Un corteo di Gioventù Nazionale ha sfilato per le vie di Bologna ed è arrivato fino a Palazzo d’Accursio per commemorare le Foibe e il Giorno del Ricordo, ma otre a deporre una corona all’esterno del Comune, che a quell’ora era chiuso, alcuni partecipanti al corteo l’hanno portata all’interno del cortile. Un gesto che il sindaco, Matteo Lepore, ha definito “inaccettabile” perché non autorizzato da parte dell’amministrazione comunale.
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“Un gruppo di militanti di Gioventù Nazionale in corteo per commemorare le Foibe si è introdotta senza autorizzazione a Palazzo d’Accursio, già chiuso, per deporre una corona commemorativa per il Giorno del Ricordo senza alcun accordo con la nostra amministrazione”, aggiunge il primo cittadino.
Lepore: “Esponenti di FdI come facilitatori”
“Da quanto apprendiamo sul posto erano presenti con il ruolo di facilitatori diversi esponenti di Fratelli d’Italia, dal deputato Bignami, all’europarlamentare Cavedagna, al consigliere regionale Sassone, insieme alla consigliera comunale Zuntini – prosegue il sindaco in un comunicato diffuso in serata – . Quest’ultima si è resa in particolare responsabile di un atto a mio avviso grave. Ha chiesto alla Polizia Locale di entrare a Palazzo d’Accursio dall’ingresso riservato al personale politico e amministrativo, e con uno stratagemma ha fatto introdurre il corteo di Gioventù Nazionale a Palazzo per deporre la corona, in modo abusivo e in sfregio del minimo rispetto per quel luogo. Gli esponenti di Fratelli d’Italia dovranno spiegare il perché della loro presenza e del ruolo di facilitatori dell’estrema destra. Chiederemo conto di questo oltraggio e sporgeremo denuncia per l’accaduto. A quanto pare, l’estrema destra continua a desiderare e provare ebbrezza per gesta del ventennio passate alla storia – conclude Lepore – . Preoccupante tutto ciò.”
Bignami: “Denuncio Lepore per diffamazione e calunnia”
Immediata la reazione del deputato di FdI, Galeazzo Bignami, e dell’eurodeputato Stefano Cavedagna, che in serata sono andati in Questura a denunciare il sindaco Lepore per diffamazione e calunnia.
“Il corteo non è entrato a Palazzo d’Accursio, che era già chiuso all’ora della manifestazione, sono entrati solo due consigliere, che hanno citofonato e chiesto di poter entrare, forse per mettere al riparo la corona ed evitare che, come è accaduto lo scorso anno, venisse immediatamente danneggiata”, ha spiegato Bignami che definisce “offensivo e fuorviante” il testo di un primo comunicato stampa diffuso dal Comune di Bologna, in cui si attribuiva erroneamente la manifestazione ai Patrioti, che nel novembre scorso hanno sfilato a Bologna nella zona di piazza XX Settembre. Iniziativa che era stata contrastata da centri sociali, antagonisti e movimenti con un corteo, arrivato fino in Montagnola e protagonista di scontri e tensioni con le forze dell’ordine.
“Nel comunicato di Palazzo d’Accursio si parla di noi come dei facilitatori, parola che non è per nulla adeguata e rispettosa”, aggiunge Bignami, spiegando che la manifestazione era stata “preannunciata in Questura, con una comunicazione nella quale si diceva che sarebbe terminata all’interno del cortile di Palazzo d’Accursio e non ci era stato detto di no. Non è stato possibile farlo, però, perché il Comune era chiuso”.
“Fuori dal Comune, e abbiamo il video – rimarca Bignami – c’era il cordone della Polizia, gente che cantava ‘Bella ciao’, fischiava, gridava e lanciava petardi e noi non abbiamo fatto nulla. La corona è stata deposta fuori, io poi sono andato via”, conclude.
Cavedagna: “Denuncia a Lepore è atto dovuto, e voluto, per le sue menzogne”
“Sto denunciando Lepore, un atto dovuto, e voluto, per le sue menzogne. Diffamazione e falsità nei nostri confronti. Premettendo che nessun ‘corteo’ è entrato in Comune, nonostante la manifestazione di Gioventù Nazionale fosse peraltro autorizzata a deporre una corona nel cortile comunale come da comunicazione che ho formulato alla Questura, come da 15 anni a questa parte – ha spiegato Cavedagna – . Semplicemente le porte erano chiuse, come mi hanno detto quando ho suonato il campanello, per disposizioni del gabinetto del sindaco non potevano aprire. Da quanto so sono, alla fine della manifestazione, entrati due consiglieri, suonando al campanello. Quindi non solo Lepore mente, ma omette di dire che in Piazza Nettuno i centri sociali ci hanno urlato che uccidere i manifestanti (i “fascisti”) non è reato, hanno fatto esplodere petardi e fuochi d’artificio per contestarci, questi si senza autorizzazioni. Il clima d’odio e di falsità da parte della sinistra a Bologna è alimentato dal sindaco e da chi governa la città – attacca – . Da chi dovrebbe essere terzo e garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. C’è una evidente strategia della tensione basata sulla menzogna da parte del sindaco Lepore. Mi dispiace solo per i bolognesi che sono amministrati da un soggetto del genere, anche se immagino abbiano già capito che questo è il suo modo di operare”.
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