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Scontro governo – magistratura, Crosetto: “Qualunque cosa per il bene della Nazione”, gli attacchi da FDI su Almasri e Albania


Lo scontro tra governo e  magistratura sulla questione Albania, senza dimenticare anche il caso Almasri, manda in secondo piano persino la situazione della Ministra Daniela Santanchè alla Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia a Roma. Ministri e volti del partito hanno un solo obiettivo: sottolineare come la corte d’appello di Roma con la decisione di rimpatriare i migranti dall’Albania sia andata contro la stessa Cassazione che aveva definito come spettasse al Governo indicare i paesi sicuri. Un cortocircuito che fa gioco nel racconto di una parte della magistratura politicizzata. Poi c’è la risposta più significativa di tutte, quella di Guido Crosetto che incalzato da Lo Speciale sulla possibilità che un governo possa fare “cose sporchissime” per la difesa nazionale ha sottolineato “Il governo fa qualunque cosa per la difesa della Nazionale”.

Scontro governo – magistratura, Crosetto e la difesa estrema sul caso Almasri

Guido Crosetto arriva sorridente alla Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia, sottolineando di non voler entrare sulla polemica a proposito dei cpi in Albania dato che lui si occupa di Difesa. È a quel

punto che noi de Lo Speciale lo incalziamo su un tema delicatissimo, quello di quanto si è disposti a sporcarsi per la difesa nazionale: “Il governo deve fare qualunque cosa ritenga giusta”, ha spiegato il ministro dando così forza anche alle parole di Bruno Vespa che avevano acceso il dibattito politico quando aveva spiegato che tutti i governo del mondo agiscono come fatto da quello italiano per il caso Almasri. Una frase breve ma coincisa, ma che potrebbe alzare ulteriormente i toni perché sembra chiaro che oltre la  smentite di facciata quella del rimpatrio del generale libico sia una decisione politica.

Galeazzo Bignami su Almasri cita Neytanhau: “Chiaro che ci debbano essere valutazioni politiche”

A margine della Direzione nazionale di Fratelli d’Italia in corso a Roma, il capogruppo alla Camera, Galeazzo Bignami, ha ribadito che sulla scarcerazione di Almasri sono stati forniti “dati obiettivi e inattaccabili”. Tuttavia, ha aggiunto, “c’è una concomitanza di fatti e date oggettive che deve far riflettere sul perché non sia intervenuto prima chi, secondo la Corte penale internazionale, rappresenta un pericolo per la sicurezza italiana e non solo”. E ha precisato: “Parlare di un attacco della magistratura al governo è probabilmente eccessivo”, ma ribadisce che c’è chi va contro le politiche del governo che vuole fermare il traffico di esseri umani.

Bignami si è poi sbottonato sulla questione politica, chiamando in causa anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, su cui pende un mandato della Corte penale internazionale. “Io non ho parlato di dolo né di premeditazione, se non del rispetto dell’articolo 11 della legge 637 del 2012, che prevede che la decisione di trattenere un soggetto debba essere preventivamente notificata al ministro della Giustizia, con una valutazione anche di ordine politico”, ha spiegato. E ha aggiunto: “Per esempio, se Netanyahu decidesse di condurre dialoghi di pace a Roma, secondo la Corte penale internazionale, senza una preventiva valutazione del ministro della Giustizia, dovrebbe essere arrestato. È una questione che inevitabilmente coinvolge elementi politici e che lo statuto della Corte penale internazionale demanda ai governi, non alla magistratura che ha scarcerato Almasri”.

Scontro totale dopo la decisione della Corte d’appello sui cpi in Albania

La decisione della Corte d’Appello di Roma sul trattenimento dei migranti nei centri in Albania ha scatenato una reazione compatta da parte di Fratelli d’Italia, con diversi esponenti del partito che hanno evidenziato un possibile squilibrio tra i poteri dello Stato. Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di FdI, ha parlato apertamente di un’invasione di campo da parte della magistratura: “Non so se era loro intenzione andare contro le scelte del governo, ma ho visto dei magistrati che vanno contro la Cassazione più che contro il governo”. Donzelli ha ricordato come la Cassazione avesse stabilito che spetta ai governi definire quali siano i Paesi sicuri, e non ai giudici: “Quella di ieri sembra una decisione che contraddice un principio giuridico chiaro, creando confusione su chi deve decidere in materia di immigrazione”.

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Sulla stessa linea si è espresso Raffaele Speranzon, vice-capogruppo vicario al Senato, che ha parlato di un “evidente scontro istituzionale”, mettendo in dubbio il ruolo di una parte della magistratura: “A indicare le politiche migratorie sono i governi, non certe fantasiose interpretazioni da parte di alcuni magistrati”. Speranzon ha poi sottolineato lo stupore di FdI di fronte a una sentenza che sembra contraddire le indicazioni già espresse dalla Cassazione: “È grave che una parte della magistratura entri in ambiti che spettano al potere legislativo e all’esecutivo, rischiando di delegittimare il lavoro del Parlamento”. Anche Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, ha insistito sul concetto di invasione di campo, criticando il fatto che l’Italia sia l’unico Paese a non poter rimandare i migranti nei Paesi d’origine: “La Germania manda dove vuole, l’Olanda manda dove vuole, la Svezia manda dove vuole. L’Italia, per una norma presuntamente europea, deve tenerli tutti. Non è accettabile”.

Le ripercussioni di questa decisione potrebbero estendersi oltre l’Italia, come evidenziato dall’europarlamentare Carlo Fidanza, che ha lanciato un allarme sulle conseguenze a livello comunitario: “Se dovesse passare l’orientamento della Corte di giustizia europea, significherebbe far saltare Schengen e impedire a qualsiasi Paese di decidere chi può entrare e chi no”. Fidanza ha ribadito la posizione del governo: “Non c’è nessuno scontro con la magistratura, ma c’è la volontà di far rispettare le scelte politiche in tema di immigrazione”. Tuttavia, ha avvertito che “se questo principio venisse ribaltato, i governi nazionali perderebbero completamente il controllo delle loro frontiere, con conseguenze gravissime per tutta l’Europa”.La vicenda assume dunque un valore più ampio del semplice caso italiano: la tensione tra poteri dello Stato, il ruolo della magistratura nelle scelte legislative e il futuro delle politiche migratorie in Europa sono ora al centro del dibattito.

Sulla possibilità di una manifestazione  di piazza della destra a difesa del governo contro la stessa magistratura si è espresso invece il ministro Musumeci: Lo ha detto Nello MUSUMECI, ministro per la Protezione civile, parlando della vicenda Almasri al suo arrivo alla Direzione nazionale di Fdi. Quanto all’ipotesi che il partito chiami la base a scendere in piazza, ha spiegato: “Le piazze appartengono al nostro codice genetico, perché quando non c’erano i cellulari e le emittenti libere, la piazza era, per noi di destra, l’unico luogo dove poter parlare agli italiani. Quindi siamo affezionati alle piazze”

Italia leader nell’economia europea, i numeri di Urso: “Nonostante qualcuno remi contro”

Uno dei passaggi più attesi in direzione età quello del Ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso:  Questi sono stati due anni di governo, due anni estremamente positivi per l’Italia che è tornata protagonista nel mondo, un esempio e un modello in Europa che ha permesso a Giorgio Meloni di diventare protagonista a livello internazionale”.

Il titolare di Palazzo Piacentini incalzato da Lo Speciale sull’allert di Meloni che le accuse della magistratura potrebbero avere gravi conseguenze per l’industria italiana con un danno alla Nazione spiega: “In questo contesto, ovviamente i cittadini lo capiscono meglio di chiunque altro, dobbiamo subire l’aggressione di chi non vuole che l’Italia cambi”, ha attacco il ministro ricordando che c’è “un governo finalmente stabile, che ha ridato dignità e forza al nostro paese, e è che è diventata la calamita d’Europa, anche nel rapporto con gli Stati Uniti. Poi c’è qualcheduno che non si rassegna a che l’Italia vada bene”.



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