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Giornata nazionale vittime civili: “Serve attenzione, giustizia e protezione”



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(Adnkronos) – Lo scopo della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, istituita in Italia con la legge 25 gennaio 2017 n. 9 e che si celebra il 1° febbraio di ogni anno, è quello di “conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e di tutti i conflitti nel mondo, nonché di promuovere, secondo i principi dell’articolo 11 della Costituzione, la cultura della pace e del ripudio della guerra”. Lo ha ricordato Michele Vigne, presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e lui stesso vittima civile di guerra, intervenendo, questa mattina, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, all’evento di celebrazione della Giornata Nazionale. “Per questo motivo, noi vittime civili di guerra, in questa ricorrenza reclamiamo attenzione, giustizia e protezione per tutti coloro che soffrono a causa della guerra, ieri come oggi e continueremo a farlo anche nei momenti e nelle situazioni in cui sostenere questi valori può diventare scomodo o sospetto”, ha dichiarato Vigne.  Lo spirito di questa Giornata Nazionale, ha sottolineato il presidente Vigne, è “quello da una parte ricordare le tante vittime civili delle guerre del passato, dall’altra istituire un momento di riflessione sulle tragiche conseguenze che le guerre, ancora oggi, provocano sulle popolazioni civili coinvolte. Popolazioni alle quali, per ragioni spesso strategiche, vengono inflitte sofferenze in maniera consapevole”. “Negli ultimi anni ho avuto modo di constatare come l’attenzione – e soprattutto la partecipazione emotiva nei confronti delle vittime civili di guerra – cambi a seconda non tanto dei conflitti in corso, quanto della loro vicinanza geografica e politica. In questo senso – ha evidenziato il presidente nazionale dell’Anvcg – i conflitti in Ucraina e Medio Oriente hanno segnato uno dei massimi picchi di attenzione nell’opinione pubblica del nostro paese verso il destino delle popolazioni civili coinvolte negli scontri. I telegiornali e le trasmissioni di approfondimento ci hanno restituito senza sosta immagini drammatiche di uomini, donne e bambini piangere per la perdita dei propri cari e delle proprie case, piangere per il terrore delle bombe”. “Oggi la guerra non ci sembra più così lontana e quei volti segnati dalla paura ricordano a noi, vittime civili di guerra italiane, immagini e sensazioni di tanto tempo fa – ha proseguito Vigne – Non una di noi vittime civili di guerra italiana può guardare certe immagini senza provare pietà, sdegno, preoccupazione, indignazione. Non una di noi riesce a guardare i bambini in fila per un pezzo di pane senza sentire un groppo alla gola, senza provare l’istinto di tendere la mano verso di loro. Senza sentire scorrere dentro, anche solo per un attimo, i sinistri ricordi di ciò che ieri è stato anche per noi. Per questa ragione noi vittime civili di guerra italiane sentiamo l’obbligo morale, non derivante da ideologie, di ribadire quel principio solido e innegabile che è il principio di umanità, un principio universale. Questa non è un’interpretazione di parte e non ha intenti divisivi; al contrario la viviamo e proponiamo come un approccio che dovrebbe unire tutti”. Nel 2024, ha affermato Vigne, “le vittime civili causate da armi esplosive sono aumentate del 67% rispetto all’anno precedente, una crescita vertiginosa che ci impone di pretendere il reale rispetto ed applicazione del diritto internazionale affinché si proteggano le vite, le case, le scuole e gli ospedali”. Il presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ha poi ricordato, nel suo intervento, che “il diritto umanitario, che scaturisce proprio dal principio universale di umanità, è stato concepito per proteggere tutti, nessuno escluso, dagli orrori che noi abbiamo vissuto. E’ nato dalla terribile esperienza delle guerre mondiali per fornire regole per la protezione dei civili. Regole condivise attraverso l’adesione ai trattati internazionali, che prevedono che i civili e le strutture a loro indispensabili non siano bersaglio diretto di azioni militari e che, nel caso di attacco a obiettivi strategici, vengano adottate tutte le precauzioni per ridurre al minimo il potenziale danno ai civili. Regole che prevedono anche che nessuno si faccia scudo dei civili, rifugiandosi o peggio ancora, rendendo basi operative a scopi militari ospedali, scuole e infrastrutture civili”.  “Sono regole chiare, contenute nei trattati e nelle convenzioni internazionali, ma che molto spesso purtroppo vediamo disapplicate anche da coloro che le hanno sottoscritte, come abbiamo purtroppo visto in tanti conflitti post-Seconda Guerra Mondiale e come possiamo vedere anche oggi – ha evidenziato il presidente Vigne – Perché accade questo? Ovviamente la risposta è complessa ma io credo che sia importante soffermarci un poco su questa complessità. Da una parte i conflitti sono sempre più asimmetrici. Coinvolgono, cioè, gruppi non statali; in questo tipo di guerre sono applicate strategie e tattiche non convenzionali, dirette proprio contro i civili. Questo comporta che l’idea che si possa svolgere una ‘guerra pulita, senza il coinvolgimento delle popolazione civile – in sintesi una guerra senza danni collaterali – è, purtroppo, un desiderio impossibile”. “Non dimentichiamo mai, infatti, che gli effetti devastanti della guerra non terminano con i trattati di pace, ma continuano a condizionare la vita di una comunità per il tempo a venire, specialmente quando si tratta di territori già fragili per la povertà o per altre ragioni – ha ammonito Vigne – Ed ecco che la sciagurata definizione di ‘danni collaterali’ si estende non solo a morti e feriti, ma anche ai sopravvissuti con disabilità, con traumi psichici, ai profughi, agli orfani, alle vedove. Queste persone, i civili, non sono un’entità astratta. Dietro questa parola ci sono le vite di persone di ogni età, con il loro valore incommensurabile. E’ questo il diritto primario, il più inviolabile tra tutti i diritti e la guerra è la forma più radicale e violenta della sua negazione”.  “Per questo motivo, noi vittime civili di guerra, in questa ricorrenza reclamiamo attenzione, giustizia e protezione per tutti coloro che soffrono a causa della guerra, ieri come oggi e continueremo a farlo anche nei momenti e nelle situazioni in cui sostenere questi valori può diventare scomodo o sospetto”, ha concluso Vigne.  Giunta alla sua ottava edizione, la Giornata Nazionale vede, di anno in anno, la crescente partecipazione dei Comuni italiani, grazie al protocollo d’intesa siglato con Anci, che, nella sera del 1° febbraio, illumineranno di blu Municipi e monumenti simbolo in tutto il Paese. L’iniziativa coinvolge anche le istituzioni centrali e, dallo scorso anno, numerose Regioni. Al centro dell’evento celebrativo in Palazzo Vecchio a Firenze c’è stata la premiazione dei vincitori del concorso scolastico nazionale indetto in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, intitolato “1945: la guerra è finita! Le gravose eredità che guerre e conflitti lasciano alla popolazione civile”, a cui hanno partecipato oltre 1.100 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado da tutta Italia. Sul palco del Salone dei Cinquecento è stata, inoltre, presentata la tredicesima edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, annuario aggiornato delle guerre contemporanee, cui l’Anvcg collabora attraverso “L’Osservatorio”, il proprio centro di ricerca internazionale sulle vittime civili dei conflitti. All’evento sono intervenuti il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti; il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato; Claudio Betti, presidente della Confederazione sulle associazioni combattentistiche; Nicola Labanca, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Siena e responsabile del Dipartimento Studi e Ricerche Storiche dell’Anvcg; Chiara Fantozzi dell’Università di Pisa; Nicolas Marzolino, consigliere nazionale Anvcg; Lorenzo Bernard, consigliere provinciale Anvcg di Torino e bronzo paralimpico a Parigi 2024; Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo; rappresentanti dell’Anci e del Comune di Firenze, quest’ultimo rappresentato dall’assessora Benedetta Albanese. L’evento, che è stato moderato dalla conduttrice e attivista Metis Di Meo, vede la collaborazione del Ministero dell’Istruzione e del Merito e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, il patrocinio del Comune di Firenze, della Regione Toscana e dell’Anci. “Il governo crede nell’importanza di questa Giornata Nazionale che è stata istituita per ricordare le vittime civili di tutte le guerre. Quello attuale è, purtroppo, un periodo dove le guerre sono attuali e quindi è giusto trasmettere anche ai ragazzi la problematica delle vittime civili coinvolte nei conflitti”, ha detto il sottosegretario all’Istruzione, Paola Frassinetti. Coinvolgere le future generazioni, ha aggiunto il sottosegretario all’Istruzione, “è fondamentale: naturalmente nella storia le guerre sono cambiate e soprattutto dalla Prima guerra mondiale in poi le vittime civili sono aumentate e ancora oggi ci sono. E si trovano ancora ordini inesplosi, quindi è una tematica molto attuale purtroppo”.  “Il ricordo delle vittime civili delle guerre è doveroso e la Giornata Nazionale è molto importante, perché ricorda gli effetti negativi sui civili, che anche in tempo di pace, anche fuori da ruoli militari, si sono trovati coinvolti e menomati per colpa delle guerre che purtroppo ci sono ancora nel mondo”, ha detto il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato, “Sono qui anche in rappresentanza del presidente della Camera che ha voluto dare attenzione particolare a questa giornata”, ha precisato l’onorevole Osnato. “Il Parlamento è stato molto attento rispetto alla tutela delle vittime – ha sottolineato Osnato – Anche nella legge di bilancio siamo riusciti a trovare risorse per aiutare le persone in queste difficoltà e per continuare a fare anche un po’ di formazione e di conoscenza rispetto a questi temi soprattutto nei confronti dei giovani”.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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