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Assicurazione PMI obbligatoria: salasso in arrivo


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Assicurazione PMI obbligatoria: costi, impatti e sfide

L’introduzione dell’obbligo assicurativo per le imprese italiane, prevista dalla legge di bilancio 2024 e in vigore dal 31 marzo 2025, segna una svolta nella gestione del rischio aziendale. Le PMI italiane dovranno stipulare una polizza anticalamità per tutelarsi contro terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. Tuttavia, i costi della copertura potrebbero pesare in modo significativo sui bilanci aziendali, con premi annui che variano in base alla zona di rischio e che, in alcuni casi, potranno raggiungere i 12.000 euro all’anno.

Questa novità legislativa pone le imprese di fronte a nuove sfide, tra cui la necessità di trovare soluzioni sostenibili per abbattere i costi e di adattarsi a un contesto in cui la protezione dai danni naturali non sarà più una scelta, ma un requisito obbligatorio.

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Quanto costa la polizza anticalamità per le PMI?

Il costo della polizza sarà proporzionale al livello di rischio dell’area in cui si trova l’azienda. Il Centro Studi di Unimpresa ha stimato le seguenti fasce di prezzo per una PMI con 500 metri quadrati di sede e 15 dipendenti:

  • 1.500 – 3.000 euro all’anno per le imprese situate in zone a basso rischio, come aree pianeggianti senza pericoli sismici o idrogeologici.
  • 3.000 – 6.000 euro all’anno per le attività in zone a medio rischio, dove vi è una certa esposizione a eventi calamitosi.
  • 6.000 – 12.000 euro all’anno per le aziende localizzate in zone ad alto rischio, soggette a sismi o alluvioni frequenti.

Per le grandi imprese con più stabilimenti, il costo potrebbe superare i 30.000 euro annui, arrivando in alcuni casi fino a 50.000 euro, a seconda dell’estensione delle attività e dell’ubicazione degli stabilimenti.

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Perché la polizza è diventata obbligatoria?

La nuova normativa nasce dalla volontà di ridurre il rischio finanziario per lo Stato e per le imprese stesse. Finora, le aziende colpite da calamità naturali potevano sperare in risarcimenti pubblici straordinari, mentre con la nuova legge l’onere della protezione passa direttamente ai privati.

L’obiettivo è quello di:

  • Garantire una ripresa più veloce delle imprese dopo un disastro.
  • Evitare il fallimento delle PMI colpite da eventi calamitosi.
  • Ridurre il peso economico degli aiuti di Stato post-emergenza.

Tuttavia, l’obbligo solleva preoccupazioni per i costi elevati, soprattutto per le imprese più piccole e per quelle situate in aree ad alto rischio.

Senza assicurazione niente agevolazioni pubbliche

Le aziende che non stipuleranno la polizza obbligatoria non potranno accedere a contributi e agevolazioni statali, neanche in caso di calamità. Questo significa che, in assenza di copertura, un’azienda colpita da un evento disastroso potrebbe trovarsi senza sostegni economici per la ricostruzione.

Oltre alla perdita diretta causata da un disastro, una PMI senza assicurazione potrebbe subire:

  • Perdita di fatturato per l’interruzione delle attività.
  • Costi di ricostruzione senza accesso immediato a fondi pubblici.
  • Difficoltà di accesso al credito, poiché le banche potrebbero considerarla più rischiosa.

Possibili soluzioni: incentivi fiscali e tariffe calmierate

Per attenuare l’impatto economico di questa nuova normativa, Unimpresa propone tre misure fondamentali:

  1. Incentivi fiscali per ridurre il peso economico delle polizze.
  2. Tariffe calmierate per le imprese più esposte.
  3. Monitoraggio del mercato assicurativo per evitare speculazioni sui premi.

Questi strumenti potrebbero rendere la misura più sostenibile, senza mettere in difficoltà le imprese più piccole o quelle situate in aree ad alto rischio.

Conviene davvero stipulare l’assicurazione?

Nonostante i costi, l’assicurazione rappresenta un paracadute finanziario che può evitare danni economici ancora più gravi. Per esempio, consideriamo una PMI situata in una zona a medio rischio, che paga un premio annuo di 4.500 euro. Se un’alluvione dovesse causare danni per 500.000 euro, la polizza coprirebbe l’85% dell’importo (in base a una franchigia del 15%), riducendo la spesa diretta dell’impresa a 75.000 euro invece di 500.000.

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Se la stessa azienda non fosse assicurata, si troverebbe ad affrontare un disastro finanziario, con il rischio di chiusura definitiva.

Conclusioni: un obbligo tra opportunità e criticità

L’assicurazione anticalamità per le PMI è un cambiamento significativo che impone nuove responsabilità alle imprese, ma offre anche una maggiore protezione contro i rischi naturali. Il problema principale è il costo della polizza, che potrebbe essere proibitivo per molte attività.

Se il governo interverrà con incentivi fiscali e tariffe agevolate, l’obbligo potrebbe trasformarsi in un sistema sostenibile, garantendo la stabilità economica delle imprese italiane anche in caso di calamità.

Cosa ne pensi di questa nuova misura?

L’obbligo di assicurazione è una tutela necessaria o un peso insostenibile per le PMI? Lascia il tuo commento qui sotto e facci sapere la tua opinione!

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