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In Lombardia arriva l’assistente infermiere| Mi-Tomorrow


In Lombardia scatta l’emergenza infermieri: la Regione introduce l’assistente infermiere. La decisione nasce dalla grave carenza di personale sanitario che la Lombardia sta affrontando: negli ospedali mancano almeno 2.000 infermieri. Un dato è confermato dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, che ha evidenziato come la situazione sia destinata a peggiorare. A livello nazionale, tra il 2023 e il 2033, oltre 110.000 infermieri lasceranno il servizio per pensionamento o dimissioni. Un vuoto che rischia di compromettere seriamente la qualità dell’assistenza sanitaria.

Infermieri (Foto di repertorio)

Formazione insufficiente, iscrizioni in calo. La Regione introduce l’assistente infermiere

Le università lombarde non riescono a formare abbastanza infermieri per colmare il deficit. Nell’anno accademico 2024-2025, a fronte di 810 posti disponibili all’Università Statale di Milano, solo 613 studenti hanno presentato domanda. A Brescia, Bicocca, Pavia e Varese le adesioni sono ancora più basse, con interi corsi che faticano a riempire le aule. La situazione è diversa nelle università private come Humanitas e San Raffaele, dove invece i candidati superano le disponibilità, ma il problema resta: il numero di nuovi infermieri è insufficiente rispetto alla domanda del sistema sanitario regionale.

La risposta della Regione: nasce la figura dell’assistente infermiere

Per affrontare questa emergenza, il Ministero della Salute ha istituito la figura dell’assistente infermiere, una nuova professionalità a metà tra l’infermiere e l’operatore socio-sanitario. Il ruolo nasce dall’evoluzione del contestato “super-Oss” introdotto in Veneto e prevede una formazione minima di 500 ore per svolgere mansioni ad ora riservate agli infermieri.

Quali saranno le competenze dell’assistente infermiere?

Il nuovo profilo professionale dell’assistente infermiere potrà eseguire alcune procedure sanitarie complesse, come elettrocardiogrammi e nutrizione artificiale tramite sondino o stomia. Tuttavia, secondo alcuni esperti, la formazione prevista non è sufficiente per garantire un’adeguata preparazione. Carmela Rozza, consigliera regionale del PD e infermiera, ha sollevato dubbi sulla qualità dell’insegnamento e sulla reale efficacia della nuova figura, temendo che possa abbassare gli standard dell’assistenza.

Un rischio per gli infermieri? Si accende il dibattito

L’introduzione dell’assistente infermiere ha acceso il dibattito. Molti temono che questa figura venga utilizzata per sostituire gli infermieri qualificati, anziché affiancarli. «Non possiamo liquidare quelli che abbiamo chiamato eroi del Covid con un ruolo meno qualificato e retribuito solo 50 euro in meno rispetto a un infermiere laureato», ha dichiarato Rozza durante un convegno al Pirellone. Secondo i sindacati e gli ordini professionali, questa scelta potrebbe incentivare ulteriormente la fuga dalla professione infermieristica, già in forte crisi per gli stipendi bassi e le poche opportunità di carriera.

La Regione introduce l’assistente infermiere, un progetto sperimentale in Lombardia

La Regione Lombardia sarà tra le prime a sperimentare la nuova figura dell’assistente infermiere. «Partiremo con un progetto pilota in un’Asst», ha annunciato Bertolaso, precisando che la nuova figura sarà impiegata solo in determinati ambiti, come la cura della cronicità, della disabilità e delle dipendenze patologiche, escludendo la pediatria. Per garantire una formazione più adeguata, la Regione intende collaborare con università e scuole professionali, ampliando il monte ore di formazione oltre le 500 ore previste dal decreto ministeriale.

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Infermieri dall’estero, ma non dall’India

Oltre all’introduzione dell’assistente infermiere, la Regione sta cercando soluzioni per reclutare infermieri dall’estero. Tuttavia, la Lombardia ha deciso di non aderire all’accordo del Ministero della Salute con l’India, preferendo invece stringere collaborazioni con paesi dell’America Latina come Argentina, Uruguay e Paraguay. L’obiettivo è attrarre professionisti con un background culturale e linguistico più vicino a quello italiano, per facilitare l’inserimento nel sistema sanitario regionale.

Serve un cambio di strategia: formazione e stipendi al centro

Molti esperti ritengono che l’introduzione dell’assistente infermiere non sia una soluzione sufficiente per risolvere la crisi del settore. «Bisogna agire sugli stipendi e sulle prospettive di carriera», afferma Rozza. Attualmente, i posti disponibili per la laurea magistrale in Scienze Infermieristiche sono solo 2.147 a fronte di 11.070 domande, con numeri che in Lombardia variano dal triplo al sestuplo rispetto al numero chiuso.

Il futuro della sanità lombarda: assistente infermiere o revisione della formazione?

Per affrontare il problema in modo strutturale, alcuni esperti suggeriscono un modello di formazione simile a quello spagnolo, con un percorso di laurea quadriennale che permetta di acquisire step professionali progressivi. Nel frattempo, la priorità deve essere il miglioramento delle condizioni di lavoro degli infermieri, per evitare che la nuova figura dell’assistente infermiere diventi una scorciatoia che penalizza la qualità dell’assistenza sanitaria.



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