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Il Garante della Privacy mette al bando DeepSeek: ecco i motivi


lentepubblica.it
Il tema dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale continua a far discutere: “dalla Cina con furore” è arrivato il nuovo sistema DeepSeek che tuttavia, tra dubbi in materia di privacy e sicurezza, è già stato bandito dal nostro Garante. È probabilmente uno degli argomenti più indagati, sui quali si cercano più informazioni e più attenzionati del momento, il […]
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Il tema dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale continua a far discutere: “dalla Cina con furore” è arrivato il nuovo sistema DeepSeek che tuttavia, tra dubbi in materia di privacy e sicurezza, è già stato bandito dal nostro Garante.


È probabilmente uno degli argomenti più indagati, sui quali si cercano più informazioni e più attenzionati del momento, il tema dell’Intelligenza Artificiale già da diversi mesi ormai, anima dibattiti televisivi e chiacchierate tra amici, affolla le pagine dei giornali.

Come potrebbe, dunque, non fare notizia il lancio sul mercato del primo sistema di AI tutto made in China.

L’esordio stupefacente sul mercato di DeepSeek

DeepSeek, così si chiamano Il chatbot e la società cinese di intelligenza artificiale che sviluppa modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) open source, cioè gratuiti per l’utente finale ed aperti allo sviluppo e all’implementazione degli utenti, è di proprietà e finanziata esclusivamente dal fondo speculativo cinese High-Flyer.

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Testato da esperti del settore nei giorni scorsi, quelli del suo esordio sui mercati il sistema aveva stupito diversi tecnici e analisti per il suo senso dell’umorismo definito da alcuni ‘agghiacciante’, la capacità di generare testi sia di prosa che di poesia e la perfezione della lingua italiana, tale da consentire la comprensione anche di termini dialettali di uso comune o di linguaggio colloquiale.

Nel giro di poche ore dal lancio però, oltre alla curiosità degli appassionati e al clamore del mercato, che ha risposto in prima battuta in maniera molto positiva all’ingresso di DeepSeek, in Italia e in tutto il mondo si sono mosse le autorità a tutela degli utenti e soprattutto quelle garanti di privacy e di protezioni dati personali.

Il Garante della Privacy mette al bando DeepSeek: ecco i motivi

E così è arrivato lo stop del Garante per la protezione dei dati personali Italiano che ha bloccato DeepSeek sul mercato Italiano, in poche ore è arrivata la decisione dell’azienda, che ha deciso di togliere la sua app degli store digitali di Apple e Google, lasciando invece operativo il sito e le app precedentemente installate.

In un comunicato ufficiale diffuso dal Garante si legge come l’autorità abbia operato «in via d’urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou Deepseek Artificial Intelligence e di Beijing Deepseek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot Deepseek».

Molti gli elementi, secondo l’analisi dell’autorità garante, che hanno fatto dubitare della sicurezza dei nostri dati e in genere della nostra privacy, messi a rischio se decidessimo di usare questo servizio di intelligenza artificiale. Vediamoli nel dettaglio.

Deepseek esplicita, nel testo della policy privacy pubblicata sul proprio sito, come i dati vadano a finire su server cinesi e che li utilizzerà per condividerli con molteplici soggetti, di certo per finalità commerciali ma anche di sicurezza pubblica. La lecita domanda è che ruolo riveste il Governo cinese in questo passaggio di dati, li potrebbe utilizzare? La risposta è scontata, poiché per legge il Governo di Pechino prevede la condivisione dei dati raccolti e vincola la possibilità stessa di operare sul mercato all’accettazione di tale condivisione, inolttre  Deepseek si è visto censurare nelle risposte alcuni temi politicamente sensibili.

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