L’ex fenomeno annunciato arriva in rossonero a 25 anni. Un talento da sempre sopravvalutato, a partire dal primo trasferimento record da 126 milioni di euro nel 2019, dal Benfica all’Atletico Madrid. Il quinto più caro della storia del calcio. Che si intrecciò con un opaco fondo d’investimento e il solito zampino del super agente portoghese. Tra prestiti, flop e plusvalenze incrociate, l’Italia sembra già l’ultima spiaggia.
Il giro ricomincia e fa tappa a Milano. Per João Félix, promessa del calcio mondiale invecchiata troppo presto, i prossimi cinque mesi della stagione 2024-25 verranno trascorsi in maglia rossonera. Poi si vedrà. Perché di norma l’amore è eterno finché dura, ma nel suo caso si arresta regolarmente senza fare in tempo a sbocciare. E il motivo è sempre lo stesso: lo scarto fra il suo talento e le aspettative che gli sono state caricate sulle spalle.
João Félix only plays for big clubs 👀 pic.twitter.com/JS8SraY73b
— OneFootball (@OneFootball) February 4, 2025
Del talento è responsabile lui, mentre le (sproporzionate) aspettative vanno imputate a qualcun altro. Per l’esattezza al super agente portoghese Jorge Mendes, che di João Félix è diventato il pigmalione. Il boss dell’agenzia Gestifute ha trasformato il connazionale di Viseu, classe 1999, in un asset finanziario. E lo sposta da un club all’altro dell’élite europea, senza però riuscire a garantirgli una sistemazione stabile. Ma intanto, piazzandolo qua e là, Mendes espande la mappa del proprio risiko. Nel quale entra ufficialmente il Milan, che per inconsistenza di figure dirigenziali sta diventando un caso preoccupante. Tutto quanto, in ultima analisi, dipende però dal peccato originale compiuto nell’estate 2019. Ben sei anni fa, giusto per dare l’idea di quanto tempo sia passato dal momento in cui, per João Félix, si preconizzava un futuro da fenomeno.
La smisurata propaganda della stampa sportiva portoghese
Il 3 luglio del 2019 il mondo del calciomercato internazionale venne scosso da una notizia clamorosa. Il giovane João Félix, non ancora ventenne, si trasferì dal Benfica all’Atlético Madrid. Il ragazzo era reduce dal suo primo campionato intero nella Liga portoghese. Il rendimento era stato di livello molto alto. Ma alla valutazione di quel rendimento sarebbe stato necessario fare la tara sia del livello competitivo del campionato portoghese (che, tolti i tre grandi club – Sporting, Benfica e Porto, in ordine di attuale classifica – più un paio di squadre comprimarie, è di qualità molto modesta), sia della smisurata propaganda effettuata dalla stampa sportiva portoghese nel magnificarlo.
Altri calciatori bruciati come lui: Renato Sanches, André Silva…
Quest’ultimo è uno schema già visto in azione a beneficio di altri calciatori della scuderia Gestifute, come i bruciati Renato Sanches (passato dalla Roma senza aver lasciato tracce nella scorsa stagione) e André Silva (transitato proprio dal Milan, con altrettanto impalpabili esiti). Nel complesso sarebbe stato necessario che il ragazzo trascorresse almeno un’altra stagione in Portogallo. E invece Mendes, come ha fatto nel caso degli altri due citati, ha voluto bruciare le tappe (col solo effetto di bruciare i calciatori) e ne ha orchestrato l’immediato passaggio nella Liga spagnola.
Quel ragazzino acerbo con l’allenatore sbagliato
La scelta si è rivelata doppiamente errata: sbagliato il momento, come detto; soprattutto sbagliato il club. I Colchoneros erano (e sono ancora) una squadra di combattimento, così plasmata da Diego “El Cholo” Simeone. Un allenatore che non disdegna certo i calciatori di tecnica, ma a patto che entrino in sintonia col mood “ogni partita è una guerra”. Quel ragazzino acerbo, mingherlino e portatore di un’idea di calcio come pura arte, per il tecnico argentino era totalmente un alieno. Per di più, agli occhi del Cholo, João Félix indossava un’etichetta sgradevole: quella dell’enorme investimento che non poteva non essere utilizzato e messo a valore. E qui entrò in ballo l’altro, pesante aspetto della questione.
Le rivelazioni sul fondo d’investimento 23 Capital
Gli aspetti più rilevanti del trasferimento di João Félix da Lisbona a Madrid furono quelli di carattere economico-finanziario. Innanzitutto, la cifra spesa per il trasferimento: 126 milioni di euro, una totale insensatezza. Quinto acquisto più caro della storia del calcio dopo Neymar, Kylian Mbappé, Philippe Coutinho e Ousmane Dembélé. In secondo luogo c’era la formula finanziaria che venne usata per condurre il trasferimento. La cifra base era di 120 milioni di euro, dei quali l’Atlético Madrid ne sborsò nell’immediato soltanto 30. I restanti 90 milioni di euro vennero anticipati al Benfica da un fondo d’investimento. Si trattava di 23 Capital, un soggetto che era già stato toccato dalle rivelazioni di Football Leaks, l’operazione condotta dal whistleblower portoghese Rui Pinto e poi proseguita da un consorzio di testate europee guidato dal settimanale tedesco Der Spiegel.
Third party ownership, la formula messa al bando dalla Fifa
Da quelle rivelazioni veniva fuori che 23 Capital comprava dalle società di calcio i crediti da calciomercato (va ricordato che, ormai, il denaro dei trasferimenti viene pagato regolarmente in rate pluriennali e mai in unica soluzione) e li trasformava in prodotti finanziari da piazzare sul mercato speculativo statunitense. Fu immediato (e ben riposto) il sospetto che si trattasse di una forma mascherata di Third party ownership (Tpo), la formula di controllo sui diritti economici dei calciatori da parte di soggetti finanziari esterni messa al bando dalla Fifa.
L’altro trasferimento “gemello” del 2019: Griezmann al Barça
Nell’estate del 2019, 23 Capital finanziò i due trasferimenti più clamorosi della sessione di calciomercato internazionale: oltre a quello di João Félix, anche quello dell’attaccante francese Antoine Griezmann dall’Atlético Madrid (ancora una volta) al Barcellona. Le cifre erano pressoché analoghe. Va aggiunto che, per il servizio finanziario prestato, 23 Capital intascò un aggio di 6 milioni di euro (il 5 per cento del valore di transazione, ciò che fece salire a 126 milioni la cifra del trasferimento).
Il giro di denaro sulla piazza borsistica delle Isole Cayman
E un altro dettaglio interessante arrivò dal comunicato ufficiale del Benfica, dove si parlava di una commissione per intermediazione che ammontava al 10 per cento sui 120 milioni incassati. Insomma 12 milioni di euro. Superfluo dire che l’intermediario era Jorge Mendes. Le due operazioni condotte nell’estate del 2019 furono anche le ultime che videro ufficialmente coinvolta 23 Capital nel calcio. Una successiva inchiesta giornalistica fece emergere che il fondo d’investimento faceva provvista di denaro piazzando titoli sulla piazza borsistica delle Isole Cayman. Di lì a poco 23 Capital lasciò il campo. Ma davvero aveva abbandonato, dopo avere impegnato tutto quel denaro?
Da un flop all’altro: così è sparito l’ex fenomeno annunciato
Si tratta di interrogativi cui João Félix guarda da lontano. Il suo orizzonte venne presto occupato dai problemi di carriera. A Madrid, come era prevedibile, le cose andarono malissimo. Simeone non lo vedeva e lo piazzò presto ai margini. Dal canto suo, il ragazzo dimostrò di non avere il carattere necessario e finì per entrare in un circolo negativo. Fosse stato un giovane qualsiasi, gli avrebbero riservato l’indulgenza che è d’obbligo verso chi sta compiendo il percorso di maturazione. Ma per uno che si portava addosso un cartellino del prezzo da 126 milioni di euro, l’indulgenza non era proprio possibile: doveva fare immediatamente il fenomeno. E lui non lo era, non lo è. Anzi, venne fuori una caratteristica che fu poi confermata dalle sue successive esperienze in altri club: se la squadra gira, João Félix piazza anche dei numeri di alta scuola e lascia qualche traccia; se però la squadra è in difficoltà, lui è il primo a sparire dal campo. Cosa non ammissibile per un fenomeno annunciato.
Lo scambio di calciatori col Chelsea a cifre esagerate
Sicché, dopo tre stagioni e mezzo di irrilevanza, per il ragazzo di Viseu cominciò il carosello dei prestiti. Venne inviato una prima volta al Chelsea durante il mercato invernale del 2023, ma a fine stagione fu rispedito al mittente. L’Atlético Madrid lo girò in prestito al Barcellona per la stagione 2023-24, ma la fine fu la medesima: il fenomeno annunciato tornò a Madrid. Fino a che i Colchoneros non sperimentarono l’escamotage: uno scambio di calciatori col Chelsea, fatto su cifre esagerate.
Di fatto era la replica del meccanismo di plusvalenze incrociate (anche se non “gemelle”, cioè per medesimo importo) inventato in Italia. Il Chelsea prese João Félix per circa 49 milioni di euro e cedette Conor Gallagher all’Atlético Madrid per circa 42 milioni di euro (quando ci fu pure lo zampino del “facilitatore” Facchinetti, l’ex dj Francesco). Per il fenomeno mai sbocciato si trattava di una buona notizia soprattutto perché, finalmente, era un trasferimento a titolo definitivo anziché l’ennesimo prestito. Ma quanto poteva durare?
Il Milan targato Mendes: quando la società è in confusione…
La risposta è arrivata nella notte di del 3 febbraio 2025: dopo soltanto sei mesi a Stamford Bridge già è ripartita la giostra dei prestiti. L’apporto di João Félix al Chelsea, in questa prima parte di stagione, era stato irrilevante. Però in Italia la stampa compiacente sta presentando il suo sbarco come il grande colpo del calciomercato invernale 2025. Beati gli ovini, sarà loro il Regno del Buffet. Chi festeggia di sicuro è Jorge Mendes. Che approfitta dello stato di totale confusione societaria rossonera per piazzare la bandierina. Controllava già Rafael Leão, poi ha portato Sergio Conceição sulla panchina, e adesso sistema almeno per sei mesi il suo prodotto finanziario tossico. Lui vince sempre. È bene che i tifosi rossoneri ne prendano coscienza.
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