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Banca, in arrivo nuovi prodotti nel credito al consumo. E c’entra l’offerta Mps su Mediobanca


Il credito al consumo chiude il 2024 in crescita del 5,8% superando la soglia dei 90 miliardi di euro, secondo dati di mercato raccolti da ItaliaOggi. Ma eventi come il Black Friday e il Cyber Monday e anche feste come il Natale non sembrano aver generato picchi significativi di ricorso a prestiti personalizzati, cessione del quinto dello stipendio o in particolare acquisti rateizzati tramite le insegne retail, pensando anche al risultato del comparto su di un più alto 7,2% al termine dei primi nove mesi dell’anno scorso. Sta di fatto, tuttavia, che il mercato si aspetta una sempre maggior specializzazione di questi prodotti finanziari e, in generale, un ampliamento dell’intera offerta di strumenti di credito al consumo, tale da incentivare anche il cross-selling (ossia la vendita aggiuntiva di un servizio a fronte di quello inizialmente scelto dal cliente).

Dove nascono i nuovi trend

Secondo alcuni esperti del settore, il trend è una delle possibili conseguenze dell’attuale risiko bancario che vede proprio in questi giorni sotto i riflettori l’offerta di pubblico scambio-ops di Mps su Mediobanca. La banca guidata dall’a.d. Luigi Lovaglio propone già la sua offerta di credito al consumo ma è l’istituto diretto da Alberto Nagel quello specializzato anche grazie alla presenza di Compass, oltre a essere una più importante «fabbrica di prodotti» finanziari. Di contro la banca di Siena poggia su una rete di 1.300 sportelli lungo tutta la Penisola. Ma che sia la creazione di questo terzo polo bancario da oltre 6 milioni di clienti o un altro in futuro, l’attesa di nuovi servizi di credito al consumo più specializzati servirà anche e soprattutto a potenziare la forza dei network di vendita in un mercato bancario che va, ugualmente, verso il consolidamento.


Ecco chi sono gli italiani nel mirino

Non mancano le ipotesi. Secondo una recente indagine di Findomestic, è vero che solo il 33% degli italiani riesce a risparmiare (circa l’8% del suo reddito) ma tuttavia c’è un 70% degli italiani che dichiara di aver lo stesso qualcosa da parte. Tra questi ultimi, circa il 35%, composto soprattutto da donne e giovani, lascia il frutto delle proprie economie ferme sul conto corrente. Invece, da un punto di vista geografico, stando ai dati di Banca d’Italia riferiti al solo primo semestre del 2024, è tornata ad aumentare sia la domanda di prestiti per finalità di consumo sia per l’acquisto di abitazioni, con le richieste di mutui cresciute in misura lievemente più marcata nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno. Da ricordare infine, come ha sottolineato una ricerca Crif-Sda Bocconi-Assofin 2024, che «le scelte economiche delle persone non seguono esclusivamente logiche razionali ma sono influenzate da variabili emotive, culturali e sociali». Può cambiare, perciò, la propensione degli italiani a ricorrere al credito. Ci sono i «forti» (45%) con conoscenze e profilo finanziario solidi, ci sono i «deboli» (13%) con una situazione finanziaria fragile e una bassa competenza finanziaria, poi i «vulnerabili» (14%) in quanto sempre finanziariamente fragili ma più consapevoli rispetto ai deboli e, ancora, i «timorosi» (16%) con una buona solidità patrimoniale ma estremamente avversi al rischio e, infine, emergono i «dinamici» (12%), consapevoli e solidi finanziariamente, che utilizzano il credito come strumento di gestione del budget familiare.

Specializzazione anche nei servizi assicurativi

Il trend della specializzazione non coinvolge le banche solo sul fronte del credito al consumo ma, tra l’altro, anche per i servizi assicurativi. Non a caso, a fine novembre scorso, quando Unicredit ha lanciato l’offerta di pubblico scambio (opa) su Banco Bpm, le banche erano tornate a sottolineare la centralità dei clienti per spingere i loro servizi assicurativi. In questo caso addirittura, secondo un’indagine Ey-Swg, il 65% del campione non sa nemmeno che le banche vendono anche prodotti assicurativi (il cosiddetto concetto di bancassicurazione). Quindi, sia nei servizi assicurativi sia in quelli di credito al consumo, le banche dovranno mettere l’accento e gli investimenti non solo sul network retail ma anche in pianificazioni di comunicazione e marketing. Anche perché, su entrambi i fronti, la concorrenza non proviene solamente dalle altre banche ma pure da soggetti extra-settore come la distribuzione moderna.

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