Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Finanziamo agevolati e contributi

per le imprese

L’Olimpiade del Veneto: le incognite che pesano su Cortina a poco più di un anno dall’avvio


De Coubertin riveduto e corretto: l’importante non è solo partecipare, ma anche e soprattutto come. Ed è tutt’altro che esemplare, il modo in cui le Olimpiadi invernali 2026 targate Milano-Cortina si avviano ai nastri di partenza. A segnalarlo con impietosa evidenza è quanto emerso nell’ampio forum proposto dal nostro giornale con il numero uno della Fondazione che le sta realizzando, Andrea Varnier: da cui emergono una serie di criticità destinate a pesare sui Giochi.

Una soprattutto, pesante come un macigno: l’evento è stato assegnato il 24 giugno 2019, ma fino a un anno e mezzo fa quasi nessun cantiere era partito. A conferma del vizio tutto e quasi solo italiano, lo scarto abissale tra parole ed opere; che oltretutto traduce i ritardi in inevitabili quanto gravosi aumenti dei costi.

Vediamo nel dettaglio i rilievi sollevati da Varnier, con esemplare misura nei toni ma con implacabile peso nella sostanza. Anzitutto, il criterio con cui sono stati distribuite le gare: troppo penalizzante, con una distribuzione geografica da Milano a Cortina passando per Bormio, Livigno, Predazzo, Tesero, Anterselva, per un totale di 18 impianti distribuiti su tre regioni diverse; e meno male che è saltata l’opzione iniziale di estendersi al Piemonte…

L’Olimpiade dei campanili, verrebbe da dire, che oltretutto vedrà i momenti-clou dell’apertura e della chiusura nella più assoluta pianura, tra Milano e Verona. Ancora con l’elenco, stavolta centrato su Cortina.

Le incompiute stradali, nel pieno dei Giochi: le varianti di Tai e di Valle (che avrebbero dovuto essere pronte già per i mondiali di sci del 2021…) rimarranno tali, costringendo gli organizzatori a modificare il piano trasporti, con ricadute su atleti, tecnici, staff e giornalisti; e chiunque oggi tenti di muoversi tra Longarone e Cortina sa bene di quale calvario d’asfalto si tratti, figuriamoci quando per seguire le gare si muoveranno migliaia di persone.

Altro rischio di ritardo, la cabinovia Cortina-Socrepes, destinata a collegare il centro della cittadina con il comprensorio delle Tofane, dove si disputerà la prova-clou, la discesa femminile. I cantieri sono più che mai aperti, appesi a loro volta al percorso a ostacoli degli iter autorizzativi; e se non verranno ultimati in tempo, avverte Varnier, ciò costringerà a ridimensionare di molto il numero degli spettatori, recando un grave danno economico e di immagine.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Rimane sospeso poi il nodo della pista da bob, per completare la quale in tempo utile si stanno facendo i salti mortali; per dare vita comunque a un progetto drasticamente ridimensionato rispetto all’originale (con costi triplicati…), e con addosso l’incognita economica del dopo Olimpiadi. Chi si addosserà i costi di gestione, stimati in un milione e mezzo di euro l’anno? Serviranno comunque sponsor privati, segnala il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi, avvertendo che il Comune da solo non può farcela, sotto pena di bancarotta.

Varnier: vi racconto le Olimpiadi a poco più di un anno dallo start

Le dolenti note di Varnier non finiscono qui. Comprendono le rivalità tra Comuni veneti, a differenza di quanto accade in Lombardia e Trentino-Alto Adige; gli albergatori cortinesi che non rispettano gli obblighi relativi alle garanzie; la tirata d’orecchie agli industriali per certe prese di posizione, accompagnata dall’invito rivolto in questi giorni dal sindaco Lorenzi, “meno chiacchiere e più fatti”. Insomma, un quadro d’insieme in cui si fondono “cose che vanno male e diversi grigi” (Varnier dixit); e anche se si riuscirà a tamponare diverse situazioni, sui Giochi 2026 gravano non poche incognite.

Certo, a Olimpiadi concluse lo spartito sarà ben diverso da quello festoso dei brindisi del 2019, e delle ostentate dichiarazioni di ottimismo che continuano a riversarsi, presidente del Veneto Zaia in testa. Senza parlare dei costi finali: ci sarà rosso, e quanto?

Non bisogna dimenticare che Cortina si è aggiudicata a suo tempo i Giochi contro una sola concorrente per giunta modesta, la svedese Are (e ci sarà pure un motivo se le candidature a ospitare le Olimpiadi sia estive che invernali sono sempre più rare); e che ha poi dovuto spartire la torta in tante fette, rimanendo con una dose da avari.

L’unico evento di attrazione sarà la discesa femminile; per il resto, bob (sempre se la pista sarà pronta, altrimenti la gara sarà disputata altrove), slittino, skeleton e curling. Gli occhi del mondo saranno puntati sull’apertura di Milano e la chiusura di Verona; gli eventi top, specie discesa e fondo, saranno altrove. A conti fatti, ne valeva la pena? O le Olimpiadi 2026 passeranno per Cortina agli archivi con lo slogan “sotto il vestito poco”?



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Conto e carta difficile da pignorare

anche per aziende e pos