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Luciano Canfora e «La grande guerra del Peloponneso»: dietro Atene e Sparta ci sono anche i nostri conflitti


di
Daniele  Labanti

Lo storico presenta in Salaborsa Canfora il suo ultimo libro: cronistoria di una guerra globale per capire quello che sta succedendo nel mondo

Chi conosce le virtù filologiche di Luciano Canfora non resta sorpreso dal valore del suo ultimo libro, La grande guerra del Peloponneso (447-394 a.C.), uscito per Laterza. Tuttavia, è giusto spiegare perché questo testo sia così prezioso e perché lo studio della storia greca vada tutelato e incentivato, specialmente rivolgendo lo sguardo ai giovani o a chi si avvicina al mestiere di storico. Lo illustrerà meglio di tutti lo stesso autore, ospite con Davide Conti alle 18 di martedì 28 gennaio in Salaborsa per la rassegna «Le voci dei libri» curata da Romano Montroni. Qui ci addentriamo nei vari testi contenuti in un’opera che non tratta solo della cronistoria di una antichissima e affascinante guerra, probabilmente (e a torto) giudicata da molti di scarso interesse. Intanto il primo libro nel libro è quello di Tucidide, l’autore del racconto «originale» di questo conflitto, l’uomo politico dentro le vicende narrate — embedded, dicono oggi — e lo scrittore in grado di tramandare i fatti seguendo una metodologia rigorosa, ancora basilare per un corretto approccio alla storia. «Come si scrive una guerra»: Canfora intitola così il capitolo nel quale spazza via qualsiasi (a volte avventurosa) ricostruzione della storiografia passata riguardo al lavoro di Tucidide, grazie a una conoscenza senza eguali della lingua e delle fonti.

Imperialismo e desiderio di potenza

Vi è poi il ruolo della ricerca, condotta con acribia e precisione, in grado di ritrovare le mani che hanno contribuito a comporre e scrivere la storia arrivata fino a noi, il ruolo di Senofonte, l’incrocio di testi differenti e il fluire degli eventi nella narrazione così completata. Altri libri, dunque, le Elleniche e l’Anabasi, che si aggiungono al primo, l’«originale» di Tucidide.
Infine c’è il testo di Canfora stesso, una fitta rete di collegamenti mirati ad attualizzare — senza banalizzare — le vicende dell’antica Grecia, quasi con intento pedagogico. Il fine non è moralizzare, ma spingere il lettore a riconoscere, a ragionare, a capire. La Guerra del Peloponneso non fu, infatti, un conflitto locale, incapace di insegnarci qualcosa. Fu un conflitto globale, che coinvolse il Mediterraneo, le potenze asiatiche (la Persia), l’Egitto, il Sud Italia e tutte le città di una Grecia all’epoca centro del mondo. Un conflitto del quale innanzitutto Tucidide indaga le cause, individuandole nell’imperialismo, nel desiderio di potenza, e dunque trovandole dove oggi ugualmente le troveremmo, se volessimo spiegarci davvero il perché di quello che sta succedendo nel mondo.




















































Città schierate e propaganda

Quando Sparta mosse guerra contro Atene per «portare la libertà ai Greci» — vessati, è sottinteso, dall’imperialismo ateniese — e quando Atene reagì «per difendere la nostra libertà» — aggredita, anche qui è sottinteso, dalla violenza degli spartani — emersero i motivi profondi del conflitto, le vere radici di questi regimi, si creò dal nulla la propaganda e le città si dovettero affrettare a schierarsi, non importa se a favore o contro altre poleis, prima nemiche o amiche. Puntuali, in questo senso, sono i collegamenti che Canfora costruisce con il comportamento degli stati moderni, per esempio durante le Guerre mondiali, mirabilmente descritti da George Orwell in 1984. In questo tessuto c’è ovviamente spazio anche per la narrazione dei fatti. Personaggi che qualcuno ricorderà forse nei libri di scuola, Pericle, di cui viene smascherato il regime — una democrazia totalitaria —, Alcibiade, Trasibulo, Lisandro, il grande navarca spartano che già Plutarco, nelle Vite parallele, accostò a Silla, tratteggiando due personaggi «che si sono fatti da sé» e da guardare con sospetto per l’inclinazione a sovvertire l’ordine politico costituito in patria. L’approdo di queste vicende è un tema caro da tempo a Canfora, ovvero il pericolo nascosto dietro gli imperialismi, i moventi ideologici, le propagande che distolgono l’attenzione dalle vere cause, faticosamente ricercate dagli storici. Dalla Nato a Putin, da Israele alla Palestina. La storia non finì dopo la caduta di Atene, non finì dopo la caduta del Muro di Berlino e chissà quali altre pagine ci riserverà. Meglio arrivarci preparati.

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28 gennaio 2025



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