Tre misure cautelari in carcere ed una ai domiciliari, che vanno ad aggiungersi alle altre 4 misure in carcere già notificate a dicembre. Scacco matto alla banda di banditi che ha commesso, tra le altre cose, la rapina da un milione di euro avvenuta nell’aprile del 2023 a casa dell’avvocato Vittorio Giaquinto.
“Saldatura tra criminalità italiana e straniera”
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa in Procura a cui hanno partecipato il procuratore capo Pierpaolo Bruni, l’aggiunto Carmine Renzulli, il capo della squadra mobile Dario Mongiovì, il dirigente dello Sco della Polizia di Stato Ivan Currà, e il funzionario della Squadra Mobile Gianluca Tuccillo. L’operazione ha evidenziato “una saldatura tra criminalità italiana e straniera”, ha ribadito il Procuratore Capo Bruni. Gli otto arrestati, infatti, sono 4 italiani (tra cui una donna) e 4 di etnia rom. La banda agiva in modo organizzato con i colpi che venivano pianificati con le vittime individuate con precisione dagli italiani e messi a segno dalla compagine straniera.
La rapina da 1 milione a casa dell’avvocato Giaquinto
L’indagine nasce ad aprile 2023, dopo la violenta rapina a casa del penalista casertano. I malfattori, giunti con una Mazda con targa contraffatta, passando probabilmente dal cortile della scuola Giannone, riuscirono ad introdursi prima in un’abitazione adiacente, dove era presente una coppia di coniugi che venne aggredita e rapinata. Poi costrinsero la donna a recarsi dal vicino, l’avvocato Giaquinto appunto, che quando aprì la porta venne aggredito con l’utilizzo di spranghe, sequestrato e derubato di contanti, gioielli, orologi e una collezione di monete per un importo complessivo di circa 1 milione di euro. Nella circostanza tutte le vittime riportarono lesioni.
Le indagini ad alto tasso tecnologico
Dalle prime indagini, i poliziotti riescono ad individuare il palo della rapina – Igor Zdravkovic, già arrestato a dicembre – Lo si vede camminare lungo via Tanucci e fino a via Battistessa. La sua andatura claudicante è compatibile con una patologia ad una gamba di cui sembrerebbe soffrire. Ad incastrarlo, però, sono le immagini pubblicate sui social, Facebook e Tik Tok, dalla compagna, Ilaria Somma di Castel Volturno, anche lei arrestata il mese scorso.
A fornire ulteriori elementi sono le indagini ad alto tasso tecnologico da parte dello Sco, effettuate con un software di ultimissima generazione, attraverso “una complessa analisi delle risultanze dei tabulati telefonici registrati su diverse celle nella zona della rapina” che hanno permesso di individuare “l’utenza di colui che faceva il palo”, ha aggiunto Currà. In questo modo si è dato un nome ed un volto al palo della rapina mettendo sotto osservazione la sua cerchia. “Siamo dovuti partire da zero – ha spiegato il Procuratore Aggiunto Renzulli – e non è stato facile riuscire ad individuare i componenti della banda”.
Il colpo sventato a casa del commerciante
Così, nel gennaio 2024, gli agenti della mobile casertana riescono a sventare un furto (che si sarebbe trasformato in rapina per la presenza delle vittime in casa) nell’abitazione di un noto commerciante napoletano, a Soccavo. Secondo i piani, i malviventi avrebbero dovuto asportare una cassaforte contenente 400mila euro mentre le vittime dovevano essere a Sharm el-Sheikh, ma erano in casa. Al loro arrivo, però, i malfattori trovano ad attenderli i poliziotti che li fermano. Nella fuga a bordo di un’auto uno di loro ha provato ad investire gli agenti. Per tali fatti i quattro sono stati già condannati dal tribunale di Napoli.
L’inchiesta va avanti
L’indagine che ha portato all’arresto non è conclusa. Da capire le modalità con cui la banda scegliesse le abitazioni da depredare, forse con l’utilizzo di basisti in grado di fornire dettagli ai malviventi. Legami che ora sono sotto i riflettori degli inquirenti anche le modalità d’azione “a colpo sicuro” da parte dei malviventi.
La migrazione rom verso il casertano
Un altro aspetto che è stato affrontato nel corso della conferenza stampa è quello delle migrazioni di rom verso Castel Volturno dove si starebbero trasferendo diversi soggetti dediti a furti o rapine. Quasi tutti gli arrestati risiedono nel napoletano, compresi i rom provenienti dai campi di Scampia e Secondigliano, solo la donna è di Castel Volturno. “Stiamo assistendo da tempo – ha spiegato il Procuratore di Santa Maria Capua Vetere Pierpaolo Bruni – ad una vera e propria migrazione di soggetti che lasciano altre zone della Campania verso Castel Volturno; al momento è solo un fenomeno di carattere sociale, ma che comunque come Procura stiamo seguendo”. Bruni ha creato un vero e proprio pool di magistrati che si occupa di Castel Volturno, comune molto esteso dove si calcola siano presenti quasi 20mila immigrati non regolari, sopratutto africani spesso dediti alla gestione di racket illeciti come la prostituzione e lo spaccio di droga, che negli anni sono sempre riusciti a trovare facilmente alloggi, come accade oggi per i rom, viste le tante case di cittadini napoletani una volta usate per le vacanze e poi gradualmente abbandonate a partire dalla fine degli anni 80′, dopo che furono usate per accogliere i terremotati del sisma in Irpinia.
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