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LE VARIAZIONI NEGATIVE DELLA BASILICATA


Nonostante l’edilizia pubblica regge grazie al Pnrr, l’Ance registra una flessione tendenziale nel settore. Banche e mattone: corto circuito

La stima dell’Associazione nazionale costruttori edili (An- ce) per l’anno appena concluso è di una «flessione tendenziale degli investi- menti in costruzioni del meno 5,3% in termini reali». All’interno del quadro generico di flessione in Italia, prosegue, però, «l’ottima performance delle opere pubbliche, trainate dalla realizzazione dei lavori Pnrr». È quanto emerso dal report dell’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni che ha preso in esame le dinamiche osservate nei principali indicatori settoriali riferiti, per lo più, ai primi 9 mesi del 2024. Lamentato «un maggior rallentamento degli investimenti del settore registrato nel corso dell’anno». Tra le regioni che hanno fatto registrare variazioni negative, c’è la Basilicata. I livelli di finanziamenti erogati alle imprese edili «hanno continuato a diminuire, al netto di lievissimi segni positivi molto altalenanti in alcuni anni -, viene riportato nel documento analitico – determinando una grave crisi di liquidità per il tessuto produttivo: basti pensare che nel 2007 il settore bancario destinava a investimenti in costruzioni oltre 52 miliardi di euro, mentre il 2023 si è chiuso con un ammontare di 11,3 miliardi di euro, un calo che sfiora l’80%». I dati congiunturali più recenti relativi ai primi 9 mesi del 2024 indicano «una nuova flessione rispetto al- lo stesso periodo dell’anno precedente, -16,3% nel totale, con un -10% per gli investimenti in edilizia residenziale e -24,1% per investimenti in edilizia non residenziale».

IMPRESE

L’analisi territoriale dei dati mostra che il calo registrato nei primi 9 mesi del 2024 nel comparto residenziale ha riguardato la maggior parte delle regioni: solo in Puglia, Calabria e Molise il flusso di nuovi mutui per investimenti residenziali è aumentato. In relazione al flusso di nuovi mutui erogati per investimenti in edilizia residenziale, il calo della Basilicata, nei primi 9 mesi del 2024, è il secondo più drastico in Italia: – 27,1%. La Basilicata è nel terzetto di coda tra la Liguria (- 51,8) e la Sardegna (- 25,4%). In termini percentuali, peggiore il dato per l’edilizia non residenziale: nei primi 9 mesi del 2024, in Basilicata il flusso di nuovi mutui erogati per investimenti è calato del 40,6%. Maglia nera la Calabria (- 81,4%). Anche i finanziamenti destinati ad investimenti non residenziali sono diminuiti su tutto il territorio nazionale, con l’eccezione di Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna dove la variazione è stata positiva.

FAMIGLIE

Nel 2023, i finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di case sono diminuiti del 25,4% rispetto al 2022. Nei primi nove mesi del 2024, gli istituti bancari hanno erogato 30,6 miliardi di euro alle famiglie, mantenendo un livello simile a quello dell’anno precedente (+0,7%). «Analizzando nel dettaglio la composizione dei finanziamenti erogati – spiega l’Ance nel report – emerge che la dinamica riscontrata è il risultato di una sostanziale stabilità nella stipula di nuovi contratti di mutui e un incremento, rispetto ai primi 9 mesi del 2023, delle surroghe e sostituzioni di mutui». Per la Basilicata, però, ancora un segno negativo (- 7,2%): peggio solo l’Emilia Romagna (-8,8%), il Friuli Venezia Giulia (- 9,9%) ed il Molise (- 11,7%). Mentre le regioni con variazione positiva sono, nell’ordine crescente, il Veneto (1,4%), il Lazio, il Piemonte, il Trentino Alto Adige, la Puglia, le Marche, l’Abruzzo, la Valle d’Aosta, la Liguria e la Lombardia (-5,7%).

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LO STOCK ABITATIVO

Interessante il focus dedicato alle caratteristiche dello stock abitativo lungo la penisola. Per esempio, la distribuzione per regione ha consentito di evidenzia- re il caso estremo della Valle d’Aosta che presenta un numero di abitazioni non occupate addirittura superiore allo stock occupato. In base al Censimento permanente 2021, a fronte di una media italiana di 72,8 di abitazioni occupate e 27,2% di abitazioni non occupate, la ripartizione in Basilicata è la seguente: 63,9% occupate e 36,1% non occupate. La Basilicata, dopo Valle d’Aosta, Molise, Calabria, Abruzzo, Liguria e Sicilia, è la settima regione italiana con lo stock percentuale di case non occupate più alto. Sempre grazie al Censimento permanente 2021, l’Ance ha agevolmente ricostruito anche l’età del patrimonio abitativo. Per esempio, è emerso che a livello regionale, Liguria, Piemonte, Toscana e Molise presentano le incidenze più elevate sul totale di immobili costruiti prima del 1945 (tra il 30% e il 25%). In Basilicata, il 19,2% dello stock abitativo rientra, come epoca di costruzione, nella classe «fino al 1945», il 13,9% in quella «1946- 1960», il 33,6% (la classe più consistente) in quella «1961-1980», il 24,3% in quella «1981-2000», il 5,6% in quella «2001- 2010», l’1% in quella «2011-2015» e, infine, lo 0,6% in quella «2016 e oltre». La Basilicata viene segnalata come ottava regione italiana (68,5%) in relazione al significativo indicatore dell’incidenza percentuale dello stock abitativo costruito fino al 1980 sul totale. In riferimento ai Fondi strutturali europei 2021- 2027 e all’avanzamento dei programmi Fesr e Fse+ in Italia al 31 ottobre 2024, l’Ance segnala come una criticità il fatto che in alcune regioni i pagamenti latitino: «In fondo alla classifica si trovano Molise e Basilicata che non hanno registrato alcuna spesa».



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