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L’1 febbraio è dedicato alle vittime civili delle guerre, se ne parla a scuola


NAPOLI – Si celebra il primo febbraio la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo. Istituita dalla legge numero 9 del 25 gennaio 2017, rappresenta un’occasione per onorare la memoria di chi ha perso la vita a causa di conflitti armati e promuovere valori fondamentali come la pace e il rifiuto della guerra.

Significativa la scelta del giorno in cui ricordarla: il primo febbraio del 1979, infatti, entrò in vigore l’attuale testo unico sulle pensioni di guerra (dpr 23 dicembre 1978, numero 915 e successive modificazioni e integrazioni) in cui, per la prima volta, le vittime civili furono pienamente equiparate a quelle militari, riconoscendo loro pari dignità. La legge affida agli enti territoriali il compito di promuovere e organizzare cerimonie, eventi, incontri e testimonianze sulle esperienze vissute dalla popolazione civile nel corso delle guerre mondiali, ma anche sull’impatto dei conflitti successivi in tutto il mondo.

La Giornata, istituita “al fine di conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e di tutti i conflitti nel mondo, nonché di promuovere, secondo i princìpi dell’articolo 11 della Costituzione, la cultura della pace e del ripudio della guerra”, nasce grazie al disegno di legge presentato da Giovanni Burtone che ha recepito una proposta fortemente voluta dall’Associazione nazionale vittime civili di guerra (Anvcg) ed ha ricevuto il via libera, all’unanimità, dalla Camera dei deputati e dal Senato.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della prima ricorrenza, sottolineò come la Giornata costituisse “una autentica opportunità, soprattutto per i più giovani, per mobilitare le coscienze contro ogni forma di barbarie, tenere viva la memoria degli orrori delle guerre e dei conflitti, rispondendo alle grandi sfide contemporanee che minano la pace, la concordia e la prosperità dei popoli”.

E proprio sull’aspetto legato ai giovani, l’articolo 4 della legge sottolinea l’importanza di coinvolgere le scuole nelle commemorazioni. Il ministero dell’Istruzione ha il compito di far ricordare la ricorrenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado, grazie al suo alto valore educativo e a questo proposito l’Anvcg organizza annualmente, in collaborazione con il ministero, un concorso rivolto agli studenti e alle studentesse su temi che si richiamano ai valori della Giornata.
Quest’anno l’Anvcg, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del merito, ha indetto il concorso “1945: la guerra è finita! Le gravose eredità che guerre e conflitti lasciano alla popolazione civile”. Il tema scelto per l’ottava edizione del bando per le scuole “vuole riportare l’attenzione sul dramma esistenziale che hanno vissuto i civili. Da sempre la Guerra di Liberazione e la fine della Seconda guerra mondiale sono rappresentate come una vittoria politica e militare, trascurando da questa narrazione il vissuto dalle vittime civili di quel conflitto. La popolazione ha infatti subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto: dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste, fino agli ordigni bellici inesplosi che nei decenni a venire hanno continuato a produrre cecità, invalidità e mutilazioni. Capire e comprendere quelle sofferenze di allora può aiutare le nuove generazioni a conoscere il vero prezzo delle guerre e le conseguenze per le popolazioni coinvolte, in uno scenario che va ben al di là della narrazione vincitori-vinti.
Il concorso, per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, si articola in tre sezioni: grafica, video e scrittura (ogni dettaglio delle singole sezioni è spiegato nel bando). Gli elaborati possono essere ricerche, saggi, articoli di giornale, testi teatrali, interviste. Per quanto riguarda le scuole secondarie di primo grado, il concorso si articola in un’unica categoria in cui sono comprese tutte le forme espressive precedenti.È possibile partecipare con lavori individuali, di gruppo o di classe.

Dalla Siria alla Palestina passando per Ucraina e Yemen, al momento nel mondo sono attivi oltre 50 fronti di fuoco, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. Davanti a tutto questo i Comuni italiani lanciano un appello universale per la pace e per il rispetto del diritto internazionale umanitario e per questo l’Anci e l’Anvcg invitano tutti i Comuni a partecipare in maniera coordinata e sinergica alla Giornata rinnovando l’appello – arrivato anche tramite lettere a tutti i Comuni del Paese – ad unirsi alle celebrazioni illuminando la facciata del Municipio o un altro edificio o monumento rappresentativo con una luce blu e/o esponendo lo striscione con il messaggio “Stop alle bombe sui civili”. Questo semplice gesto simbolico rappresenta un forte richiamo alla pace e la richiesta di protezione dei più vulnerabili, attraverso il rispetto del diritto internazionale umanitario.

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Aderisce all’iniziativa anche la Camera dei deputati con la facciata di Montecitorio che verrà illuminata dal colore blu dalle 18 di sabato all’una di domenica 2 febbraio.



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