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Arsenico e vecchi trucchetti, l’allarme ambientale nel Messinese diventa una fake news


La denuncia del sindaco di Alì Terme suscita la veemente reazione dell’azienda responsabile dei lavori per il doppio binario. Ma a novembre i carabinieri avevano già sequestrato materiale di scavo contaminato.

ALI’ TERME (Messina) – L’arsenico minaccia il suolo, sottosuolo e falde acquifere di Alì Terme dunque la salute della popolazione residente nel pittoresco Comune rivierasco? Sembra proprio di si a sentire il primo cittadino, l’avvocato Tommaso Micalizzi, che dal novembre 2024, con diverse iniziative a tutela dell’incolumità dei suoi concittadini, si batte per venire a capo della grave situazione. Il sindaco ha denunciato il problema durante l’ultima puntata di Report, su Rai 3, andata in onda lo scorso 19 gennaio, durante la quale Sigfrido Ranucci ed i suoi collaboratori si sono occupati, ancora una volta, del ponte sullo Stretto e dell’azienda capofila WeBuild Spa che lo costruirà. Quest’ultima società pare sia la stessa che ha ricevuto in appalto la realizzazione del doppio binario sulla tratta ferroviaria Fiumefreddo-Giampilieri a completamento della linea Messina-Catania previsto per il 2029.

Il sindaco Micalizzi durante l’intervista a Report, dietro il materiale coperto da un telone

Durante l’intervista dell’inviato Danilo Procaccianti il sindaco Micalizzi ripete quanto già era stato reso noto mesi addietro ovvero la presenza “atavica” di arsenico nei terreni collinari della zona oltre allo stoccaggio di materiale di risulta segnalato da una cittadina al Comune di Alì Terme ai primi di novembre dell’anno scorso: ”Il responsabile di WeBuild dice si abbiamo ritrovato presenza di arsenico nella terra tant’è che è stato stoccato lì e coperto – racconta Micalizzi durante l’intervista – ho fatto subito un esposto alla Procura della Repubblica…”. A questo punto della ripresa Procaccianti, rivolgendosi ancora al sindaco, dice che se piove l’arsenico contenuto nel materiale stoccato dall’azienda romana, potrebbe scivolare nelle falde e cosi via. Il primo cittadino risponde al giornalista: ”Guardi le deduzioni che lei fa sono quelle che faccio anch’io – aggiunge Micalizzi – anche perché non vedo dell’impermeabilizzante sotto…”. A questo punto Procaccianti incalza:” Il fatto di trovare arsenico è una sorpresa oppure…”, a seguire la risposta del sindaco:” La nostra roccia che contenesse arsenico è risaputo e lo sanno anche i bambini…La cosa che salta agli occhi è che questi poveri operai lavorano senza le mascherine, questa è una denuncia pubblica che voglio fare…”.

La puntata di Report ha poi fatto scaturire una dura reazione da parte dei vertici di WeBuild che hanno minacciato denunce diffidando Ranucci e i suoi con parole forti:” Sorprende che la Rai consenta la diffusione di notizie false. L’azienda di costruzioni, fondata da Salini e Impregilo nel 2014, ha poi diramato un comunicato enunciando accuse precise:

La galleria Sciglio con il raddoppio della strada ferrata. Foto sikilynews.it

”Il Gruppo WeBuild si dice sorpreso per il comportamento della Rai laddove consenta la diffusione di notizie false che pregiudicano il lavoro delle aziende italiane, smentisce di nuovo le notizie circolate, totalmente prive di fondamento, che intendono diffondere fake news su opere strategiche per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, come Ponte sullo Stretto di Messina e Terzo Valico dei Giovi, e diffida Report a pubblicare… (il seguito del comunicato)… riservandosi in caso contrario di adire le vie legali per tutelare la propria immagine e il valore dell’azienda per tutti i suoi stakeholder”.

La stessa azienda però sarebbe stata sbugiardata, giorni addietro, dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia che respinge al mittente le accuse di essere a conoscenza di particolari importanti sul progetto del ponte:” Noi come Ingv non siamo stati coinvolti formalmente per dare un parere sulla pericolosità sismica…L’Ingv si dichiara totalmente estraneo a qualsivoglia relazione tecnico-scientifica che esprime solo il pensiero scientifico degli autori…”.

La vasca di accumulo sequestrata e poi svuotata dietro autorizzazione della magistratura

Insomma polemiche, diffide, denunce per un’opera che, se costruita davvero, stravolgerebbe gli equilibri ambientali, ecologici e sociali della provincia di Messina in particolare, e della Sicilia più in generale. Tornando all’arsenico di Alì Terme i precedenti non mancano. L’8 novembre scorso veniva sequestrata dai carabinieri la vasca di accumulo (poi svuotata e liquidi contaminati smaltiti) nel cantiere del raddoppio ferroviario Messina-Catania tra Nizza di Sicilia e Roccalumera. La Procura di Messina aveva richiesto e ottenuto il provvedimento poi emesso dal Gip peloritano. Anche in questo caso, durante le operazioni di scavo della galleria Sciglio, eseguite dal “Consorzio Messina Catania lotto Nord” erano state rinvenute concentrazioni di arsenico superiori alle soglie consentite dalla legge in ben 14mila tonnellate di materiale. Tutti sapevano? Nessuno sapeva.

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