BELLUNO. La Provincia di Belluno ha presentato la sintesi delle attività svolte nel corso dell’anno 2024 per quanto riguarda la difesa del suolo che ha visto l’impiego di 1,2 milioni di euro per la realizzazione di interventi di somma urgenza, la conclusione di lavori per 6 milioni, la programmazione di opere pubbliche per 6,5 milioni e altre progettazioni, che avanzeranno nell’iter di realizzazione in caso di ulteriori disponibilità economiche dell’ente, per altri 17 milioni. Un focus è stato fatto anche sulle le attività di protezione civile.
Massimo Bortoluzzi, consigliere provinciale con delega alla difesa del suolo, ha voluto far presente che tutte queste attività sono frutto di un gran lavoro da parte degli uffici provinciali che, sebbene con organico ridotto per mancanza di interesse da parte di nuovi tecnici nel voler entrare nel mondo della pubblica amministrazione e l’impossibilità di poter assumere, sono riusciti a svolgere con professionalità e puntualità tutti i casi che sono emersi durante l’anno e che sono stati sintetizzati dalla geologa Stefania Bassani.
Per quanto riguarda le segnalazioni mandate dai Comuni alla Provincia si è evidenziato che, nonostante il 2024 non sia stato un anno di emergenze, sono stati rilevati ugualmente ben 53 casi di dissesto dovuti anche agli stravolgimenti creatisi con la tempesta Vaia del 2018 o l’alluvione del 2020. “La funzione del nostro ufficio è fondamentale anche per supportare i sindaci del territorio nel far fronte a situazioni di emergenza indicando loro, attraverso dati oggettivi e sopralluoghi, come procedere in caso di una frana, una caduta massi o situazioni similari” ha commentato l’ingegnere Michele Artusato, direttore generale della Provincia, che ha proseguito “con il nostro personale assicuriamo inoltre a turno una reperibilità 24 ore su 24 intervenendo in tempo reale in caso di necessità”. Importante anche la prevenzione dei fenomeni attraverso il monitoraggio che vede oggi attenzionati 23 siti sul territorio provinciale.
Passando in rassegna i lavori e gli stanziamenti fatti nello scorso anno, si può vedere che vi sono 12 lavori inseriti nel Piano opere pubbliche, per circa 6,1 milioni, tra cui emerge il secondo stralcio della messa in sicurezza di Villaga a Feltre, in fase di progettazione, che vale 2,6 milioni. Valgono 6 milioni gli interventi conclusi nel 2024, o in fase avanzata, tra cui spiccano la sistemazione della frana di Paradisi, già conclusa, il consolidamento spondale del canalone di Cancia che vale 1,4 milioni di euro ed è attualmente in corso, l’intervento di mitigazione del rischio idrogeologico nella Valle delle Roaze a protezione di Val di Frela e Parech ad Agordo, che totalizza 1,1 milioni ed è già stato concluso, e la riprofilatura della frana di Revis a Lozzo di Cadore che è in corso. Dodici anche le somme urgenze attivate, per 1,2 milioni, tra cui un intervento a Curago, frazione di Alpago, per il ripristino delle condizioni di sicurezza della strada di accesso con una spesa di 205 mila euro, il ripristino della viabilità di accesso a Moè di Laste, comune di Rocca Pietore, costato 250 mila euro e la messa in sicurezza del versante sopra Saviner, sempre a Rocca Pietore, con un impiego di risorse pari a 160 mila euro, dove a ottobre scorso si era staccato un masso che era finito contro una casa.
Nel 2024 sono stati messi a disposizione, sempre dall’ente provincia, anche 2 milioni di euro, stanziati anche per il 2025, per le Unioni Montane, importi utili alla realizzazione di interventi di difesa idrogeologica e che vedono da parte della provincia l’impegno ad aggiungere risorse qualora ce ne sia la disponibilità. Sommando gli importi dati dal 2018 al 2024 alle Unioni Montane si totalizzano 18,5 milioni di euro. Anche con diversi Comuni sono stati fatti accordi di programma per un totale di 580 mila euro per il 2024 e 1,3 milioni liquidati per interventi di anni precedenti.
“È fondamentale intervenire per dare sicurezza alle persone che vivono nel nostro bellissimo, ma fragile territorio, in modo che non si vedano costrette ad andarsene” ha commentato sempre Bortoluzzi che ha aggiunto “L’abbandono delle terre alte significa meno manutenzione, e questo crea ulteriori problemi idrogeologici, non solo alla montagna ma anche alla pianura dove l’irruenza delle acque fa tracimare i fiumi”.
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Parlando di pianura, è stata fatta presente la partecipazione della Protezione Civile provinciale, rappresentata da Carlo Zampieri, alle attività di aiuto alle comunità dell’Emilia Romagna durante l’ultima alluvione evidenziando poi che la stessa Protezione Civile nel 2024 si è dedicata anche a corsi sia base che per amministratori, altri corsi specialistici e una simulazione al CCS.
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