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Istituita la prima rete nazionale delle sartorie sociali a Termoli


Sottoscritta la rete, evocata magistralmente dal prof. Stefano Zamagni la necessità non più rinviabile di una nuova economia

TERMOLI – Una sala stracolma, quella dell’istituto Scuola e Lavoro di Termoli, per la firma dell’atto che ha conclamato l’istituzione della prima rete nazionale delle sartorie sociali. Stracolma, non solo di attori sartoriali, istituzioni e professionisti, ma soprattutto della ritrovata voglia di esserci per favorire una diversa visione d’economia di impresa. Oltre quaranta i soggetti interessati alla rete che nel conferire il singolo apporto hanno acceso riflettori assai luminosi su cosa sono nell’intimo e concretamente le sartorie sociali.

Non un luogo fisico dove si costruisce l’ambizione del sarto o la moda dei tempi, ma soprattutto sostegno concreto all’aspetto sociale, della perequazione, della voglia di esser utili all’economia territoriale.

“Non c’è sole se non si gode della pioggia” e a Termoli il sole splendeva senza riverenza alcuna difronte il cataclisma negativo delle chiusure di centinaia di luoghi dove l’artigianato ha fatto la storia di Città, identità, ricchezza, culture. La speculazione, le grandi multinazionali, lo sfruttamento del “padrone” che convoglia a se i lauti proventi e cancella la solidarietà perequativa, sono il male dell’economia globale sempre più fagocitante, sempre meno attenta alle difficoltà di un mondo che non guarda lontano ma solo alle esigenze di pochi a discapito di troppi.

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Il dover combattere con armi spuntate la lotta della sopravvivenza, non chiarisce azioni politiche che innescano diversità e iniquità. Da Termoli si è urlata la voglia di bellezza per tutti, di lavoro equo e diversamente solidale. Non a caso tutto prende la sua forma in un Istituto dove si insegnano mestieri per garantir ai fruitori un lavoro che porti il segno della dignità e dell’equità sociale.

“Il lavoro nobilita e restituisce dignità oltre la felicità di essere liberi”, le significative parole del prof. Zamagni a cui fa la eco il segno tangibile della vicinanza di don Luigi Ciotti. Faburama, giovane del Gambia trapiantato per amore in Sicilia, nel Messinese, porta con sé il bagaglio della speranza e a Termoli chiede aiuto per replicare la sua esperienza di titolare di sartoria sociale proprio nel suo paese dal quale dovette scappar via.

“Il mio sogno era quello di fare il calciatore e mi ritrovo a fare il sarto, altro mio sogno. Ho sposato una siciliana che mi ha garantito felicemente una famiglia e dato la forza di sperare in un ritorno in patria per aiutare i miei connazionali a non scappar via. La mia sartoria è un punto di incontro e in essa è connesso un asilo nido. Devo la mia vita a chi mi ha salvato la vita e il mio desiderio è restituire un briciolo del mio ringraziamento. Sono qui oggi perché credo fermamente alla solidarietà tra uomini e continuerò a esserci per dare un senso alla vita che sicuramente vincerà sulla morte”.

Parole dettate dal cuore, quelle di Faburama, che spingono all’emozione del momento. Un parterre ricco, variegato e significativo quello vistosi copioso nella bella città di Termoli. Ognuno lascia il segno, ognuno responsabilizza il dovere dell’altro, senza autoreferenzialità, indiscussa regina del regno “dei Cieli” quale le stanze dei bottoni o deleteria malattia per molti enfant prodige della mondanità culturale con fondi di bottiglia senza colore.

Gianluca Cefaratti, assessore di rilevo della regione Molise, Stefania Passarelli, consigliera con delega al sociale, l’onorevole Giorgio Lovecchio vice presidente commissione Bilancio e l’onorevole Remo Di Giandomenico hanno chiarito aspetti sostanziali per favorire il giusto apporto a iniziative aggreganti quali la rete delle sartorie italiane, nonché proposto azioni concrete per restituire valore all’artigianato che si intreccia perfettamente con la coesione sociale e la sostenibilità sia ambientale che etica. La rinascita deve ripartire dalle persone fragili con le loro storie, le loro difficoltà, le loro esperienze. La luce è sempre più fioca, le imprese non si riconoscono più come generatrici di benessere, le chiusure e gli abbandoni sono all’ordine del giorno ma arrendersi è come spegnere definitivamente l’interruttore della vita e la speranza diventa sempre meno frequentata in ordine alle parole spese. L’unione è la forza vitale che non cancella identità e concetti dettati dall’artigianalità, ma fonda radici tali da poter, non scrollar l’albero della cuccagna, in voga tra la politica dell’irriverenza verso chi dovrebbe essere attenzionato, ma rafforza l’altezza delle idee e dei progetti comunitari.

Per questo il partenariato sottoscrittore è davvero forte, eterogeneo e soprattutto convinto di potercela fare. Tra i tanti, tutti meritano una menzione speciale nel ricordiamo la Fondazione Banco Napoli, Slow Faiber, Confcooperative Molise, Fismo – Confesercenti Genova, il Centro Studi per la moda e le produzioni culturali ModaCult – Università Cattolica del Sacro Cuore, l’E.N.B.I. Form, il CFSIIS del Gargano, l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Molise, il Distretto Turistico Molise Orientale, la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, Associazione Mediterraneo in Rete, Università, Fondazioni. Apertura collaborativa da parte del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Molise Vincenzo Cimino, il quale ha dichiarato la sua soddisfazione per l’importante avvenimento. Tutto nasce se qualcuno investe in creatività e pragmatismo.

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L’idea nasce in quel di Guglionesi da parte dell’Arci sezione Guglionesi, dal Parco Letterario e del Paesaggio “F.Jovine”, dall’Associazione culturale “Artemusa”, in occasione della venuta in Molise del Prof. Stefano Zamagni – cittadino onorario della città basso molisana – per la costituzione dell’unico distretto di economia Civile del Molise. La rete vede in se soggetti importanti e di qualificata esperienza quali Manigolde da Finale Emilia, Soleinsieme da Reggio Calabria, il C.S.A.P.S.A. da Bologna, Fondazione Città Nuova da Scampia, Kano Saroria Sociale da Barcellona Pozzo di Gotto, Kechic da Milano, Spazio 4 da Guglionesi, Actione Man da Castel Volturno, Re Mida da Napoli, Fondazione Gruppo Abele da Torino, Lab Zen da Palermo, Cooperativa Sociale Proxima da Ragusa.

Come canta Lino Rufo, prima o poi la felicità torna a essere in ognuno di noi, a Termoli la canzone ha preso il volo e porterà alla scrittura di una prossima e importante favola a lieto fine.



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