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Bonus mamme anche per le lavoratrici con contratto a chiamata


Il bonus mamme spetta anche alle lavoratrici occupate con un contratto intermittente a tempo indeterminato. I chiarimenti del Ministero del Lavoro

Anche le lavoratrici con contratto di lavoro intermittente a tempo indeterminato possono beneficiare del bonus mamme.

Il chiarimento del Ministero del Lavoro riguarda in particolare l’esonero contributivo nella versione prevista dalla Legge di Bilancio 2024, la quale resta in vigore fino al 2026 solo per le madri con almeno 3 figli.

Dal 2025 sono previste diverse novità per il bonus, per effetto delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio.

Per l’applicazione però, e per la fruizione dell’esonero da parte delle lavoratrici con 2 figli, si attende ancora la pubblicazione del decreto attuativo, senza il quale non è possibile procedere.

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Bonus mamme anche per le lavoratrici con contratto intermittente

In attesa del decreto per l’applicazione della nuova versione del bonus mamme per il 2025, il Ministero del Lavoro ha fornito alcuni chiarimenti in merito ai requisiti di accesso al beneficio.

Nella risposta all’interpello n. 2, infatti, viene confermato definitivamente che l’esonero contributivo spetta anche alle lavoratrici madri che hanno un contratto di lavoro a chiamata (o intermittente) a tempo indeterminato.

Facciamo un passo indietro, specificando in primo luogo che tale chiarimento interessa la versione originale del bonus mamme, quella prevista dalla Legge di Bilancio 2024, e che per quest’anno e il prossimo spetterà solamente ad alcune particolari categorie di lavoratrici.

La Manovra 2025 infatti ha introdotto importanti novità per la fruizione dell’esonero contributivo, in particolare per quanto riguarda i requisiti di accesso e la misura della riduzione.

Nel 2024 le lavoratrici madri, dipendenti con contratto a tempo indeterminato, hanno potuto beneficiare di un esonero contributivo in busta paga, per uno sconto fino a 250 euro al mese, fino al limite quindi di 3.000 euro annui.

L’agevolazione è stata prevista:

  • per il triennio 2024/2026 in favore delle madri di tre o più figli, di cui il più piccolo di età inferiore a 18 anni;
  • solo per il 2024, anche per le madri con due figli, di cui il più piccolo di età inferiore a 10 anni.

L’agevolazione per le madri con due figli, dunque, è venuta meno al 31 dicembre 2024. Queste dovranno attendere l’applicazione della nuova versione del bonus prevista per il 2025. I tempi sono però ancora, incerti, l’apposito decreto attuativo MEF-MLPS era atteso entro il 31 gennaio ma ancora non è stato adottato.

Ebbene, come detto, il chiarimento riguarda l’applicazione del bonus nella forma prevista dalla Legge di Bilancio 2024 e il Ministero ha confermato che l’esonero contributivo spetta anche alle lavoratrici con rapporto di lavoro intermittente.

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La misura, specifica il Ministero, è stata introdotta con l’obiettivo di incrementare i livelli retributivi riconosciuti alle lavoratrici madri e a sostenere il reddito delle famiglie con figli minori e richiama l’esonero contributivo del 50 per cento per le lavoratrici madri dipendenti del settore privato prevista dalla Legge di Bilancio 2022, la quale fu applicata a tutti i rapporti di lavoro dipendente del settore privato, incluso il lavoro intermittente.

Per questo, spiega il Ministero, non c’è motivo per non utilizzare lo stesso criterio interpretativo e, dato che la norma si limita ad escludere espressamente dal beneficio in esame solamente lavoro domestico, il bonus può essere riconosciuto anche alle lavoratrici madri che siano occupate con un contratto di lavoro intermittente a tempo indeterminato.

Ministero del Lavoro – Interpello n. 2 del 5 febbraio 2025
Applicazione del bonus mamme

Come cambia il bonus mamme nel 2025?

Il bonus mamme nella forma prevista dalla Legge di Bilancio 2024, quest’anno spetta come detto solamente alle lavoratrici dipendenti con tre o più figli. Per loro quindi non cambia nulla rispetto all’anno scorso.

Per tutte le altre lavoratrici, invece, si applicano le novità della Legge di Bilancio 2025, a partire dall’inclusione tra le beneficiarie delle autonome, precedentemente escluse. Queste però possono ottenere il bonus a condizione che non abbiano aderito al regime forfettario.

Altra condizione che viene introdotta riguarda il limite reddituale. L’esonero contributivo spetterà a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore a 40.000 euro su base annua (per le lavoratrici autonome si prevede uno specifico strumento di valutazione).

A cambiare sarà poi l’importo dell’esonero. Se nel 2024 lo sgravio è stato del 100 per cento, dal 2025 sarà parziale. L’effettiva entità del bonus sarà determinata dal citato decreto in attesa di pubblicazione.

Senza di questo, e senza le istruzioni operative da parte dell’INPS, il bonus non può essere concesso.



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