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Progetto BLUECRAB: risposta per salvare l’ecosistema dell’Alto Adriatico – Agenfood


(Agen Food) – Caorle (Ve), 27 gen. – Un’altra soluzione, già in essere, in Alto Adriatico, al problema granchio blu pronta ad essere presentata a 10 mesi dall’inizio del progetto e pochi giorni dal Piano straordinario misure per combattere l’avanzata del granchio blu arrivato al Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste da parte del Commissario Straordinario Nazionale.

Se il Commissario Straordinario Nazionale, Enrico Caterino, ha presentato pochi giorni fa sei misure da attuarsi in due anni per salvare le vongole nostrane nell’Alto Adriatico, a Caorle, alla Fiera dell’Alto Adriatico, va in scena un’altra possibile soluzione al problema, in versione transfrontaliera. 

Stiamo parlando del progetto Interreg Italia Slovenia CoFinanziato dall’Unione Europea denominato BlueCrab, che ha come obiettivo quello di proteggere la

biodiversità delle aree dell’Alto Adriatico minacciate dall’invasività del granchio blu, attraverso sistemi di monitoraggio, sorveglianza e gestione sostenibili, con il coinvolgimento delle istituzioni, delle comunità locali e gli operatori della pesca.

E ad essere coinvolti sono diversi soggetti transfrontalieri che hanno creato un partenariato transfrontaliero ossia : Regione Veneto – Confcooperative Unione Regionale del Veneto, la Federazione Provinciale Coldiretti Venezia l’Università degli Studi di Trieste,  Nacionalni inštitut za biologijo, Zavod za ihtiološke in ekološke raziskave,- Mestna občina Koper – Comune città di Capodistria e come partner associati la  Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia  l’Agenzia Veneta per l’innovazione nel settore primario – Veneto agricoltura, Obcina Ankaran e  l’ Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto (ARPAV). 

Il progetto è arrivato al 25% del suo percorso, iniziato ad aprile 2024 che si concluderà ad aprile 2026. Il budget totale è di  1.062.470,09 € a cui va ad aggiungersi anche il Budget FESR di 849.976,06 €

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L’occasione di Caorle diventa un momento importante e di confronto sulle azioni che si sono svolte e quelle da svolgere entro il 2026 che vanno ad integrarsi dunque con il Piano straordinario del Commissario Caterino, in particolare per le aree costiere dell’Alto Adriatico, le più colpite dall’invasione del Granchio blu, soprattutto dal punto di vista economico con ripercussioni sul settore della pesca e sulle comunità locali

Il progetto prevede lo sviluppo di un sistema innovativo di monitoraggio e l’adozione di pratiche di pesca selettive, che aiuteranno a mitigare gli effetti negativi del granchio blu. In questo contesto, collaboreranno istituzioni, pescatori e comunità locali, consentendo un efficace coordinamento e diffusione delle conoscenze tra Italia e Slovenia.

Il progetto prevede l’istituzione di un osservatorio permanente sugli studi scientifici ed economici per monitorare e mitigare gli effetti dannosi del granchio blu. Inoltre, sarà sviluppata una strategia transfrontaliera e due piani d’azione, che saranno testati in attività pilota: il monitoraggio sistematico della diffusione del granchio blu tramite applicazioni e strumenti innovativi e pratiche di pesca selettive per il controllo della popolazione.

L’adozione di queste soluzioni e la capitalizzazione dei risultati avranno effetti positivi a lungo termine per i pescatori e le comunità locali. Inoltre, il progetto promuoverà una gestione sostenibile delle risorse marine e la protezione della biodiversità, contribuendo al miglioramento delle condizioni economiche e ambientali delle zone umide dell’alto Adriatico.

A parlarne a buona ragione e ad aver aperto i lavori nella mattinata di domenica è stato Paolo Tiozzo, vicepresidente di Fedagripesca, già Presidente di Confcooperative Veneto che, sempre qualche giorno fa ha presentato una proposta molto particolare per salvare le vongole nostrane. Quella di acquistare in grandissima quantità  vongole portoghesi, da trasferire nel Delta del Po per ripopolarlo, anticipando prima una bonificazione delle acque dal granchio, per poi recintare le aree di produzione e solo infine introdurre le nuove vongole.

Servirebbero un minimo di 10 mila quintali più 400 quintali al giorno se si vuole ripopolare anche il polo produttivo dell’Emilia-Romagna

“Quando a luglio del 2023 abbiamo capito la portata del fenomeno granchio blu – queste le parole di Paolo Tiozzo Presidente di Confcooperative Veneto capofila del progetto Blue Crab- subito abbiamo deciso di cogliere le opportunità del Progetto Interreg, perché ci avrebbe aiutato a capire le dinamiche e l’evoluzione biologica del granchio blu e in questo modo anche tentare di arginare un problema che tocca 3000 famiglie, 1500 solo in Veneto, associate a Confcooperative Veneto.  Stiamo quindi monitorando le lagune che vanno da Venezia a Marano lagunare fino allo Slovenia e portando i granchi blu che vengono pescati all’università di Trieste e ai partner sloveni che stanno studiando il fenomeno. L’obiettivo è appunto quello di capire dove trovano ambienti familiari e riproduttivi migliori queste specie infestanti, soprattutto nel periodo estivo e come possiamo dunque riportare la biodiversità dell’Alto Adriatico all’equilibrio precedente l’arrivo del granchio blu.”

La spiegazione tecnica degli interventi iniziati e in essere per BlueCrab è arrivata invece dalla professoressa Chiara Manfrin dell’Università di Trieste del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi. 

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“Ogni mese ci arrivano campioni di granchio blu da 5 aree lagunari diverse, ogni zona è suddivisa in 3 stazioni a seconda dei gradienti di salinità. I primi dati ci parlano di una migrazione dei granchi blu verso il mare aperto con l’innalzamento delle temperature e di una dimensione minima del carapace femmina in maturità sessuale di 13 cm di larghezza. Stiamo anche raccogliendo i contenuti stomacali, attraverso il dna del digerito per capire quali sono le loro prede preferite e quindi quali sono le specie più da tutelare. Abbiamo anche scoperto che il granchio è capace di addentrarsi anche nelle acque dolci, verso foci e fiumi, ad oltre 20 km dalla costa, che significa per capirsi anche nel Tagliamento e nell’Isonzo”

A chiudere il saluto del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, da sempre vicino alle esigenze delle numerose famiglie che lavorano e vivono con la pesca in Alto Adriatico e preoccupato della salute e dell’ecosistema dello stesso.

“La situazione è drammatica – queste le parole del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia – C’è bisogno di investimenti, il granchio blu è una specie molto aggressiva, certo la natura nel tempo troverà il suo equilibrio, ma per ora devasta l’80% delle produzioni delle vongole e delle cozze e attacca la piccola pesca in laguna. Dall’altro ricordo che siamo i primi produttori di vongole a livello nazionali, il 40% delle vongole, con 20 mila quintali. Perdere questo comparto significa mettere in ginocchio 1400 famiglie”

La risposta al problema dunque sarà un insieme di progetti dedicati, dallo studio del fenomeno anche attraverso Bluecrab, agli interventi previsti dal piano straordinario del Commissario Enrico Caterino da 10 milioni di euro, tra i quali il contenimento e lo smaltimento del granchio blu, la protezione delle strutture di acquacoltura, la valorizzazione delle biomasse attraverso utilizzi alternativi e il sostegno economico alle imprese del settore. E infine anche le attività già messe in campo dagli operatori del settore tra le quali l’acquisto della semina per ripopolare le zone martoriate dall’invasione del granchio blu.



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