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Sapete cos’è il pensiotech? Un’imprenditrice ha inventato il primo comparatore su previdenza e TFR. «Il gender gap insegue le donne fino alla pensione»


Una storia incredibile quella di Anna Vinci, co-founder di Ciao Elsa con Marco Agnoletto. «In Italia solo il 4% delle donne stipula contratti. Ci battiamo per informare le lavoratrici e abbattere la disparità di genere». La storia per la nostra rubrica Unstoppable Women

Qual è il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze? E come calcolare in modo preciso il TFR? A queste domande – e molte altre legate a questioni finanziarie – risponde Ciao Elsa, il primo comparatore di fondi pensione in Italia nato da un’idea di Anna Vinci e Marco Agnoletto. Un’iniziativa che è nata sulla base di dati statistici: in Italia solo il 58% delle donne ha un conto corrente intestato, mentre il 13% ne ha solo uno cointestato e il 4,8% non ne ha alcuno. Dati che allarmano su un gender gap che ancora si fa molta fatica a buttare giù. Anna di finanza se ne occupa da parecchi anni. Precisamente da quando, dopo una laurea e un master, ha deciso che avrebbe voluto occuparsi di economia. Ma la sua strada prende un’altra piega, fino al momento in cui decide di licenziarsi e allora comincia a informarsi sul TFR (Trattamento di Fine Rapporto). E da allora per lei si scoperchia un vaso di Pandora fatto di tante domande e della necessità di trovare risposte. Così nasce il comparatore che oggi è l’unico in Italia a offrire questo tipo di servizio. Ce lo ha raccontato lei stessa, neo premiata tra le vincitrici dell‘Award Carica delle 101.

Anna Vinci e Marco Agnoletto

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Anna, come e quando hai iniziato ad appassionarti alla finanza?
Dopo la laurea in Giurisprudenza e un master in Economia, dovevo essere assunta in Monte dei Paschi ma, nel 2012, la banca è andata in crisi e non mi hanno potuta prendere. Quindi, ho iniziato a lavorare come consulente legale nel settore investigativo. Era per me un lavoro che mi dava soddisfazione ma, allo stesso tempo, ho sempre nutrito una grande passione per le materie finanziarie. A 34 anni mi sono detta: “Voglio occuparmi di finanza”. Lavoravo in Generali, mi sono licenziata e ho ricevuto il TFR che ho, poi scoperto, avere una tassazione che neanche potevo immaginare. In quel momento quella mia passione per i temi economici ha deviato sulla previdenza e da questa mia esigenza di trovare risposte che, in quel momento, non avevo, è nata Ciao Elsa.

Esattamente di che cosa si occupa Ciao Elsa?
Fin dal giorno zero, la mia missione è stata sempre chiara: rendere accessibile a tutti la previdenza complementare dandogli gli strumenti adatti per capirla e, conseguentemente, trovare l’opzione più adatta alle proprie esigenze. Questo è stato lo scopo che ha spinto me e il mio socio Marco a dare vita a quello che è, poi, diventato il primo comparatore di pensioni in Italia. Nasciamo con una forte anima divulgativa per fare chiarezza sui tanti punti poco chiari sia a livello normativo che assistenziale. In Italia l’educazione finanziaria presenta uno scenario drammatico anche se l’argomento è molto importante ma non arriva alla maggior parte della popolazione. Si pensi che su 24 milioni di persone solo 9 milioni hanno un fondo pensione, quindi 1 su 3.

Quali sono i vostri canali di divulgazione?
Oltre, chiaramente, alla nostra pagina web, abbiamo aperto un canale YouTube e un account Instagram. Sin da subito abbiamo capito che la mission era quella di arrivare al maggior numero di persone possibile, creando così un impatto sociale sul tema della previdenza complementare e lavoriamo tutti i giorni affinchè sempre più utenti ci seguano e ne capiscano l’importanza e le opportunità che si possono generare. Pensare che ogni anno 23, 5 miliardi di euro di TFR vengono lasciati nelle cassette aziendali e 7,8 miliardi nel fondo pensione (dati 2023).

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Quindi come vi state muovendo in questo mare magnum?
Partendo dal presupposto che ci rivolgiamo a un B2B2C perchè i destinatari dei nostri contenuti sono lavoratori, abbiamo chiuso un round di finanziamento a fine 2023 da 330mila euro. Così, nei primi mesi dello scorso anno, mentre abbiamo continuato con la parte divulgativa, ci siamo dedicati alla piattaforma di sottoscrizione digitale mettendo a punto un comparatore che mette insieme tutti i fondi pensione d’Italia. In base al tipo di lavoratore e alle sue esigenze, l’algoritmo fa un match tra richiesta e offerta suggerendo all’utente le soluzioni migliori che fanno al caso suo. Noi, oltre alla piattaforma, facciamo anche dei webinar, consulenze 1to1 e andiamo nelle aziende con l’obiettivo di democratizzare e sensibilizzare sempre di più su questo argomento, spiegando in termini semplici i “pro” e i “contro”.

Così da una passione è nata un’idea imprenditoriale…
Esattamente, quando ho avuto la mia seconda bambina e sono andata in maternità ho avuto molto più tempo per concentrarmi su quello che avrei voluto fare davvero, e la cosa ha funzionato. Da una passione personale è partito un esperimento, che è passato prima dai social e poi è diventato virale. Se penso a come è nato tutto… Dal fatto che avevo capito che avrei perso 1000 euro di TFR in busta paga! È stato uno shock che ho provato sulla mia pelle e che mi ha portato a voler fare qualcosa di più per creare un impatto sociale immediato.

Secondo te quale è il problema più grande per cui sono pochi coloro che si interessano ai fondi pensione?
Sicuramente manca un’attenzione all’informazione sul tema. Finché non avevamo finalizzato il comparatore facevamo delle survey per capire perché a poche persone interessasse capirne di più e abbiamo identificato questa scarsità in una mancanza di fiducia, oltre a fatto che, in generale, c’è poca trasparenza sul tema. E la cosa che mi sorprende molto è che il nostro target, sui social, sono al 50% donne e al 50% uomini ma, poi, a finalizzare i contratti di quelle donne sono soltanto il 4%. E potrei portare innumerevoli esempi di mariti che chiedono informazioni per conto di donne, al contrario conto sulle dita di una mano le donne che chiedono informazioni per i mariti..Come se ci fosse una sorta di tabù che parte, sicuramente, da un gap salariale tra donne e uomini che si riflette nella necessità di liquidità.

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Quale sarà il futuro di Ciao Elsa?
Vorremmo implementare il nostro prodotto per far sì che l’AI ci venga incontro e sia ancora di più al nostro servizio. Per noi è importante mixare le nostre competenze in materia con gli strumenti di intelligenza artificiale. Potremmo davvero cambiare la società verso una consapevolezza disintermediata dove l’utente ha tutte le informazioni che gli servono. E sfruttiamo il vantaggio di essere la prima pensiontech che si occupa di questo in Italia.





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