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Moda, la proposta della Regione. Giani: “Impegno preciso per essere incisivi e concreti”


(AGENPARL) – Roma, 4 Febbraio 2025

(AGENPARL) – mar 04 febbraio 2025 Moda, la proposta della Regione. Giani: “Impegno preciso per essere
incisivi e concreti”
Scritto da Lorenza Berengo, martedì 4 febbraio 2025 alle 19:24
“Riteniamo che il settore della moda sia cruciale e strategico, da parte
della Regione ci sarà un impegno preciso per rilanciare l’intero settore
in Toscana”. Il Eugenio Giani, davanti al tavolo regionale della moda in
sala Pegaso, indica anche una modalità operativa, ovvero seguire i 5 punti
indicati nel memorandum sottoposto alla platea e lavorare in gruppi: “Per
praticità e capacità di incidere articoleremo in cinque gruppi di lavoro
i temi del memorandum. La formazione e gli ammortizzatori sociali saranno
oggetto dei due tavoli seguiti dall’assessore Nardini; gli investimenti e
l’aspetto del credito e della finanza in quelli seguiti dall’assessore
Marras. Io stesso, con il direttore della competitività in Regione, Paolo
Tedeschi mi occuperò di costruire un gruppo di lavoro in interlocuzione
con i grandi gruppi”.
I cinque punti del Memorandum per la Toscana si aprono con la garanzia
delle tutele sociali per le lavoratrici e i lavoratori. Si avanza la
richiesta al Governo di estendere il trattamento degli ammortizzatori
sociali a tutto il 2025, anche alla luce del ricorso limitato alle 12
settimane di cassa integrazione di cui DL 160 e coperte da 110 milioni
stanziati per le piccole medie imprese fino a 15 dipendenti, a causa delle
difficoltà di anticipo da parte delle imprese ai propri lavoratori in
attesa dei rimborsi dell’Inps. Visto il perdurare della crisi, c’è la
richiesta al Governo – anche tramite la Conferenza delle Regioni – di
rimuovere gli ostacoli attuativi per la cassa in deroga per evitare
licenziamenti tramite coperture tempestive. Contestualmente c’è la
richiesta di ampliare ulteriormente l’elenco dei codici Ateco rispetto a
quelli indicati dalle circolari Inps.
Quindi un piano di moratorie sul credito e sugli oneri fiscali a beneficio
delle piccole medie imprese, superando la logica insufficiente della
circolare Abi di agosto 2024 che delinea un vademecum per le scadenze dei
finanziamenti e garanzie per le imprese che operano in settori in
temporanea difficoltà finanziaria, per un periodo circoscritto di tempo,
in attesa della ripresa dell’attività economica, prevedendo invece nella
normativa nazionale la sospensione di versamenti contributivi ed erariali
riferiti al 2025, da saldarsi nel 2026 senza sanzioni e interessi (tenendo
conto che il tasso di default creditizio della moda nel primo semestre 2024
è arrivato al 3,3%, aumentando di 0,4% rispetto a dicembre 2023, ben al di
sopra del 2,5% medio degli altri settori manifatturieri con punte del 4,4%
per pelli, cuoio, calzature).
Un piano formativo regionale per offrire occasioni di riqualificazione e
aggiornamento delle competenze aprendo una prospettiva di riconversione
delle professionalità, ma attirando al contempo anche nuovi lavoratori,
sia giovani/neet da riqualificare ricorrendo agli strumenti di formazione
continua sia per nuovi occupati/disoccupati per sostenere anche il
fisiologico ricambio generazionale (a titolo esemplificativo formazione per
le filiere strategiche, formazione di upskilling o reskilling e per
promuovere il reinserimento dei giovani neet in percorsi lavorativi e di
formazione) .
I bandi regionali a sostegno di investimenti settoriali in ricerca e
sviluppo, innovazione, investimenti immateriali, per sostenere la
competitività delle filiere in termini digitali, energetici, ambientali e
di circolarità produttiva, aggregazioni di imprese, sostegno ai processi
di internazionalizzazione o reshoring, incentivi finalizzati a promuovere
investimenti in forma aggregata con particolare riferimento alle reti di
imprese, secondo una logica complementare ed integrativa rispetto alle
misure nazionali previste per la moda nel recente Ddl sulle pmi.
Infine il tavolo di relazioni industriali con i grandi marchi italiani ed
esteri da cui dipendono le filiere produttive, per condividere l’impatto
economico della crisi e le implicazioni di nuove sfide derivanti anche da
recenti direttive europee (es. Csrd, Epr, Eow, Espr, Eudr, ecc.),
richiedendo alle capofila il mantenimento di volumi produttivi minimi lungo
la catena di fornitura, a fronte di un impegno ad una riqualificazione
della stessa in termini di trasparenza, legalità e tracciabilità
complessiva



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