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Regione Liguria, approvata la “delegificazione”. Per l’opposizione è un depotenziamento del consiglio regionale


Polemiche in consiglio regionale della Liguria, secondo quanto riporta l’agenzia Dire, per la norma inserita dalla giunta in un disegno di legge “omnibus”, oggi al voto in aula, che dà potere alla giunta di attuare un meccanismo di delegificazione, diminuendo gli atti tecnici che devono essere approvati dalla giunta stessa, aumentando la responsabilità dei dirigenti amministrativi e lasciando all’esecutivo regionale gli atti più prettamente di indirizzo politico.

Il provvedimento era stato annunciato nelle settimane scorse dal presidente Marco Bucci, seguendo una linea già indicata in campagna elettorale e confermata con una delibera di giunta approvata lo scorso 16 gennaio, con riserva di applicazione del disegno di legge oggi in esame. Per l’opposizione si tratta di un depotenziamento del consiglio regionale.

«Ancora una volta, con l’arroganza che lo contraddistingue, il presidente Marco Bucci e la sua giunta decidono di depotenziare il consiglio regionale per lasciare il potere decisionale in mano a pochi, impedendo un confronto democratico e costruttivo in aula. Una scelta inaccettabile − attacca il consigliere del Pd, Federico Romeo − il dem afferma che questo provvedimento ha «chiari profili di incostituzionalità e prevede di affidare alla giunta regionale il potere, con propria delibera, di ripartire le proprie competenze interne, anche modificando disposizioni normative regionali vigenti. Questo conferisce alla giunta la potestà di modificare disposizioni normative vigenti tramite semplici delibere, bypassando il Consiglio regionale, organo titolare della potestà legislativa».

Insomma, spiega Romeo, «attraverso la delegificazione, si assegna una delega in bianco, priva di chiari limiti, che risulta incompatibile con i principi di legalità e separazione dei poteri”. Se la norma dovesse essere impugnata e dichiarata incostituzionale, prosegue, “si assisterebbe a un effetto a cascata, con la nullità di tutti gli atti amministrativi adottati in base a questa delegificazione». Il consigliere ribadisce che questa disposizione «svuota il consiglio regionale dei poteri attribuitigli per legge, quale organo detentore della potestà legislativa».

Bocciato, a stretta maggioranza di centrodestra, l’emendamento presentato dalla consigliera dem, Carola Baruzzo, che chiedeva l’abrogazione del provvedimento. «Ancora una volta, è chiara la volontà della maggioranza di procedere nella direzione di uno svuotamento delle prerogative dell’assemblea legislativa regionale − afferma Baruzzo − questo provvedimento è inaccettabile. In questo modo, si apre la strada a un’alterazione dei rapporti tra atti dell’indirizzo politico-amministrativo e atti della gestione amministrativa, dietro la quale leggiamo la volontà di scaricare sulla dirigenza la responsabilità di atti potenzialmente scomodi e di governare, di fatto, per determinazioni».

Anche per la capogruppo di Avs, Selena Candia, si crea «un problema per la nostra assemblea legislativa, dando molti più poteri ai dirigenti e diminuendo le possibilità di controllo al Consiglio. Peraltro, si rischiano di aumentare le interferenze tra politica e dirigenti della Regione».

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Per il capogruppo della Lista Orlando, Gianni Pastorino, si tratta di «una norma complessa, che non si sarebbe dovuta inserire in un provvedimento omnibus, ma avrebbe meritato una trattazione con un provvedimento legislativo dedicato».

Per il capogruppo del Pd, Armando Sanna, questa norma «è un delitto nei confronti del consiglio regionale, a cui vengono cancellate competenze». Per il Cinque Stelle, Stefano Giordano, «è una caduta della democrazia».

A difendere il provvedimento, il presidente della commissione Affari generali ed esponente di Vince Liguria-Noi Moderati, Alessandro Bozzano: «Non c’è nessuna violazione di legge: ci sarebbe laddove l’attività amministrativa si confondesse con quella politica, ma, anzi, qui se ne chiarifica la separazione». Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera di Fratelli d’Italia, Veronica Russo: «Non si depaupera il consiglio regionale, su cui non si interviene in alcun modo, ma sui rapporti tra giunta e dirigenti. È una semplificazione dell’attività della Regione».



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