatoriali risultano problematici.

Il problema delle liste di attesa infinite è sempre più evidente. La questione è annosa e va peggiorando nel vissuto di molti cittadini, tanto che recentemente Altroconsumo ha messo a disposizione per tutti sul proprio sito i modelli di lettera precompilati che permettono di richiedere il rispetto dei tempi previsti per legge agli enti giusti (in molti casi stanno funzionando).
Per quanto riguarda i Pronto Soccorso, il 39% dei cittadini si dichiara insoddisfatto.

Le principali criticità sono legate alle lunghe attese prima dell’assistenza e dei risultati degli esami, nonché alle condizioni delle sale d’attesa, che ricevono giudizi negativi significativi, ad esempio, per igiene e comfort. Un dato significativo è che al 64% delle persone che sono state al Pronto Soccorso negli ultimi due anni è stato assegnato un codice bianco o verde (si trattava quindi di “non urgenze” o “piccole urgenze”): sintomo di un’assistenza territoriale inadeguata che contribuisce a intasare i Pronto Soccorso.

I medici di base rimangono il presidio più apprezzato, con solo il 15% di insoddisfatti e il 55% di soddisfatti. Tuttavia, il giudizio positivo cala per la prima volta di 3 punti rispetto al 2019: solo il 39% ottiene un incontro nello stesso giorno o in quello successivo, rispetto al 65% del 2019.

L’indagine svolta dall’Organizzazione mette in luce l’insoddisfazione crescente dei cittadini a causa delle gravi criticità del SSN; abbiamo una sanità pubblica preziosa ma in crisi per diversi fattori. Tra questi, il definanziamento cronico, che pone il Paese al di sotto della media europea per spesa sanitaria pro-capite, la carenza di personale medico e infermieristico aggravata da condizioni di lavoro difficili e retribuzioni poco competitive, e una programmazione insufficiente. E queste criticità ricadono pesantemente sui cittadini.

Inoltre le disparità territoriali particolarmente marcate contribuiscono ad aggravare il quadro, con le regioni del Sud maggiormente penalizzate. La Sardegna (41/100), l’Abruzzo (44/100) e la Basilicata (45/1000) registrano i livelli più bassi di soddisfazione rispetto ai servizi forniti dalle Asl, mentre Emilia-Romagna (61/100), Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia (60/100), Veneto (58/100) e Toscana (57/100) mostrano i risultati migliori, pur rimanendo solo intorno alla sufficienza.

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Altroconsumo sottolinea l’urgenza di interventi strutturali per rilanciare il Servizio sanitario nazionale, aumentando i fondi, migliorando la pianificazione e garantendo l’equità territoriale. In particolare, è prioritario ridurre le liste d’attesa, potenziare i servizi di assistenza domiciliare e migliorare l’accesso ai medici di base, essenziali per la continuità assistenziale. Servono interventi, perché il nostro Servizio sanitario nazionale, nato per garantire il diritto costituzionale di essere curati è in serio affanno. E gli effetti si vedono tutti, anche nei numeri di questa indagine.



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