Savona. Tutto nasce da una frase che mio figlio, 14 anni appena compiuti, mi ha rivolto la notte di Capodanno: “Papà, fino a qualche tempo fa il 2025 mi sembra un anno ‘del futuro’, da fantascienza. E invece ci siamo già. Però in fondo il mondo non è cambiato poi tanto da quando eri giovane tu, credo”. Sono scoppiato a ridere, e mi sono lanciato in un lungo racconto di quanto la nostra vita sia, ogni minuto, profondamente diversa da quella del 2000.
Certo, da un lato ha ragione lui. Nel 2001 avrebbe dovuto esserci l’Odissea nello Spazio, nel 2012 non è finito il mondo, nel 2015 abbiamo atteso inutilmente i volopattini e le scarpe autoallaccianti di Ritorno al Futuro. Niente replicanti alla Blade Runner nel 2019, e il 2025 è appena iniziato ma per ora non c’è traccia dei “Jaeger” di Pacific Rim. Si potrebbe continuare in eterno, scomodando i robot di Asimov o Terminator o la Neo Tokio di Akira. Per certi versi dunque sì, è vero, il mondo non è cambiato poi tanto… o almeno, non quanto ci immaginavamo.
Anche se in modo meno scenografico, però, le nostre vite sono cambiate in modo davvero significativo, con una altissima percentuale di attività quotidiane che sarebbe stata impossibile (a volte proprio impensabile) nel 2000. Social network, e-commerce, smartphone, dispositivi wireless, smartwatch, automazione, connessione ovunque, mobilità elettrica. L’elenco è lunghissimo e, soprattutto, decisamente “pervasivo” delle nostre vite: quasi ogni minuto compiamo gesti che non avremmo potuto fare 25 anni fa.
A casa: oggi chiediamo ad Alexa di spegnere le luci oppure chiudiamo le tapparelle da remoto, nel 2000 il televisore più vecchio a casa mia non aveva ancora il telecomando. A scuola: nel 2000 per fare le ricerche, se non possedevi un’enciclopedia (e a volte non bastava comunque), si andava apposta in biblioteca, non su Google o Wikipedia. In auto: tutti avevamo l’atlante stradale e nei viaggi consultavamo mappe e chiedevamo informazioni, mentre oggi abbiamo sempre con noi il navigatore, sia in auto che a piedi. Nel 2000 sceglievamo il ristorante con il passaparola anziché con Tripadvisor, e per organizzare un viaggio ci affidavamo a un’agenzia: ora, se vuoi andare ad esempio a New York, ti basta consultare un sito dedicato – ce ne sono tanti – e scaricare un itinerario pronto.
E ancora: il telefono cellulare (chiamate, sms e “squillini”) è diventato lo smartphone, che abbiamo in mano ogni minuto. Nel 2000 dovevamo andare fisicamente in banca e firmavamo le circolari delle scuole e le giustificazioni sul diario, oggi basta un’app. Lo streaming ha totalmente stravolto il modo in cui utilizziamo la tv, cancellando il palinsesto e modificando l’impostazione delle serie tv (prima erano un appuntamento fisso, ora “film a puntate”, roba da binge watching). Amazon è diventato una costante: conosco persone che, quando stanno finendo la carta igienica, invece di uscire la ordinano lì.
L’elenco è sterminato, e sto volutamente tralasciando i BeReal, i tutorial su YouTube o le partite di gruppo ai videogame: tutta roba che oggi appartiene alla quotidianità di un adolescente e che noi, nel 2000, in molti casi neppure immaginavamo. Lo stesso IVG è un esempio lampante del cambiamento: per voi, che leggete le notizie online, gratis e da dovunque grazie a un display tascabile e a una connessione mobile (nel 2000 io facevo il mio primo contratto Adsl…); ma soprattutto per noi della redazione, che lavoriamo da remoto – o sul campo – in tempo reale, guadagnandoci da vivere in un modo che nel 2000 non esisteva.
In 25 anni dunque le nostre vite sono cambiate, sì. E tanto. E il nostro territorio? Come è mutato giorno per giorno? Cambiamenti “invisibili” anno per anno diventano più macroscopici – e significativi – in un quarto di secolo. E così abbiamo deciso di fare un “viaggio” alla scoperta della provincia di Savona di 25 anni fa, raffrontandola con quella di oggi.
Ogni domenica una puntata dedicata a un aspetto. Parleremo ad esempio di lavoro: quali grandi aziende hanno aperto o chiuso in un quarto di secolo? Il calo dell’industria è stato compensato dal terziario? Ragioneremo sul turismo: come si è evoluta la nostra proposta? Siamo passati dalla “villeggiatura” al turismo mordi e fuggi, oppure ci salva la destagionalizzazione? Analizzeremo poi i cambiamenti a livello demografico, parleremo di cultura e di discoteche e di tanto altro. L’elenco è lungo, pensiamo ad esempio al porto: nel 2000 nemmeno esisteva ancora il Palacrociere, c’era solo il capannone che vedete nella foto in alto.
IVG vuole dunque raccontarvi questo cambiamento. Per ricordare come eravamo, e per capire che direzione stiamo prendendo. Cominceremo con un approfondimento del collega Luca Berto sul clima. Come è cambiato? Piove di più, o solo “peggio di prima”? E il tanto discusso riscaldamento globale si è avvertito anche da noi? Appuntamento a domenica prossima.
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