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Incentivi auto 2025 per battere i prezzi cinesi, al via in Francia


Torna il “bonus ecologico” in Francia per favorire la transizione verso una mobilità meno inquinante con un dispositivo da parte del governo che sostiene l’innovazione tecnologica dei costruttori per ridurre le emissioni di CO2. Si fa ancora più dura la battaglia della Francia contro le Case auto cinesi: lo dimostrano gli incentivi sulle vetture elettriche del 2025 che Parigi ha introdotto. Il “bonus écologique” del 2024 costituiva una barriera anti Pechino abbastanza alta, perché legato a un punteggio ambientale variabile in base a fattori di emissione nel ciclo vita di ogni vettura. Il muro di quest’anno risulta più imponente.

Incentivi auto elettriche, al via in Francia per battere i prezzi della Cina 

Col decreto in Gazzetta Ufficiale, le auto fabbricate in Europa tramite kit di assemblaggio cinesi non hanno diritto al bonus 2025. L’Ademe (l’agenzia preposta) tiene conto del sito di fabbricazione: il luogo dove si svolgono le fasi produttive. Ossia stampaggio, assemblaggio della carrozzeria, verniciatura, montaggio finale. Invece, ha un peso pari a zero il sito di assemblaggio: il luogo dove si effettua l’installazione del motore elettrico e della batteria sul telaio.

Un meccanismo fortemente voluto dal presidente francese Emmanuel Macron, che già spinse per il bonus 2024, e ora ha premuto per un inasprimento dei criteri in funzione anti Cina. Lo stesso politico che è andato in pressing per mesi sulla Commissione Europea affinché questa imponesse extra dazi sulle elettriche Made in China esportate verso il Vecchio Continente.

Calcolo incentivo francese, come funziona

Nel dettaglio, il bonus francese che copre diversi tipi di veicoli a determinate condizioni:

Auto (categoria M1) che

  • Sono nuove,
  • Sono immatricolate in Francia in una serie definitiva,
  • Non sono state oggetto di immatricolazione in Francia o all’estero,
  • Non sono cedute nel primo anno,
  • Hanno percorso meno di 6.000 km,
  • Hanno un prezzo di acquisto inferiore a 47.000 euro,
  • Funzionano esclusivamente a elettricità, idrogeno o una combinazione dei due,
  • Pesano meno di 2,4 tonnellate,
  • Hanno un punteggio ambientale superiore o uguale a 60 punti.

Furgoni (categoria N2) che

  • Sono nuovi,
  • Sono immatricolati in Francia in una serie definitiva,
  • Non sono ceduti nel primo anno,
  • Non sono stati oggetto di immatricolazione in Francia o all’estero,
  • Funzionano a elettricità, idrogeno o una combinazione dei due,
  • Hanno percorso meno di 2.000 km,
  • Pesano meno di 3,5 tonnellate.

Veicoli a due o tre ruote elettrici e quadricicli che

  • Hanno percorso meno di 2.000 km,
  • Sono immatricolati in Francia in una serie definitiva,
  • Non sono stati oggetto di immatricolazione in Francia o all’estero,
  • Non sono ceduti nel primo anno,
  • Sono elettrici,
  • Non hanno una batteria al piombo.

Per l’acquisto o il noleggio a lungo termine di un veicolo, il bonus è calcolato in percentuale del costo di acquisizione del veicolo:

  • 27% per un’auto,
  • 40% per un furgone,
  • 27% (potenza massima del motore superiore o uguale a 2 kilowatt) o 20% (potenza massima del motore inferiore o uguale a 2 o 3 kilowatt) per i due o tre ruote.

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Al momento dell’acquisto di un’auto, l’importo è limitato a:

  • 4.000 euro per le famiglie il cui reddito fiscale di riferimento è superiore a 15.400 euro.
  • 7.000 euro, al contrario, quando è inferiore o uguale a 15.400 euro.

Per quanto riguarda i furgoni, l’importo è limitato a:

  • 5.000 euro per le famiglie il cui reddito di riferimento è superiore a 15.400 euro.
  • 8.000 euro, al contrario, quando è inferiore o uguale a 15.400 euro.

I veicoli a motore a due o tre ruote sono limitati a:

  • 900 euro se la potenza massima netta del motore è superiore o uguale a 2 kilowatt.
  • 100 euro se la potenza massima netta del motore è inferiore a 2 kilowatt.

Il bonus ecologico può essere cumulato con il premio alla conversione, con un limite fissato a 12.000 euro per un’autovettura elettrica nuova.

Con questo schema, i bonus francesi 2025 tendono a escludere quasi del tutto le auto cinesi grazie a una formula matematica articolata. Tale per cui si conteggiano le emissioni di anidride carbonica lungo tutto il ciclo di vita del veicolo, prendendo a riferimento la CO2 generata durante il trasporto delle auto, la lavorazione dei materiali, i processi industriali. Più l’auto è pulita, maggiore l’incentivo, che poi è la logica sottostante a qualsiasi ecobonus. Il decreto non fa nessun riferimento esplicito alla Cina o alle Case del Dragone, tuttavia il target anti Celeste Impero è palese. 

Chi resta fuori dall’incentivo

Nel mirino, fra gli altri, ci finisce la cinese Leapmotor (Stellantis) che assembla la T03 in Francia: zero sconto statale. In questo modo, ne esce sconfitto l’ex ad del Gruppo euroamericano Carlos Tavares, che – sebbene senza dirlo – puntava a ottenere numerosi vantaggi da quella strategia, peraltro perfettamente legittima. Idem in futuro l’orientale Chery, col suo futuro kit in Spagna, a Barcellona. Saranno comunque dolori anche per le Case occidentali che producono vetture elettriche in Cina: si pensi alla tedesca Smart, alla svedese Volvo EX30 del Gruppo cinese Geely, a Polestar (sempre di Geely), ma anche alle britanniche Mini del Gruppo tedesco BMW, senza dimenticare la spagnola Cupra Tavascan del Gruppo tedesco Volkswagen, nonché la MG4 di SAIC. Non ultima, la Tesla Model 3 che esce dalla Giga Shanghai.

Ma un bonus al 100% anti Cina è davvero difficile

L’incentivo francese 2025 che fa da barriera all’avanzata impetuosa del Regno di Mezzo in Europa è un passo avanti rispetto a quello del 2024. Tuttavia, è davvero difficile escludere al 100% il Dragone dai vari ecobonus degli Stati europei o dallo sconto paneuropeo che ha in mente Bruxelles. Perché c’è un qualche componente cinese di qualsiasi natura in tantissime macchine a corrente, ibride plug-in e ad elevato contenuto tecnologico. Pechino domina la filiera dell’elettrico, dalle miniere alle batterie, mentre i costruttori necessitano di accumulatori efficienti, sicuri e ad elevata autonomia per proporre full electric allettanti ai consumatori. Siffatti mezzi passando quasi sempre in qualche modo per il Celeste Impero: sia sufficiente evidenziare lo strapotere delle cinesi CATL e BYD in materia di batterie.

Considerazioni finali

Lo straordinario successo della Cina è riconducibile a politiche industriali che, dal 2000, ha rafforzato la produzione nazionale stimolando la domanda. Adesso, porre un argine che blocchi lo tsunami elettrico proveniente dal Paese della Grande Muraglia risulta un’operazione ai limiti dell’impossibile. Il Vecchio Continente è affamato di materie prime critiche come litio, nichel, cobalto, manganese, grafite, rame e terre rare: minerali e metalli essenziali per la costruzione delle batterie e dei motori delle elettriche. Di cui Pechino è ricchissima. Non basterà il bonus ecologico 2025 di Macron per annullare l’egemonia orientale nella nuova mobilità.

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