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Le Dolomiti corrono al riparo contro l’overtourism: diventa essenziale sapere come comunicare i luoghi


Le Dolomiti sono diventate “Patrimonio Mondiale” nel 2009. Il Riconoscimento UNESCO attesta l’eccezionalità di questo territorio sotto il profilo scientifico ed estetico, richiamando ad un impegno costante per tutelarne l’integrità, e al tempo stesso, promuoverne i valori.

Si apre così un documento, che potrete leggere integralmente qui sotto, redatto dalla Rete della promozione del turismo sostenibiile della Fondazione Dolomiti Unesco. Un documento interessante sotto vari aspetti, che cerca di arginare il dilagare dell’overourism.

Partiamo non dal “come”, ma dal “chi”, anche se potrebbe sembrarvi strano. Questa Rete è nei fati un gruppo di lavoro formato da tecnici di tutti i territori «sono tecnici che si occupano di tematiche legate al turismo e al marketing nelle rispettive organizzazioni territoriali».

  • Lucia Fenti – Coordinatore di Rete per la Provincia di Belluno
  • Mara Nemela – Direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO
  • Mauro Pascolini – in qualità di rappresentante del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti UNESCO Giulia Gelmi – Fondazione Dolomiti UNESCO
  • Giambattista Zampieri – Fondazione Dolomiti UNESCO Damiano Tormen – Provincia di Belluno
  • Elisa Calcamuggi – DMO Dolomiti Bellunesi Leonardo Stramare – DMO Dolomiti Bellunesi
  • Sara Zappini – Provincia di Trento
  • Chiara De Pol – Trentino Marketing Stefani Zadra – Trentino Marketing
  • Morena Quaresimin – Regione del Veneto Elisa Tamburlini – Promoturismo FVG Manuela Summerer – IDM Südtirol
  • Elisabeth Berger – Provincia di Bolzano – Alto Adige Marcella Morandini – Provincia di Bolzano – Alto Adige
  • Marcella Morandini – Provincia di Bolzano – Alto Adige

Il gruppo di lavoro si è avvalso del coordinamento scientifico di Umberto Martini, professore di Economia e Management presso l’Università degli Studi di Trento. Sono stati affrontati quattro focus:

  1. Valori del Patrimonio Mondiale e senso del limite (integrità, autenticità)
  2. Gestione dei flussi e il fenomeno dell’overtourism
  3. Crisi climatica e impatto sulla fruizione del territorio
  4. Prudenza e consapevolezza del visitatore

Interessante il fatto che al tavolo di confronto sulla crisi climatica sia stato chiamato come relatore – insieme al glaciologo Japopo Gabrieli – anche il direttore commerciale di Dolomiti Superski Marco Pappalardo.

Le linee guida per la comunicazione

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Questa rete ha prodotto le linee guida per azioni operative nella comunicazione. Eccole

  • Promuovere la diffusione dei principi indicati presso tutte le istituzioni, gli enti e le realtà imprenditoriali, nonché gli abitanti, che operano nella comunicazione del territorio montano;
  • Creare, anche operando in coordinamento con alcune di esse, forme e contenuti di comunicazione coerenti con i principi indicati, combinando forme di nudging (ispirazione di comportamenti corretti adeguatamente motivati) a forme di warning (indicazione delle conseguenze negative di comportamenti scorretti);
  • Promuovere la diffusione di una rinnovata cultura della montagna, in collaborazione anche con altri enti preposti (ad es. il CAI, il Corpo del Soccorso Alpino, Agenzie formative, etc.), anche presso le fasce più giovani di età, a partire dalle scuole;
  • Attivare forme di collaborazione con testate giornalistiche e di informazione per facilitare la diffusione di messaggi responsabilizzanti e coerenti con i principi indicati in precedenza;
  • promuovere la narrazione del Patrimonio Mondiale delle Dolomiti, privilegiando contenuti che possano richiamare i valori naturalistici, paesaggistici e culturali, evitando di evidenziare esclusivamente la “bellezza” dei luoghi;
  • Promuovere nei territori dolomitici forme di discussione e confronto che coinvolgano istituzioni, enti, imprese e la popolazione residente, al fine di creare condivisione attorno ai principi indicati;
  • Interagire con gli organi politico/istituzionali dei territori al fine di introdurre norme, regole e disciplinari coerenti con gli obiettivi e i principi indicati, nonché introdurre forme di monitoraggio;
  • Qualora s’intenda avvalersi di collaborazioni con influencer, blogger e youtuber, si favorisca una diffusione di contenuti digitali coerenti con i principi sopra citati.

Le linee guida di cui sopra sono anche il frutto di una premessa del tavolo di lavoro riassunta in cinque punti che, nel fotografare la situazione attuale, indicando in un certo senso già le contromisure possibili.

Le contromisure

Andrea Moretton_alba dal Piz Boè

  1. Le modalità e i contenuti con cui avviene la comunicazione della montagna, in particolare se rivolta alle attività turistico/ricreative che si svolgono nel suo ambito, fino a comprendere l’escursionismo, l’alpinismo, gli eventi sportivi e culturali, hanno un impatto significativo nell’indurre comportamenti o atteggiamenti potenzialmente scorretti, o addirittura pericolosi, sia per le persone che la frequentano, sia per i territori.
  2. Il problema è stato enfatizzato, negli ultimi anni, dalla diffusione dei social media e, con essi, delle nuove forme di comunicazione digitale che sfuggono sia dalla pianificazione che dal controllo degli enti territoriali preposti, alimentando, talvolta, visioni e suggestioni incoerenti con i principi di cui la Fondazione Dolomiti UNESCO si fa portatrice così come i valori stessi alla base del riconoscimento UNESCO.
  3. Al di là dei flussi di comunicazione provenienti da fonti non controllabili sulle piattaforme digitali (influencer, youtuber e blogger, ma anche semplici turisti che postano e condividono immagini e filmati), deve anche essere considerata la molteplicità delle possibili fonti di comunicazione che scaturiscono da soggetti operanti nel territorio (enti, istituzioni, aziende di promozione turistica, imprese e operatori privati del comparto turistico) che talvolta si compongono degli stessi cittadini/abitanti delle Dolomiti. E’ necessario un richiamo ad una maggior consapevolezza, poiché tutti – seppur in grado diverso – siano portatori/attori di comunicazione.
  4. La frequentazione della montagna, aumentata quantitativamente e profondamente cambiata nei profili dei frequentatori, richiede un intervento significativo per garantire la sostenibilità dello sviluppo e per ridurre il livello di rischio legato alle caratteristiche intrinseche (geografiche, climatiche, geologiche) delle alte quote. Tale intervento deve riguardare sia la comunicazione, con forme di nudging (raccomandazione, spiegazione) e di warning (indicazione dei pericoli e delle possibili conseguenze), sia un intervento di tipo regolatorio, con cui fissare incentivi positivi e negativi (sticks and carrots) capaci di orientare i comportamenti individuali, nonché un’attività di informazione e formazione culturale in particolare sui valori che definiscono le Dolomiti come Patrimonio Mondiale.

Sì, insomma, dare la colpa ai creator e agli influencer – do you know Roccaraso? – è un po’ limitante e limitativo. Noi tutti contribuiamo a spostare le “nuove masse” su determinati social-topos piuttosto che altri, spesso senza rendercene conto.

Overtourism ahi ahi

Branislava Teofanovic

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Branislava Teofanovic

Si legge nel documento che l’overtourism «sta interessando molte zone delle Dolomiti. Se per alcune aree poco conosciute la crescita dei visitatori rappresenta un fattore positivo dal punto di vista socio-economico, esistono aree – dette hotspot – che in alcuni periodi dell’anno superano livelli accettabili di pressione antropica, con il conseguente danno ambientale (impatto sull’ecosistema), sociale (relazione tra turisti e residenti) e, potenzialmente, economico (riduzione della qualità dell’esperienza turistica e della disponibilità al ritorno dei turisti insoddisfatti). La comunicazione deve avere l’obiettivo di sensibilizzare i flussi di visitatori, tenendo conto degli effetti dannosi dell’overtourism, ed essere mirata a favorire/sostenere, in accordo con gli attori/decisori, una distribuzione equilibrata dei visitatori nel territorio dolomitico».

Quanto ai nuovi frequentatori della montagna: quelli impreparati, quelli con le Crocs sul ghiacciaio, quelli e quelle che sembrano a una sfilata di bellezza, quelli dei rifiuti… 

«Attenzione alle nuove forme di frequentazione della montagna e necessità di agire sulla consapevolezza dei visitatori rispetto alla corretta relazione con l’ambiente alpino: partendo dal fatto che negli ultimi anni è aumentato il numero dei frequentatori della montagna, senza però che questo si accompagni a un adeguato grado di conoscenza dei pericoli associati alle attività in quota, si sono generati degli impatti che riguardano in primo luogo la percezione della sicurezza e del rischio, per estendersi poi alla sostenibilità dell’esperienza, che talvolta genera un’aspettativa incoerente al contesto. Aspettativa – che a volte diviene pretesa – di ricevere determinati servizi e di trovare determinati standard di offerta nonostante la fragilità intrinseca dell’eco-sistema alpino.

«La comunicazione deve favorire e alimentare un incremento di consapevolezza dei visitatori, fino a spingersi alla dissuasione di alcuni comportamenti o atteggiamenti, e in ogni caso non deve mai stimolare o suggerire azioni incoerenti con il pericolo intrinseco alla frequentazione del territorio montano. La comunicazione in ambito montano può divenire uno strumento educativo per la conoscenza e il rispetto dei propri limiti e di quelli del contesto ambientale in cui si è ospiti». 

Il documento integrale



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