Un progetto di sfruttamento dell’energia geotermica denominato ‘Lago di Albano’ accende i riflettori sull’area dei Castelli Romani e in particolare sullo stesso bacino vulcanico travolto oggi da una crisi idrica senza precedenti.
Il progetto geotermico, presentato dalla società Tombelle Srl, prevede la perforazione di pozzi tra i 2 e i 3 chilometri di profondità in ben 9 comuni dei Castelli Romani :
- Albano Laziale,
- Ariccia,
- Castel Gandolfo,
- Ciampino,
- Frascati,
- Grottaferrata,
- Marino,
- Nemi,
- Rocca di Papa
e anche, per finire, in alcune aree di Roma situate al confine coi Castelli Romani.
Attorno il lago Albano il progetto geotermico: le preoccupazioni
La Direzione Regionale Ambiente della Regione Lazio ha deciso a fine 2024 di escludere questo progetto geotermico dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), sostenendo che i pozzi e le attività previste non comporterebbero impatti ambientali significativi e negativi alle zone del Lago Albano.
Tuttavia questa decisione solleva non poche preoccupazioni tra i Comuni e gli abitanti della zona.
Il progetto prevede una serie di perforazioni di pozzi che interesseranno, anche solo in via preliminare, un territorio già delicato sotto il profilo geologico, ambientale e vulcanologico.
L’area dei Castelli Romani, infatti, è caratterizzata da un ecosistema ricco e da un equilibrio ambientale fragile.
Inoltre il Lago Albano e il suo bacino rappresentano un patrimonio naturalistico e paesaggistico di grande valore frequentato da turisti e appassionati di natura.
Per finire l’area dei castelli Romani è caratterizzata da una fortissima caratterizzazione vulcanica: tutti i comuni della zona in passato sono stati coinvolti da terremoti e in molti di essi, a tal riguardo, si svolgono ogni anno esercitazioni mirate della Protezione Civile.
La domanda sorge spontanea: questo progetto non rischia di aumentare i pericoli viste e considerate le caratteristiche dell’area dei Castelli Romani?
E inoltre, per sfruttare energia geotermica non c’è bisogno dell’uso di grandi quantità d’acqua, che ai Castelli Romani è sempre più un bene da proteggere?
Perché valutare il progetto, senza una VIA?
Tra i rischi vi è anche quello che le perforazioni dei pozzi potrebbe compromettere la stabilità geologica di un territorio già soggetto a fenomeni vulcanici residui.
Nonostante le rassicurazioni contenute nei documenti tecnici della Regione Lazio, le preoccupazioni restano.
Si spera che le interrelazioni tra il progetto e i fattori ambientali coinvolti siano state approfondite a sufficienza.
Certo l’assenza di una VIA completa potrebbe aver lasciato irrisolti molti dei dubbi che ci poniamo, legati alla sostenibilità delle operazioni.
La società Tombelle Srl avrà cinque anni di tempo per avviare le attività di perforazione.
Tuttavia anche questa scadenza non è priva di implicazioni. Il dubbio è che il tempo ristretto possa favorire l’accelerazione dei lavori senza un adeguato controllo, mettendo a rischio l’integrità del territorio.
Un dibattito pubblico è necessario nei Comuni dei Castelli, prima che parta il progetto di perforazione
La decisione della Regione Lazio di escludere il progetto geotermico dei pozzi nei Castelli Romani dalla VIA ha già suscitato perplessità e opposizioni.
Le amministrazioni locali e i cittadini temono che i benefici economici ed energetici derivanti dalla ricerca geotermica non siano sufficienti a giustificare i potenziali danni al territorio.
Il Lago Albano e i Castelli Romani rappresentano una risorsa unica per il Lazio, sia in termini naturalistici che culturali.
La possibilità di compromettere questo patrimonio per un progetto dalle conseguenze ancora non completamente chiare è un tema che merita un dibattito approfondito e trasparente.
Non sarebbe forse necessario avviare un dibattito pubblico prima di far partire le perforazioni?
Regione Lazio: dubbi su cosa c’è là sotto
Spiega la Regione Lazio nei documenti che Il Caffè ha potuto consultare:
“Il progetto nasce dalla considerazione che l’area in oggetto presenta caratteristiche geologiche favorevoli alla coltivazione della risorsa geotermica a media entalpia.
Con temperature possibili del fluido al tetto del potenziale serbatoio geotermico superiori a 120 °C a profondità da circa 2.000 m.
L’idea che sottende il presente progetto è quindi quella di identificare i siti potenzialmente adatti per lo sfruttamento delle risorse geotermiche a medio-alta entalpia (fluidi geotermici utilizzabili a scopi industriali).
Perforare pozzi produttivi con profondità di circa 2.000-3.000 m, con l’obiettivo di reperire fluidi geotermici con temperature maggiori di 100°C. Sfruttare il calore del fluido in un ciclo Rankine e re-iniettare il fluido raffreddato di nuovo nel sottosuolo attraverso pozzi di re-iniezione.
In questa fase non è possibile classificare la risorsa geotermica presente nell’area in quanto, ovviamente, non ne sono note le caratteristiche chimico fisiche che potranno essere individuate solo dopo le perforazioni profonde.
Pertanto lo schema sopra riportato deve considerarsi come l’esito più probabile, alla luce delle attuali conoscenze bibliografiche disponibili.
I sondaggi in zona Lago Albano
È per questo motivo che la presente richiesta mira ad accrescere tali conoscenze attraverso prospezioni geofisiche, prima dell’eventuale proposta di perforazione di uno o più pozzi esplorativi, i cui esiti potranno determinare, in modo più dettagliato, le caratteristiche di un eventuale progetto di sviluppo geotermico.
La perforazione di uno o più pozzi esplorativi profondi sarà quindi oggetto di una nuova istanza di autorizzazione.
L’intero progetto si suppone pertanto articolato nelle seguenti fasi:
- acquisizione del Permesso di Ricerca “Lago di Albano”, per avviare le attività di prospezioni geofisiche di superficie (questa procedura);
- avvio della procedura di autorizzazione per pozzi esplorativi;
- acquisizione della successiva Concessione di coltivazione per la produzione di energia elettrica con impianti a ciclo binario di potenza adeguata alla risorsa reperita (sistemi innovativi non tradizionali senza emissioni in atmosfera)”.
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