Intergenerazionale. Sperimentazioni, processi e impatti sociali di un diverso modo di coltivare lo sviluppo territoriale • Secondo Welfare

La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì (FCR Forlì), da anni impegnata nel promuovere il benessere e lo sviluppo del territorio, ha recentemente inaugurato un percorso di innovazione sociale con una visione intergenerazionale.

Nello specifico, il workshop “INTERGENERAZIONALE. Una prospettiva integrata per lo sviluppo territoriale a Forlì”, tenutosi lo scorso novembre in collaborazione con AICCON, ha riunito operatori di diverse organizzazioni locali per discutere i risultati e le prospettive di due bandi emblematici della Fondazione: “OverALL” e “Territori di Comunità”.

Questo evento ha rappresentato un momento chiave per riflettere sulle sfide del territorio, a partire dalle evidenze di valutazione dei bandi citati, e delineare nuove traiettorie di sviluppo per le Fondazioni di origine bancaria e il settore filantropico.

I bandi analizzati

Il bando “OverALL” intendeva sostenere la rete territoriale già consolidata nella realizzazione di un mix di interventi in grado di contribuire concretamente alla qualità della vita dell’anziano, valorizzandone autonomie, libertà e competenze. L’obiettivo del bando “Territori di Comunità” era invece quello di offrire a bambini e bambine e a giovani – dai 6 ai 18 anni – spazi e tempi, senso di appartenenza, stimoli per la partecipazione ed il protagonismo per aumentare il loro benessere e contrastare la povertà educativa attraverso l’azione dell’intera comunità educante.

I dati relativi ai due bandi appaiono particolarmente significativi. “OverALL” ha coinvolto oltre 1.473 anziani e 384 caregiver, mentre “Territori di Comunità” ha raggiunto più di 2.000 minori. Nonostante alcune difficoltà, come la lieve riduzione di volontari under 35 nel primo bando, si è registrato un aumento degli anziani attivi come volontari. Nel secondo bando, il coinvolgimento dei giovani volontari è cresciuto sensibilmente, con un picco estivo di 595 adolescenti. L’importanza di una cabina di regia dedicata è stata riconosciuta come fondamentale per garantire interventi mirati e una raccolta dati efficace, un elemento cruciale per orientare le azioni future.

Gli ulteriori obiettivi raggiunti, registrati tramite due questionari, sono molteplici. Tra gli altri si sottolinea come le attività di “OverALL” abbiano migliorato le relazioni sociali e la fiducia delle persone anziane, con il 79% dei partecipanti che ha riscontrato una riduzione del senso di solitudine e l’80% che ha dichiarato di uscire più frequentemente di casa. Questi interventi hanno anche accresciuto il senso di appartenenza e motivazione a collaborare con volontari e operatori. Parallelamente, “Territori di Comunità” ha contribuito a migliorare la gestione delle emozioni per l’85% dei partecipanti e ridurre il senso di isolamento per il 67%. Inoltre, quasi la metà dei giovani coinvolti (48%) ha scoperto nuove passioni e sviluppato aspirazioni future grazie a esperienze strutturate e spazi di confronto accoglienti.

Sfide aperte, anche per altri territori

Nonostante i risultati positivi, alcune sfide richiedono un’attenzione particolare. Per gli anziani, appare necessaria una definizione più condivisa della “fascia grigia” per migliorare l’efficacia degli interventi, mentre per i giovani resta prioritario coinvolgere coloro che si trovano in situazioni di marginalità e isolamento. Inoltre, la riduzione dell’impegno volontariato è una questione cruciale: servono strategie per incentivare il coinvolgimento dei giovani anche nel supporto agli anziani, promuovendo così un dialogo intergenerazionale (un tema di cui Secondo Welfare si è recentemente occupato qui e qui, ndr). Un ulteriore aspetto critico riguarda la collaborazione tra pubblico e privato, che deve essere potenziata per costruire un ecosistema più integrato e sostenibile.

Le prospettive future delineate dal workshop suggeriscono azioni concrete per favorire l’interazione e la cooperazione tra generazioni. Creare spazi comuni e condividere narrazioni che mettano in luce i legami tra giovani e anziani rappresentano passi fondamentali per costruire un senso di comunità. Lo scambio di competenze – dai giovani verso gli anziani e viceversa – può generare arricchimento reciproco, mentre il volontariato intergenerazionale, supportato da percorsi formativi mirati, potrebbe essere la chiave per rafforzare il tessuto sociale. Infine, il coordinamento strategico tra organizzazioni e stakeholder è essenziale per pianificare interventi condivisi e sostenibili nel tempo.

L’esperienza della FCR Forlì suggerisce dunque che una prospettiva intergenerazionale non solo valorizza le potenzialità di ogni età, ma promuove anche un approccio integrato e sistemico allo sviluppo territoriale. Creare comunità competenti ed intraprendenti, integrare generazioni diverse in piattaforme comuni e adottare una valutazione strategica che vada oltre la semplice rendicontazione sono gli elementi chiave per costruire un futuro più sostenibile integralmente. Le Fondazioni di origine bancaria, in questo contesto, possono svolgere un ruolo cruciale come catalizzatori di innovazione sociale e sviluppo, ridefinendo il loro impatto sul territorio e ponendosi come protagoniste di una nuova filantropia attenta alle sfide contemporanee e capace di alimentare processi trasformativi attraverso le aspirazioni e le risorse latenti di un territorio. Una prospettiva territoriale nuova che ha le sue radici in una visione relazionale dello sviluppo.

Maggiori riflessioni sono disponibili nel paper “Filantropia Territoriale. Missioni e strategie per un ruolo trasformativo delle Fondazioni di Origine Bancaria” disponibile a questo link.