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A Verona Una Scuola per imparare a fare la pace, con la nonviolenza – Azione nonviolenta


di Mao Valpiana * e don Renzo Beghini **

La pace si impara. E dunque si insegna.

«Evitare i conflitti è compito della politica, ma costruire la pace spetta alla scuola» è un concetto chiave che dobbiamo a Maria Montessori, la più importante pedagogista italiana del secolo scorso che mise le basi per una pedagogia che incarna i temi della solidarietà, del rispetto e della comprensione reciproca. Come si sa il percorso educativo della Montessori si incrocia più volte con quello del Mahatma Gandhi, il quale sapeva che l’inclinazione naturale dei bambini (e dunque degli adulti liberati dalle catene sociali) non fosse verso il disordine e la violenza, ma verso l’armonia e la realizzazione del potenziale intrinseco.

La pedagogia montessoriana trova ulteriore sviluppo e completamento nella pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini: non la semplice assenza di violenza, ma piuttosto un impegno, di fanciulli e adulti, per trasformare la realtà: una nonviolenza dalla quale deve necessariamente scaturire un percorso di “liberazione” dalla violenza a livello etico, religioso, sociale.

La pace non la si costruisce solo attraverso il rifiuto integrale della guerra (armi ed eserciti), ma

anche mediante fondamentali azioni educative. L’educazione nonviolenta vuole innescare una necessaria rivoluzione profonda e strutturale della società.

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È per rispondere a questi bisogni che è nata la “Scuola di pace e nonviolenza” promossa dalla Diocesi di Verona, dalla Fondazione Toniolo e dal Movimento Nonviolento. Una Scuola innovativa, che si inserisce nel grande filone dei peaces studies, gli studi internazionali per la pace che hanno fornito uno statuto scientifico alla ricerca nonviolenta per la soluzione dei conflitti.

L’obiettivo di questa Scuola è quello di formare giovani e adulti alla pace con competenze in mediazione politica, gestione dei conflitti e metodo nonviolento. Si vogliono fornire conoscenze, formare competenze e allenare prassi capaci di costruire fiducia, di negoziare riconciliazioni, di realizzare compromessi al rialzo, con le tecniche della nonviolenza.

L’inaugurazione della Scuola sarà venerdì 7 febbraio, nel Salone dei Vescovi a Verona, con la Lectio magistralis “Si può ancora sperare nella pace?” del filosofo Giuliano Pontara (uno dei massimi studiosi di nonviolenza a livello internazionale), che arriva appositamente da Stoccolma nella cui Università ha insegnato 30 anni.

Il primo corso si basa su tre moduli, etico e giuridico, storico e sociologico, politico e del linguaggio, con lezioni frontali, studio individuale, forum di discussione, elaborazione di progetti e tre work shop con relazioni e testimonianze, laboratori e giochi di ruolo, per un totale di 50 ore, tra residenziali e non residenziali.

La Scuola si rivolge a persone laureate o non, e in particolare ai giovani volontari del Servizio Civile e ai loro formatori; ai docenti di unità didattiche sulla pace e incaricati dei progetti specifici di Educazione Civica; agli Amministratori locali, Assessori e Consiglieri con delega alla pace; ai responsabili, volontari e operatori di ONG; insomma, a tutti coloro che desiderano formarsi o specializzarsi come operatori di pace.

Spesso ci viene contestato che “la pace e la nonviolenza sono belle idee, ma non funzionano”: basterebbe un minimo di conoscenza storica per sapere vedere nelle pieghe del secolo i successi del metodo nonviolento, là dove applicato con rigore su piccola o larga scala. Uno studio di scienze politiche pubblicato da Oxford University (Erica Chenoweth, Come risolvere i conflitti) condotto sui 627 conflitti (violenti o nonviolenti, armati o civili) in tutto il mondo dal 1900 al 2020, ha dimostrato che sono stati quelli nonviolenti ad avere più successi, rispettivamente il 50% contro il 26% di quelli violenti, nelle lotte interne anti-regime, in quelle contro l’occupazione di un paese o per l’autodeterminazione, o nell’affermazione delle lotte contro l’apartheid e per i diritti civili.

La nonviolenza, quando vissuta e praticata al fine di promuovere libertà, giustizia e partecipazione democratica funziona molto più dei movimenti violenti o armati. Il fallimento della guerra, invece, lo ripete incessantemente papa Francesco, è davanti agli occhi di tutti.

Mai come oggi la pace è necessaria e urgente. La nonviolenza è la più grande forza che l’umanità abbia a disposizione. Questa forza passa anche attraverso il nostro studio e il nostro agire.

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Informazioni e iscrizioni: arenadipace.it/it/scuola-di-pace

 

* Presidente del Movimento Nonviolento

** Presidente della Fondazione G. Toniolo







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