Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
#finsubito
#finsubito video
Agevolazioni
Asta
Bandi
Costi
Eventi
Informazione
manifestazione
Sport
Vendita immobile

Carta di credito con fido

Procedura celere

Difendere la sovranità digitale europea per uno sviluppo tecnologico più equo e sostenibile


Il potere della tecnologia digitale, che si sta sempre più espandendo anche nelle istituzioni democratiche, come dimostra il rapporto tra Elon Musk e il presidente Donald Trump negli Usa, è guidato dalle informazioni che a loro volta derivano dai dati. Più dati si posseggono più informazioni si hanno, più potere si detiene. Un nuovo “tecno-capitalismo” sta espropriando, attraverso l’uso dei loro dati digitali, le risorse informative di miliardi di persone ovunque nel mondo, e le sta usando per accrescere a dismisura la potenza dei propri strumenti tecnologici, e in particolare l’intelligenza artificiale (AI).

Con la potenza di questi strumenti si sta accrescendo il potere politico di una “oligarchia” di tecnocapitalisti autoreferenziali decisi a dare una spallata alla democrazia che, come ha dichiarato Peter Thiel cofondatore di Pay Pal e uno degli ideologi delle Big Tech , “non è più compatibile con la libertà”.

Della cosiddetta transizione digitale, che a questo punto sarebbe più corretto definire “trasformazione digitale”, ciò che finora sappiamo per certo è che i processi in atto continueranno a procedere guidati da leggi interne della tecnologia intesa come fine e non come mezzo, e dalla forza del mercato. Quello che non sappiamo è come la società li istituzionalizzerà e quindi quali cambiamenti effettivi comporteranno, perché questi siamo noi a determinarli, attraverso i significati che attribuiamo a questi processi, e come influiranno sulla società e nelle nostre vite.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Cercare di contenere il fenomeno della trasformazione digitale, soprattutto negli effetti sulla società e sulla vita delle persone non basta più, c’è bisogno anche di proporre qualcosa per dare un segno diverso a quello che sta accadendo, con la nostra colpevole indifferenza. Per questo è necessario che il dibattito politico, scientifico, culturale e sociale sull’AI si arricchisca anche di un altro punto di vista che comprenda aspetti diversi del benessere oltre ai soli valori economici e soprattutto tenga conto del contesto delle comunità entro cui l’AI si andrà a posizionare. C’è bisogno di affiancare alla richiesta di regolamentazione e controlli anche una richiesta di partecipazione attiva della società nella realizzazione di forme diversificate e alternative di AI, con finalità sociali che rispondano prioritariamente ai bisogni dei cittadini/utenti e producano beni comuni digitali.

Gestione Bed & Breakfasts

Finanziamenti Bed & Breakfasts

L’AI, infatti, come ha riconosciuto il Global Digital Compact delle Nazioni unite va considerata infatti come un “bene pubblico digitale”, in contrapposizione alla versione dominante delle intelligenze artificiali gestite da società capitalistiche, il cui fine ultimo è il profitto e il “controllo”.

Come ha sottolineato recentemente il presidente del Cnel Renato Brunetta, ci sarebbe bisogno di ridefinire un nuovo “patto sociale”, che consentisse anche una più equa distribuzione delle risorse, non solo economiche, generate dall’introduzione dell’AI nel mondo del lavoro e nella società in genere. Un nuovo “patto sociale digitale” potrebbe fondarsi proprio a partire dalla sovranità digitale sui dati dei cittadini, la materia prima con cui vengono costruite le AI, proponendosi di mediare uno scambio più equo tra il valore aggiunto che si determina nell’interazione tra i cittadini e le macchine, con il capitale che le possiede e che sfrutta l’attuale asimmetria. Un ruolo proattivo importante per affermare una versione sociale dell’AI, potrebbe essere svolto in Italia dai corpi intermedi (sindacati, cooperative, Enti del Terzo settore, ecc) che potrebbero condividere dati sociali in un ecosistema digitale aperto e finalizzato allo sviluppo  di AI sociali. A questi soggetti andrebbero affiancati tutti i produttori del mondo della conoscenza e della ricerca pubblica, in primo luogo le Università, e gli attori istituzionali del sistema di ricerca  (Cun,Crui, Cnr, Conper, etc) , dove ci sono altri enormi giacimenti di dati e conoscenze, nonché la potenza di calcolo dei supercomputer che in Italia, come nel caso di Leonardo, sono di proprietà del consorzio pubblico Cineca, e che potrebbero essere messi a disposizione dell’ ecosistema dei dati condivisi per la creazione di beni pubblici digitali.

A fronte del crescente potere politico del “tecnocapitalismo” Usa, l’Europa dovrebbe quindi, in primo luogo, garantire la sovranità digitale dei suoi cittadini, facendo leva  sull’importante patrimonio normativo e regolamentare messo in campo negli ultimi anni dalle istituzioni di Bruxelles, che definisce lo spazio digitale europeo e i suoi principi.  Davanti alla politica negoziale aggressiva di Trump è necessario che le istituzioni europee e i suoi cittadini capiscano la necessità di una forte azione politica immediata.  L’Europa, invocando un legittimo principio di sovranità sul suo “spazio digitale, il cosiddetto “ventottesimo stato” dell’Unione, dovrebbe negoziare con l’amministrazione Trump e le Big Tech, per prima cosa, la restituzione di una copia dei dati generati dai cittadini europei e immagazzinati nei loro server, sulla base di quanto previsto dall’art 20 del GDPR e dal Digital Governance Act (DGA).

L’Unione europea dovrebbe poi mettere risorse economiche adeguate, come chiesto nel rapporto Draghi, sulle infrastrutture tecnologiche e cioè la rete di supercomputers e i data center necessari allo sviluppo delle IA. Inoltre dovrebbe anche finanziare la ricerca scientifica, difendendo le carriere dei ricercatori europei e i progetti delle aziende europee dell’ICT. In questo modo, affermando una piena ed effettiva sovranità digitale in Europa, si potrebbe sviluppare un mercato digitale competitivo ma inclusivo, e favorire un utilizzo innovativo delle tecnologie, basato sui diritti e sui principi dell’Unione Europea. Facilitando così la nascita anche di un Intelligenza Artificiale Sociale che produca beni comuni digitali, contribuendo al benessere delle persone.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo strutture per affitti brevi

Gestiamo strutture per affitto breve

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione