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Economia Lombardia, segnali di crescita. Crollo dell’export a Varese


Nella foto Giovanni Bozzini, presidente CNA Lombardia

VARESE – Una ventata di positività arriva dalle proiezioni relative all’economia della Lombardia per il 2025. Dopo un 2024 di sostanziale stagnazione su tutti i fronti, il nuovo anno dovrebbe portare in dote una proiezione positiva per tre indicatori, fondamentali per la crescita della regione. Per il PIL si prevede una crescita dell’1,1%, i consumi riprendono spinta dell’1,1%, mentre l’occupazione si conferma in costante aumento con +1%.

Sono questi alcuni dei numeri forniti da CNA Lombardia nel Primo Focus 2025 sull’andamento dell’economia regionale, realizzato dal Centro Studi Sintesi. Una situazione quella della Lombardia che compete con quella di altre realtà europee che stanno attraversando contesti ben diversi: prosegue infatti la crisi economica in Germania, con le previsioni di crescita dei länder per il 2025 che sono ancora deludenti. Diversamente, le comunità autonome spagnole si caratterizzano per aspettative di crescita comprese tra il 2% e il 3 %.

Pil, consumi e investimenti

Le proiezioni aggiornate per la Lombardia indicano per il 2024 un PIL a +0,6%, non lontano dal dato dell’anno precedente. Per il 2025 si attende dunque un consolidamento della crescita del PIL regionale a +1,1%. Secondo le ultime stime, l’anno 2024 si è chiuso con un valore reale del PIL a +7,7% rispetto al livello del 2019. Anche sul fronte consumi gli ultimi dati confermano il quadro incerto in Lombardia dopo lo choc pandemico: infatti, la crescita nulla nel 2024 (+0,2%) dovrebbe permettere ai consumi di collocarsi appena sopra il livello del 2019 (+0,4%). Tuttavia, le proiezioni per il 2025 appaiono maggiormente confortanti (+1,1%), anche se l’incertezza del quadro generale impone cautela nella valutazione degli scenari per l’anno in corso. Per quanto riguarda, invece, gli investimenti, dopo un triennio oggettivamente positivo, la crescita degli investimenti in Lombardia nel 2024 è rallentata sensibilmente (+1,0%) e in misura più intensa di quanto indicato nelle precedenti previsioni. La frenata è destinata a proseguire anche nel 2025, arrivando a sconfinare in territorio negativo (-0,6%).

«Le nostre previsioni scontano l’incertezza del quadro – spiega Giovanni Bozzini, presidente CNA Lombardia -. La situazione sembra in via di miglioramento, specie su PIL e consumi, ma dobbiamo essere cauti, visto anche il calo degli investimenti che prosegue».

Export e occupazione

Tra gennaio e settembre 2024 il valore delle esportazioni della Lombardia si conferma sostanzialmente sui livelli dell’anno precedente, -0,5% rispetto ai primi nove mesi del 2023. Si osservano dinamiche negative per alcuni comparti, su tutti sistema moda (-8%)metallurgia (-5,5%) e sistema casa (-2,7%). Diversamente, si registra un’evoluzione positiva per agroalimentare (+6,2%) meccanica (+1,5%), nonchè per il comparto residuale delle produzioni e merci varie. Sul fronte territoriale, invece, alcune province registrano un evidente calo rispetto ai primi nove mesi del 2023 come Varese (-6,5%), Brescia (-3,6%), Cremona (-1,8%), Bergamo (-1,5%), Milano (-1,4%), Lecco (-1,3%), Mantova (-0,6%). Positive invece Lodi (+15,4%), Monza e Brianza (+5,8%), Pavia (+3,8%) e Como (+3,6%) e Sondrio (+3,2%). Il trend sul 2019, invece si conferma estremamente positivo, al +28%.

«Siamo un po’ preoccupati per la frenata dell’export, specie in settori storicamente qualificanti come Moda, Metallurgia e Casa – afferma Bozzini -. Confermiamo l’importanza di una ripresa tedesca che potrebbe davvero far bene alla manifattura lombarda. Inoltre la pace potrebbe aiutare tantissimo. La crisi dell’export metallurgico appare riconducibile allo stallo tedesco e a fattori nel complesso geopolitici. Potremmo davvero parlare di costi della guerra e, naturalmente, di probabili benefici della pace. Nel 2024 la crisi produttiva nel settore siderurgico è stata sicuramente legata anche agli elevati costi energetici e alla frenata degli investimenti in costruzioni e infrastrutture, con una domanda in forte calo».

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In Lombardia nel terzo trimestre 2024 si consolida ulteriormente il livello occupazionale (pari a 4,5 milioni di occupati). Considerando i primi nove mesi del 2024, si profila una discreta progressione rispetto allo stesso periodo del 2023 (+1%). Tale tendenza è attribuibile alle dinamiche positive riscontrate nell’agricoltura (+1,5%), nel commercio (+1,8%) e negli altri servizi (+2%), sufficienti a compensare i minori posti di lavoro nelle costruzioni e nell’industria.

“Il trend sugli occupati resta positivo ma dentro una dinamica tra settori che conferma la graduale ricomposizione della base economica lombarda: avanzano percentualmente terziario e servizi, arretra la manifattura – sottolinea Stefano BindaSegretario di CNA Lombardia -. E’ una dinamica di lungo periodo sulla quale i policy makers devono interrogarsi e trovare delle risposte insieme ai corpi intermedi”.

Imprese artigiane

Per quello che concerne le imprese artigiane attive sono 231.049, in calo di ben 1.262 nell’ultimo trimestre 2024. Questa flessione è evidente specialmente nei settori Costruzioni (-542)Produzione (-454)Altre attività (-200)Trasporti Logistica (-94), mentre aumentano nei servizi alla persona (+44). Rispetto a dicembre 2019 il numero di imprese artigiane risulta inferiore di circa 10.500 unità (-4,4%). Dal punto di vista provinciale, tra settembre 2024 e dicembre 2024 si registra una flessione nelle province di Mantova (-287 imprese, -2,8%) Varese (-435 imprese, -2,2%), Bergamo (-241 imprese, -0,8%), Sondrio (-31 imprese, -0,7%) Brescia (-176 imprese, -0,5%), Cremona (-33 imprese, -0,4%), Monza e Brianza (-68 imprese, -0,3%), Pavia (-43 imprese, -0,3%), Lecco (-24 imprese, -0,3%), Lodi (-17 imprese, -0,3%), Como (-32 imprese, -0,2%), mentre Milano registra un segno positivo (+125 imprese, +0,1%).

«Il calo numerico delle imprese artigiane è un fattore significativo e preoccupante – afferma Bozzini -. CNA Lombardia intende porre nelle sedi opportune il tema di costruire forme di supporto al passaggio generazionale e alla diffusione dell’imprenditorialità, naturalmente in una chiave di innovazione. Certamente sul calo delle imprese artigiane ha un impatto profondo anche la cultura giovanile, che per anni è stata distolta dalle prospettive del lavoro manuale e del sapere, teorico e pratico, dell’artigianato. E’ inoltre necessario valorizzare invece tutte le positive ricadute dei cantieri legati a Milano-Cortina 2026, farlo secondo una cultura dell’efficienza, della legalità e della sicurezza, consapevoli che tale appuntamento potrà rendere il territorio attrattivo anche sul terreno dell’artigianato di pregio e del made in Lombardia».

lombardia economia export varese – MALPENSA24

 

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