ROMA, 29 GEN – “Dopo la crescita a doppia cifra del
biennio post-Covid (2021-2022), nel 2023 il fatturato delle
società di capitali italiane è diminuito, facendo registrare un
calo in termini reali del 4,9% (3,9% in termini nominali)”, e
“la tendenza congiunturale per il 2024 indica un ulteriore calo
del fatturato, anche se più contenuto, pari al -1,5% in termini
nominali che si traduce in -2,9% in termini reali, ossia tenendo
conto dell’inflazione”. Lo rileva l’Osservatorio sulle società
di capitali realizzato dalla Fondazione nazionale dei
commercialisti, secondo cui “le previsioni per il 2025 sono di
una ripresa pari a +1,8% in termini nominali che si tradurrebbe
in una decrescita in termini reali del – 0,2%”.
Le potenziali aree di crisi, si legge, “tendono ad allargarsi
e interessano soprattutto le piccole aziende, quelle cioè che
soffrono maggiormente l’accesso al credito bancario e che sono
praticamente escluse dal mercato dei capitali”, e per i
professionisti “l’incidenza degli oneri finanziari sul fatturato
comincia a salire in maniera pericolosa per alcuni segmenti
imprenditoriali, mentre il peso dei debiti tributari e
previdenziali, che nel complesso resta stabile, sale in maniera
improvvisa tra le piccole imprese, in particolare quelle con un
fatturato tra 1 e 5 milioni di euro che contano circa 160.000
società, 1,5 milioni di dipendenti e 350 milioni di fatturato.
Dall’analisi dei bilanci 2023, si nota come il calo del
fatturato interessi esclusivamente le microimprese (-4,1%) e le
grandi imprese (-9,2%), mentre le Pmi lo hanno visto salire,
recita il dossier.
Inoltre, il calo ha interessato esclusivamente il Centronord,
mentre nel Sud si è verificato un aumento del fatturato (+9,2%).
In particolare, nel Centro il calo è stato piuttosto marcato
(-13,8%). Inoltre, il calo del fatturato è concentrato
nell’industria (-3,4%) e negli “Altri servizi” (-19,4%), mentre
Costruzioni (+21,6%) e Alloggio e ristorazione (+17,4%) hanno
visto il fatturato continuare a crescere a doppia cifra ed i
dipendenti sono aumentati in media del 2,1%, mentre l’unico
segmento a far registrare un calo è stato quello delle
microimprese (-9,1%), scrivono, infine, i commercialisti.
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