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«Così l’azienda salese può tornare ai vertici»


S. MARIA DI SALA – Il ministero del Lavoro, con proprio decreto di ieri, ha autorizzato la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori Speedline a partire dal 18 ottobre scorso per un anno. La successiva proroga sarà automatica sino alla cessazione dell’esercizio d’impresa da parte di Speedline (che sarà dichiarato dal Tribunale di Venezia dopo la cessione definitiva del compendio aziendale). È questo, forse, il punto di ripartenza, la linea segnata fra un prima e un dopo, che dà ulteriore forza ai lavoratori per pensare a un futuro sicuramente in salita, ma che vede al loro fianco, impegnati nel salvataggio della storica azienda salese, ben tre commissari straordinari, supportati con convinzione anche dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso.


 

PERCORSO IN SALITA

Una strada in salita, una “rimonta” è la parola chiave per la ripartenza di Speedline. Parola con cui il commissario Maurizio Castro intende rilanciare l’identità dell’azienda e con essa la “rimonta” dell’impresa leader mondiale nella produzione di cerchi in lega per l’automotive, oggi “fantasma” di un passato che è stato glorioso. «Si parte sempre dall’identità di un’impresa, i cambi di vocazione non pagano mai. E la nostra identità è sportiva: abbiamo fatto prima le ruote per le macchine da corsa, e poi per le macchine di serie. Bisogna ripartire dal racing». A dirlo, nel corso di una serata conviviale di alcuni club veneziani del Rotary International all’hotel Bologna di Mestre, è il noto esperto di relazioni industriali, che sta redigendo il piano di rilancio aziendale, assieme agli altri due commissari Alfonso Celotto e Giovanni Patti, da presentare entro questo mese di febbraio al Tribunale di Venezia. «Abbiamo dominato in ogni Gran premio, in ogni prova speciale. Hanno cercato con ogni mezzo di buttarci fuori. Siamo tornati. Siamo tornati per vincere dichiara con convinzione Le imprese sportive dei campioni che hanno vinto correndo su auto con i cerchi Speedline possono diventare il simbolo più evocativo della nostra prossima storia».

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Una su tutte: Suzuka 1988, Mondiale di Formula 1, un nome: Ayrton Senna, un’auto, McLaren, che monta cerchi Speedline. Senna si sta giocando il mondiale con Prost (penultima gara) e parte in pole. Per un problema tecnico stalla in partenza, e riesce miracolosamente a riaccendere la sua McLaren grazie alla leggera pendenza del rettilineo del tracciato giapponese, trovandosi però in 14. posizione. Grazie a una rimonta furibonda, condita da una pioggia leggera, vince la gara e si laurea campione del mondo di Formula 1, dando inizio alla leggenda di Ayrton Senna.

 

LO SCENARIO

«Speedline ha fra i 18 e i 24 mesi, ora, per la sua rimonta – spiega Castro – ovvero la durata standard della procedura straordinaria, per trovare un investitore serio, che garantisca il consolidamento e lo sviluppo nel medio e lungo termine. Speedline è stata oggetto di un’operazione predatoria di insopportabile rapinosità: lo stesso Governo ci ha dato mandato di verificare con la massima severità le condotte di Ronal e Callista, perché l’Italia non è il Paese dove le industrie possano essere oggetto di dismissione industriale e di comportamenti predatori».

«La fabbrica, fisicamente, si presenta un po’ rovinata, dimostra la sua età, Ronal non ha fatto investimenti, – prosegue -. Ma laddove c’è qualche invecchiamento dell’apparato produttivo, esso viene recuperato dalla straordinaria competenza delle maestranze che ci è riconosciuto in tutto il mondo e compensa ogni acciacco. Riceviamo visite di manager illustri, i quali dichiarano di essere molto convinti da questo giacimento di competenze, che si colgono proprio fisicamente. Siamo un’industria molto complessa, che ha ancora molte cose da dire». E aggiunge, sempre nel suo intervento al tavolo con altri manager d’industria: «Un salvataggio è figlio dell’etica, del lavoro, della responsabilità. Si deve costruire un’alleanza fra i commissari, le maestranze, i sindacati, le istituzioni, il territorio. Parliamo di imprese difficilissime: questa deve diventare una straordinaria mobilitazione di ogni esperienza, competenza, energia. Così potrà portare al risultato».
 





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