Un anno prima della messa in orbita bassa dei primi satelliti per la connessione Internet a banda larga Starlink da parte di SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk, l’Italia pensava a un proprio sistema satellitare innovativo in grado di erogare servizi di telecomunicazioni con caratteristiche di sicurezza, resilienza e affidabilità.
Nella riunione del 10 aprile 2018, il Comitato di Sorveglianza Space Economy (istituito dal Mimit) ha deliberato il Programma Operativo di Dettaglio (POD) Mirror GovSatCom finalizzato alla realizzazione del sistema satellitare innovativo per telecomunicazioni istituzionali denominato Ital-GovSatCom.
Dunque il programma “Mirror GovSatCom” (specchio del programma GovSatCom europeo) vede l’attivo coinvolgimento dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), oltre al Ministero dello Sviluppo economico e a 12 regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta) e la provincia autonoma di Trento.
Ma che ne è oggi di questo progetto? “Un programma fantasma” secondo un addetto ai lavori sentito da Startmag. Non si è mai arrivati a una concreta proposta programmatica di realizzazione. Anche perché, in parallelo, la commissione europea ha messo in cantiere Iris2 – acronimo di infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite.
Nel 2019 l’Asi ha incaricato Thales Alenia Space Italia di guidare un consorzio di aziende nazionali per costruire Ital-GovSatCom, un satellite per comunicazioni che fornirà capacità per altre nazioni come parte del programma di comunicazioni satellitari governative della Commissione europea. Eppure lo scorso 26 dicembre 2024 il Comitato interministeriale per le Politiche relative allo Spazio e alla Ricerca Aerospaziale (Comint), presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha incaricato l’Asi di elaborare uno studio per definire un livello di ambizione realistico, i costi e il percorso per la realizzazione di una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa.
Qual è lo stato dei lavori oggi? Startmag ne ha parlato con Antonio Sturiale, Direttore Dominio Telecomunicazioni Italia di Thales Alenia Space, alla guida del Raggruppamento Temporaneo di Imprese al quale è stato aggiudicato il contratto per la realizzazione della prima fase di un sistema satellitare innovativo denominato Ital-GovSatCom.
Tutti i dettagli.
I PROGRAMMI EUROPEI GOVSATOCOM E IRIS2
Innanzitutto, premette Sturiale “In questi anni nella politica europea di telecomunicazioni, nonostante ci siano state delle difficoltà di convergenza, sono state avviate in parallelo alcune iniziative, prevalentemente mirate al recupero di alcuni gap tecnologici rispetto a Stati Uniti e Cina. Queste sono state delle fasi preparatorie ad un sistema di Comunicazioni Sicuro Europeo. Una di queste iniziative è GovSatcom e l’altra è Iris2. Nella visione complessiva, i due progetti dovranno generare un sistema di telecomunicazioni sicuro europeo, che sarà un sistema ibrido costituito da satelliti geostazionari, – che sono prevalentemente i GovSatcom, con delle caratteristiche specifiche di capacità, banda e copertura – che si integreranno con una costellazione di satelliti in orbite più basse, LEO o MEO, rappresentata in Europa da Iris2. Quest’ultima potrà offrire una connettività a banda larga, con grande capacità di trasporto dati, insieme ad una ridotta latenza e livelli di sicurezza analoghi a quelli dei satelliti Geostazionari.
Dunque, nella visione dell’Unione Europea “L’integrazione tra le due soluzioni crea resilienza nel sistema perché, ne aumenta la flessibilità ed allo stesso tempo consente di avere una infrastruttura e quindi servizi, avviabili progressivamente, visto il maggiore grado di innovazioni tecnologiche delle soluzioni in orbite più basse che richiede di conseguenza tempi più lunghi di sviluppo e realizzazione”. Quindi l’idea originaria era l’integrazione “tra la secure connectivity a bassa orbita di Iris2 e i GovSatcom.
LE INIZIATIVE NAZIONALI IN AMBITO GOVSATCOM
Dopodiché, prosegue a Startmag Antonio Sturiale “sono partite nei diversi paesi dell’Unione Europea delle iniziative e tra questa l’Italia è stata uno dei primi paesi a muoversi, trovandosi oggi in uno stato particolarmente avanzato dello sviluppo.” spiega a Startmag Sturiale, e ” un altro paese che ha spinto molto su questa iniziativa è ad esempio il Lussemburgo, dotato di una soluzione GovSatcom molto avanzata”.
L’OBIETTIVO DEL PROGRAMMA MIRROR GOVSATCOM
Il “Programma nazionale Ital-GovSatCom nasce come contributo all’iniziativa europea denominata, appunto, GovSatCom, per permettere all’Italia un importante posizionamento in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni istituzionali e si pone l’obiettivo di realizzare ed attivare un sistema satellitare innovativo e competitivo per l’erogazione di servizi di telecomunicazioni con caratteristiche di sicurezza, resilienza ed affidabilità tali da consentirne l’utilizzo per scopi istituzionali in diversi campi di applicazione, come protezione civile, sicurezza, difesa, aiuto umanitario, telemedicina, sorveglianza marittima” si legge nel comunicato stampa diffuso nel luglio 2019.
LE RISORSE
Il progetto da 320 milioni di euro è finanziato al 50% tramite risorse pubbliche e al 50% tramite il settore privato.
LE TAPPE
Il Gruppo di lavoro ad hoc ha definito un Protocollo d’Intesa (Mimit – Regioni e Province autonome) per la realizzazione del sistema satellitare Ital-GovSatCom, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome con decisione del 15 febbraio 2018 e sottoscritto dal Ministro dello Sviluppo Economico il 21 febbraio 2018.
Per la parte di aiuti alle imprese, il protocollo individua negli Accordi per l’innovazione lo strumento utilizzabile per la concessione delle agevolazioni (con possibilità di utilizzare eventuali altri strumenti agevolativi regionali). Per la parte di appalti nel POD Mirror GovSatCom, l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) è individuata quale Stazione appaltante per la realizzazione del Partenariato per l’innovazione (art. 65 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50).
Il 22 giugno 2018 l’Asi ha pubblicato il bando di gara relativo al partenariato per l’innovazione «per lo sviluppo e messa in operazione di sistema satellitare, denominato Ital-GovSatCom, per l’erogazione di servizi istituzionali innovativi di telecomunicazioni ovvero, in subordine, di elementi innovativi di tale sistema».
Secondo il cronoprogramma di sviluppo del Partenariato Pubblico per l’Innovazione la Fase 1- Ricerca e sviluppo era prevista a 24 mesi, Fase 2 – Sviluppo e realizzazione a 36 mesi, la Fase 3 – Avviamento della resa del servizio e la Fase 4 – Commercializzazione della resa del servizio a 144 mesi.
LE AZIENDE COINVOLTE NEL PROGRAMMA MIRROR GOVSATCOM
Per la sua realizzazione l’Asi, su impulso del Mimit, ha dato vita ad un partenariato per l’innovazione con una compagine industriale che vede insieme Thales Alenia Space Italia, Telespazio, Leonardo, Sitael e Airbus Italia e che ha coinvolto nella filiera 43 imprese di 12 regioni diverse.
Secondo quanto affermato dal Mimit in una brochure istituzionale datata 2020 “Con Ital-GovSatCom l’Italia punta a raggiungere due obiettivi: primeggiare nel campo della realizzazione di satelliti modulari e multi-uso ed avere a disposizione servizi di telecomunicazione sicuri, resilienti, affidabili e sempre disponibili per i servizi dello Stato per il cittadino”.
Thales Alenia Space in Italia, a capo del Raggruppamento Temporaneo di Imprese, è responsabile della Progettazione, Sviluppo e Verifica dell’intero Sistema Ital-GovSatCom, così come della realizzazione del satellite e dei principali sottosistemi della piattaforma, che ospiterà un payload di telecomunicazioni innovativo ed un sistema di propulsione elettrico all’avanguardia, sviluppato da Sitale. Telespazio è invece responsabile del segmento di terra, del lancio e della messa in orbita del satellite, nonché della gestione e fornitura dei futuri servizi previsti.
Il satellite alla base del programma Ital-GovSatCom è di tipo geostazionario con propulsione elettrica e caratteristiche di peso e dimensione tali da garantirne la lanciabilità con vettori di tipo Vega, costruito dall’italiana Avio; insieme ad un segmento di terra evoluto ed alle relative applicazioni.
LO STATO DEI LAVORI AD OGGI
Ma che ne è di questo programma oggi?
Antonio SturiaIe precisa che “il Programma è “una soluzione end-to-end”, quindi non si limita al satellite, ma è un sistema in grado di erogare i servizi ad un “User Group”. Questo significa che il sistema ha un segmento legato allo spazio e quindi un’infrastruttura spaziale, ovvero il satellite stesso, al quale si aggiunge un’infrastruttura a terra quindi, un “Sistema di Ground” che fa sia il controllo del satellite, che il controllo della missione, cioè distribuisce la capacità”. Poi “ha naturalmente tutta la parte che riguarda i terminali utente su cui questa capacità poi viene distribuita: siano essi militari, che per la protezione civile, vigili del fuoco o carabinieri; quindi il potenziale gruppo degli utenti finali”.
Ital-GovSatCom “Nasce come un programma innovativo, in grado di colmare dei gap tecnologici dovuti al fatto che l’Italia sulle telecomunicazioni aveva un po’ perso il passo negli anni precedenti concentrando le proprie risorse e capacità principalmente sul posizionamento nel campo dell’Osservazione della Terra, con i programmi Galileo per la navigazione, Copernicus e con Cosmo SkyMed in Italia. A questo si aggiunge anche il presidio dell’importante ruolo dell’Italia nell’esplorazione del nostro sistema solare”.
TERMINATA LA FASE 1
“L’attenzione era proprio sviluppare questi nuovi progetti e la fase uno prevedeva di portare a compimento il completamento di queste tecnologie” spiega Sturiale.
Dopodiché, prosegue il direttore delle Tlc di Tas Italia, “nel mese di dicembre l’Asi ha avviato i lavori della Commissione di Collaudo, per la verifica formale dei risultati conclusivi della Fase 1 rispetto al mandato del decreto relativo. È previsto che la commissione di collaudo termini i lavori proprio a gennaio. È proprio quest’ultima che darà il via alle fasi successive”.
Dunque, terminate le attività tecnologiche, è stata presentata una proposta di proseguimento su due possibili percorsi per valutarne la sostenibilità economica: un percorso di completamento delle attività di sviluppo (la cui maggior parte era già prevista nella Fase 1 quindi limitato alle poche attività completare i diversi sotto-sistemi), ed il percorso di completamento dell’intero satellite.
IL VALORE ECONOMICO DELLA FASE 1
Al momento, precisa Sturiale, “il valore economico complessivo del progetto ad oggi è di circa 84 milioni”. Come già detto, questo è un partenariato pubblico privato, quindi soltanto la metà, circa 42 milioni, provengono dall’ASI, il restante è carico del contraente, con investimenti da parte sia del Raggruppamento Temporaneo di Imprese che da parte delle PMI coinvolte nel piano Multiregionale”.
CHE SUCCEDE ADESSO?
Dunque ora come si procede? “La commissione di collaudo – prosegue Sturiale – valida i risultati tecnici, già presenti durante la Final Review, arrivando ad una formalizzazione della chiusura della Fase 1. Seguirà, una valutazione della proposta tecnica ed economico-finanziaria, presentata dal Raggruppamento, per il proseguimento delle attività in rispondenza ai requisiti del decreto. “.
“A valle della commissione di collaudo, partiranno le interazioni tra il Mimit e l’Asi per definire invece quale sarà il perimetro futuro del programma anche in funzione della sostenibilità economica dello stesso. Ci sarà una fase che valuterà proprio questo” aggiunge Sturiale precisando che “proprio perché si tratta di un partenariato pubblico privato, dovrà essere analizzato anche il ritorno economico dell’investimento per le industrie coinvolte e che hanno contribuito”. Questo è un processo che potrebbe durare intorno ai sei mesi, quindi “ci aspettiamo che nella seconda metà dell’anno il panorama sia chiaro e ci possa essere un nuovo decreto o un nuovo bando per formalizzare il percorso successivo” conclude il manager di Thales Alenia Space Italia.
MIRROR GOVSATCOM IN PARALLELO CON LO STUDIO DI FATTIBILITÀ ASSEGNATO ALL’ASI DAL COMINT…
Nel frattempo però, il Comint ha affidato all’Agenzia spaziale italiana lo studio per una costellazione satellitare nazionale in orbita bassa, in linea con quanto previsto dal Ddl Spazio approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 giugno.
Entro l’estate, o già in primavera, secondo il presidente dell’Asi Valente, lo studio dovrebbe essere pronto. “Al massimo entro l’estate, ma probabilmente anche prima, saremo pronti” si mostra fiducioso il numero uno dell’Agenzia spaziale.
Dunque, l’Asi sta studiando un programma di una costellazione in orbita bassa, simile almeno sulla carta a quanto già avviato con la Fase 1 nel programma Mirror GovSatCom,
I due progetti sono concorrenti? Quel che è certo è che sembra una sorta di duplicazione da parte del Comint dopo lo sviluppo del Mirror GovSatCom.
COLMARE I RITARDI
La chiave di lettura per analizzare entrambi i programmi è la stessa per la situazione che c’è oggi in commissione europea tra GovSatcom e Iris2, secondo Sturiale. “Oggi quello che abbiamo capito, e gli scenari di crisi internazionali lo hanno confermato, è necessaria una forte interazione tra i servizi satelliti geostazionari di comunicazione e la parte invece fornita dalle costellazioni in orbita media o bassa”.
“Questa è la resilienza – insiste Il manager di Tas Italia – la complementarietà tra i due sistemi ed è quello che si è evidenziato maggiormente proprio negli ultimi anni, anche grazie all’esperienza sul campo: non esiste una soluzione unica per le telecomunicazioni, esistono delle soluzioni che si integrano, e dico di più, non solo tra i satelliti in orbita bassa o orbita alta, ma ad esempio con le infrastrutture terrestri quali quelle offerte dai cavi dati sottomarini”.
“Oggi si sta lavorando per integrare delle infrastrutture che nel passato si sono sviluppate in modo indipendente, – prosegue Sturiale – dalle reti dati terrestri a quelle sottomarine, dai satelliti geostazionari alle costellazioni in orbita bassa, sino ai droni. Proprio attraverso iniziative come queste, si ha l’obiettivo di creare sinergie e punti di contatto che permetteranno di aumentare la sicurezza e la resilienza delle comunicazioni Europee, distribuendo le risorse e le capacità tra i diversi sistemi ed in caso di eventi di crisi, spostandole laddove abbiamo l’infrastruttura che in quel momento ha la maggiore capacità di risposta.”
In conclusione, “le due iniziative, GovSatCom e Iris2, non sono quindi alternative (o addirittura contradditorie), ma seguono obiettivo comune della caduta dei “muri di separazione” tra le diverse infrastrutture” conclude Sturiale, confermando che “il sincronismo economico tra le iniziative è un aspetto che dovrà essere gestito attentamente in termini di sostenibilità”.
“NON UN’ALTERNATIVA A STARLINK”, BENSÌ GAP-FILLER SECONDO L’INVIATO PER LO SPAZIO DEL MAECI
Infine, sulla questione si è espresso di recente Marco Lisi, Inviato Speciale del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per lo Spazio, osservando in un post su Linkedin che “GovSatCom non sarebbe completamente un’alternativa a Starlink, ma potrebbe costituire un efficace e rapido gap-filler. […] è stata” proprio la Commissione Europea, nella persona del passato commissario francese Breton, a mettere da parte GovSatCom a favore di Iris2. Questo perché mentre GovSatCom è basato su un concetto cooperativo, utilizzando satelliti nazionali esistenti, Iris2, al momento controllato dalla Francia e solo in parte dalla Germania, promette di stornare imponenti fondi comunitari a vantaggio dell’industria spaziale francese profondamente in crisi”.
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