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Ast, dopo tre anni non c’è neanche un testo dell’accordo. Sindacati minacciano 8 ore di sciopero

di Mar. Ros.

«De Rebotti non conosce il contenuto dell’Accordo di programma Arvedi-Ast e negli uffici non risultano atti amministrativi che lo riguardano». Dal confronto di venerdì mattina, tra le segreterie ternane di Fim, Fiom, Uilm Fismic e Ugl con l’assessore umbro allo Sviluppo economico emerge che non c’è traccia di un documento del quale si rincorre la sottoscrizione da tre anni; un periodo di sedicenti tavoli tecnici, vertici istituzionali e tavoli di aggiornamento con scadenze sin qui disattese.

Informazioni caotiche E ora che per costi energetici anticoncorrenziali, il cavaliere Arvedi mette in discussione l’attività dell’area a caldo, si scopre che nell’intesa sulla discarica del sito, siglata con il Comune di Terni (che sindaco e assessore Cardinali si sono impegnati a formìnire alle sigle sindacali), è ricompreso un incremento dell’occupazione, comunque vincolato alla firma di quello stesso patto chiesto dalla proprietà alle istituzioni non appena acquisita la fabbrica di viale Brin. La vicenda Acciai speciali Terni insomma si arricchisce di informazioni caotiche e aspetti da chiarire: ora i sindacati sbottano.

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Arvedi-Ast Il pressing delle tute blu ha portato le istituzioni locali a impegnarsi a fare chiarezza sui tempi e sui contenuti dell’Accordo di programma. I sindacati hanno richiamato per l’ennesima volta alla massima condivisione e responsabilità nel bene comune e a difesa dei livelli occupazionali, della strategicità e sviluppo del sito industriale nei mercati globali. La persistente incertezza tuttavia ha anche portato alla ripresa dello stato di agitazione, tanto più tenunto conto della posizione assunta dall’azienda sulla possibilità di non mantenere i livelli occupazionali: «Non è possibile -tuonano le sigle sindacali – che dopo tre anni questo stato di indeterminatezza possa essere scaricato di nuovo sui lavoratori che, al netto degli investimenti fatti, oggi comunque subiscono una riduzione dei costi che impatta sull’organizzazione del lavoro dei diretti e dell’indotto. Nei prossimi giorni richiameremo i parlamentari nazionali eletti in Umbria e i parlamentari europei per verificare anche da questo punto di vista lo stato dell’arte; intanto – annunciano – se non ci sarà una accelerazione positiva, come prima mobilitazione annunciamo un pacchetto di otto ore di sciopero da programmare entro il mese di marzo».

De Rebotti «Come Regione Umbria – ha detto l’assessore De Rebotti – chiederemo che vengano condivisi con le istituzioni, al più presto, i contenuti dell’Accordo di Programma, oggetto di una valutazione tra azienda, MIMIT e MASE che dura da troppo tempo e che ha visto alternarsi al tavolo vari governi, amministrazioni comunali e regionali. I contenuti vanno partecipati anche alla comunità dei lavoratori dell’azienda e a quella territoriale e regionale. Entro fine mese, quindi, come garantito dal Ministro Adolfo Urso nell’ultimo incontro al MIMIT, l’Accordo di Programma, che dovrà contemplare e contenere anche le scelte strategiche assunte dalla Regione per ciò che attiene l’abbassamento dei costi dell’energia, a partire dal 2029, e quelle del Comune di Terni per quanto attiene la discarica, dovrà essere inderogabilmente siglato”.

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Regione Umbria Al termine dell’incontro, l’assessore De Rebotti ha garantito «il massimo dell’impegno per arrivare ad un risultato che deve necessariamente tutelare i livelli occupazionali e la prospettiva industriale di una azienda che rappresenta il locomotore dell’economia del territorio del ternano e dell’intera regione, il tutto nel rispetto della scadenza del 28 di febbraio già da tempo concordata, prefigurando un impegno da parte di tutte le istituzioni per l’elaborazione di un nuovo patto di territorio che contempli l’ambito energetico, ambientale, sociale e contestualmente tratteggi un nuovo modello di sviluppo industriale per l’intera area territoriale in moda da vincere la sfida della transizione. Come Regione Umbria – ha detto ancora l’assessore De Rebotti – chiederemo che vengano condivisi con le istituzioni, al più presto, i contenuti dell’Accordo di programma, oggetto di una valutazione tra azienda, Mimit e Mase che dura da troppo tempo e che ha visto alternarsi al tavolo vari governi, amministrazioni comunali e regionali. I contenuti vanno partecipati anche alla comunità dei lavoratori dell’azienda e a quella territoriale e regionale. Entro fine mese, quindi, come garantito dal Ministro Adolfo Urso, l’Accordo di programma, che dovrà contemplare e contenere anche le scelte strategiche assunte dalla Regione per l’abbassamento dei costi dell’energia, a partire dal 2029, e quelle del Comune di Terni per quanto attiene la discarica, dovrà essere inderogabilmente siglato».

Sindacati Presenti all’incontro anche i rappresentanti territoriali di Cgil, Cisl e Uil: «Abbiamo ribadito – scrivono in una nota – che la legittima richiesta del
gruppo Arvedi effettuata nei confronti del Governo, relativa al supporto degli strumenti di finanza pubblica al piano di investimento privato, va portata velocemente a conclusione, verificando ed esplicitando una volta per tutte i contenuti, facendo assumere agli attori
istituzionali e aziendali la responsabilità della firma o non firma per chiudere questo lungo periodo di indeterminatezza e transizione. L’esito della discussione sull’accordo di programma non può inficiare comunque la necessità e l’urgenza di approfondire e condividere un piano industriale, che garantisca al sito di Terni la capacità di rimanere un player internazionale e soprattutto per il valore che Ast rappresenta nell’economia territoriale, regionale, nazionale ed europea. Avvaloriamo la necessità di discutere e certificare in sede di Governo il piano industriale di Ast, come sempre fatto nella storia delle relazioni sindacali ternane, al fine di avere certezze sugli impegni che l’attuale Proprietà intende assumere».

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