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La Sicilia in deroga anche basta


Si prenda ciò che sta accadendo con il voto sulle Province, l’ente intermedio cancellato 12 anni fa dall’allora governatore Crocetta

Dalla A di Arte alla Z di Zattera. L’alfabeto siciliano possibile è stato il fil rouge del nostro inserto di fine anno e lo stesso alfabeto è stato ripreso nei giorni a venire, sino a oggi, con focus tematici, dall’arte vista anche come traino economico per l’Isola del tesoro alla zattera, immagine simbolica per (ri)parlare di immigrazione. Proprio oggi che si completa con l’ultima pennellata questa sorta di affresco a tinte volutamente cangianti – ché cangianti sono i colori della vita – proprio oggi confessiamo un errore: alla lettera D non abbiamo accoppiato la parola Deroga, come pure la P poteva essere declinata con Proroga e la S con Scorciatoia.Troppo spesso ci si ritrova con una Sicilia in deroga, in proroga, con una Sicilia che pensa di fare eccezione, che cerca una scorciatoia, salvo poi trovarsi nel guado dei soliti problemi irrisolti.

Mentre il mondo, pericolosamente e a tutte le latitudini, gira e rigira come fosse messo sotto la frusta con cui si monta la panna, certa classe dirigente – non soltanto politica – di fronte a un bivio importante, a una scadenza impellente, non trova di meglio che pensare a una leggina, studiare un decretino, scrutare tra le pieghe di un regolamentino, laddove i vezzeggiativi nascondono il tentativo di un sotterfugio per “coccolare”, addomesticare la gerarchia delle fonti.Si prenda ciò che sta accadendo con il voto sulle Province, l’ente intermedio cancellato 12 anni fa dall’allora governatore Crocetta con una furia populista che neanche Grillo, anticipando la legge Delrio senza però concretizzare ciò che si voleva fare: riorganizzare gli enti intermedi per evitarne gli sprechi e i doppioni. E quindi in pratica ci si tagliò gli attributi per fare dispetto alla moglie (si può ancora dire al tempo dell’ipocrita politically correct?) e si aprì la stagione ai commissariamenti infiniti. Durante tutti questi anni si è andati avanti a zig zag, un passo verso l’elezione diretta, un altro verso il voto ponderato di secondo livello, giravolte puntualmente sanzionate dalla Corte Costituzionale. E oggi la Sicilia – che sulla questione non agita con spavalderia lo Statuto e si mantiene timida – si trova gattopardescamente indietro rispetto al resto d’Italia, alla ricerca di una deroga – appunto – infilata più o meno a casaccio in decreti che si occupano di altro (come quello sulle Emergenze prendendo spunto dalla siccità, ambito peraltro nel quale le Province non hanno competenza) per provare a recuperare il tanto tempo perduto e riesumare, sotto più o meno mentite spoglie, il voto diretto ancor prima della riforma della legge Delrio.

Come anticipato ieri da La Sicilia, la via del decretino, chiusa una prima volta dalla trappola scattata in Commissione Bilancio, la si sta provando a riaprire percorrendo un’altra strada, sperando sia meno perigliosa. Sullo sfondo resta il voto di secondo livello – alle urne per i Liberi Consorzi non andranno i cittadini ma sindaci e consiglieri comunali dei rispettivi territori provinciali – già prudenzialmente fissato per il 27 aprile.

Ma quello delle Province è solo un esempio di Sicilia in deroga. Una richiesta di proroga la si è avanzata da più parti di fronte alla sacrosanta rotazione di figure apicali della macchina regionale e qualcosa si muoverà – ne siamo certi – quando ai direttori generali delle aziende ospedaliere sarà chiesto di fare il resoconto, a un anno dal loro insediamento, sul calendario delle cose da fare. E quante altre volte ci si è avvalsi di un regolamentino per remorare l’adozione di un provvedimento impopolare, per esempio concedendo un miglio in più a un abusivo?A prescindere da come andrà a finire il nodo fin qui inestricabile delle Province, il ritrovato piglio decisionista del governatore Schifani su tanti punti supererà quei vezzeggiativi normativi che si fanno beffa del rispetto delle regole, di una programmazione puntuale e che sono la sostanziale base “ideologica” (con molte virgolette) della politica politicante?Sicilia in deroga, anche basta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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