Parte la sperimentazione. Il prefetto: «Integriamo quello che già si fa». Servono rinforzi
Stazioni ferroviarie e piazzale Roma, «zone rosse», anzi «rossissime» di super controlli e allontanamenti nei confronti di soggetti pregiudicati o considerati pericolosi nel periodo del Carnevale. Ma tendenzialmente le neonate «super zone rosse», che fanno di Venezia la prima città del Veneto a introdurre le indicazioni del governo in materia di sicurezza, saranno istituite durante tutti i grandi eventi della città, dal Redentore alla Storica. La novità è stata decisa ieri nella seduta del Comitato per l’ordine e la pubblica sicurezza (Cosp) con all’ordine del giorno una serie di appuntamenti «sensibili» nel territorio comunale, a partire appunto dalle tre settimane di manifestazioni in maschera, con inaugurazione il 14 febbraio e la festa degli innamorati a San Marco.
«Più controlli alle stazioni e a piazzale Roma»
«Partiremo con una sperimentazione, quindi ne valuteremo i risultati e decideremo come procedere — sottolinea il prefetto Darco Pellos — le zone dove sarà integrato quello che già viene fatto saranno la stazione di Mestre e i suoi dintorni, lo scalo ferroviario di Santa Lucia e piazzale Roma a Venezia». L’irrigidimento dei controlli — «saranno a campione», puntualizza Pellos — risponde alle disposizioni della direttiva del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi inviata ai prefetti il 17 dicembre «per sottolineare l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento», informava prima di Natale il Viminale che sollecitava anche a mettere mano ai regolamenti di polizia urbana per definire le vie e le piazze più critiche, ma anche interi quartieri, dove l’allontamento è sempre permesso.
Le aree «calde»
«Venezia in tal senso non deve fare nulla — precisa il prefetto — essendo tutto già stato predisposto ed essendoci già zone dove l’attenzione è massima». Come il quartiere di via Piave a Mestre dove sono in corso da tempo i pattugliamenti di «Alto impatto» (caldeggiati, anche questi, dalla direttiva di Piantedosi). O Venezia dove sono in vigore una serie di divieti che se non rispettati si rischia il daspo. Con le «super zone rosse» quindi si alza l’asticella della prevenzione e della sicurezza con un test che come contropartita necessita di più personale in divisa. «Già al precedente Cosp avevamo chiesto che ci fossero rinforzi per il Carnevale», conclude Pellos. Tra il 14 febbraio e il 4 marzo, con centinaia di iniziative pubbliche e private a ogni ora del giorno, tutto il centro storico da sempre è sotto stretta sorveglianza (nel 2019 per il Volo dell’Angelo, ora abolito, in piazza si entrava da varchi con verifiche puntuali su tutto il pubblico) e da quest’anno lo sarà ancora di più: i dettagli di come saranno organizzate le tre aree saranno definiti nelle prossime riunioni tecniche.
«Si dà un segnale»
Ma l’obiettivo è tenere distanti dagli eventi pusher, borseggiatori e chiunque possa creare problemi di ordine pubblico. «Si risponde alle richieste del ministero e si dà un segnale — dice il comandante dei vigili Marco Agostini —. Sette anni fa erano già state individuate dal regolamento comunale di polizia urbana le zone critiche e già adesso se il questore lo ritiene può considerare i provvedimenti di allontanamento emessi dalla polizia locale e deciderne ulteriori. Per questo, fino a questa mattina non avevamo più parlato». Sempre al Cosp è stato deciso di potenziare i controlli durante il Giorno della Memoria
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