Denunciato un campano di 53 anni: nell’alloggio che usava come base nel Veneziano sono stati sequestrati denaro e gioielli. La vittima: «Mi sono sentita umiliata»
«Mamma, mamma, mio marito ha fatto un incidente». Una frase pronunciata tra le lacrime, al telefono, dalla propria figlia. Per una madre impossibile confondersi: la voce non poteva che essere la sua. Si trattava invece di un audio riprodotto probabilmente grazie all’intelligenza artificiale e utilizzato da una banda di truffatori senza scrupoli per raggirare una trevigiana di 84 anni, Luciana Gaiotto. La voce campionata della figlia è servita per convincerla a consegnare 30mila euro con l’ormai tristemente nota truffa del «finto incidente».
La tecnologia
La voce della figlia dell’anziana, tremolante, avrebbe potuto ingannare chiunque e sarebbe stata ottenuta attraverso la clonazione vocale, un’operazione che si può fare con semplici applicazioni già in commercio: basandosi sull’intelligenza artificiale, è possibile riprodurre fedelmente il tono e il timbro della voce di una persona. Già da tempo negli Stati Uniti e in Nord Europa i truffatori utilizzano video o registrazioni audio pubblicate sui social, oppure sfruttano il telemarketing per campionare la voce dei familiari delle vittime. Le attuali app su mercato sono in grado di restituire filtri credibili anche basandosi solo su pochi secondi di dialogo: questi pochi secondi sono sufficienti per l’intelligenza artificiale a creare un clone digitale della voce.
Una struttura criminale
Secondo una ricerca effettuata dalla britannica Starling Bank sulla sua clientela l’anno scorso, un terzo dei truffati è stato raggirato con programmi basati sull’intelligenza artificiale. Questo la dice lunga su come ormai siano organizzate e strutturate le organizzazioni criminali che mettono gli anziani nel mirino. «Non sono fatte a caso – ha spiegato ieri il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Treviso, Stefano Mazzanti -. C’è una struttura che è incaricata di fare le telefonate e quindi di selezionare le vittime, poi ci sono coloro che si occupano della raccolta della cosiddetta cauzione e quindi di raccogliere il maltolto e di andare nelle case degli anziani portandoli spesso a uno stato di prostrazione morale tale da poter poi consentire di acquisire gli ori e il denaro».
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L’autore del raggiro
Lunedì i carabinieri di Treviso sono riusciti, grazie alla collaborazione di Luciana Gaiotto, a denunciare un 55enne campano, già autore di un raggiro anche a carico di una 93enne di Zero Branco. I militari, attraverso le telecamere di videosorveglianza delle zona, sono potuti risalire all’auto presa a noleggio, utilizzata dall’uomo, e all’alloggio di Mira, nel Veneziano, che utilizzava come base per i colpi. Nell’alloggio sono stati sequestrati gioielli e circa 40 mila euro in contanti: proprio l’ingente somma ne aveva rallentato il ritorno nella città d’origine. Impossibile salire a bordo di un aereo con così tanto denaro. Fortunatamente l’anziana ha scoperto la truffa abbastanza in fretta quando è riuscita a contattare l’altra figlia: secondo i truffatori, era anche lei in ospedale. Un’altra bugia. «Mi sono sentita tradita, umiliata, volevo sprofondare sottoterra per la vergogna di aver subito questo affronto in casa mia» ha raccontato ieri Luciana.
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